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E l'aviaria entrò in Italia dalla Sicilia

Il temibile H5N1 è arrivato annunciato dalla ''morte del cigno''. Scattata immediatamente la macchina sanitaria

13 febbraio 2006

Cigni reali, morti di aviaria. E' stato un cigno, uccello simbolo della bellezza in assoluto, a portare in Italia i primi casi di influenza aviaria. Il simbolo del candore e della beltà in Sicilia, Calabria e Puglia - le tre regioni dove sono state recuperate le carcasse dei cigni morti per aviaria -, ha portato la paura.
L'attenzione degli esperti in Sicilia è scattata giovedì scorso. I due cigni reali morti sono stati trovati nei pressi di Barcellona Pozzo di Gotto nel Messinese e nelle campagne fra Giarre e Riposto nel Catanese.

Sei gli animali abbattuti solo per precauzione. I controlli estesi a 24 unità di uccelli migratori in tutto. Non ci sono contagi fra animali stanziali o specie siciliane.
''La popolazione può stare tranquilla. Il sistema di controllo ha funzionato alla perfezione ed i servizi veterinari hanno intercettato l'avifauna selvatica migratoria portatrice del virus dell'influenza aviaria al suo arrivo ed ha creato il 'vuoto sanitario', attraverso catture ed abbattimenti mirati. La fauna siciliana resta perfettamente sicura''. E' il messaggio lanciato dall'assessore regionale alla sanità Giovanni Pistorio, dal Presidente e dal direttore sanitario dell'istituto Zooprofilattico della Sicilia Andrea Riela e Santo Caracappa, dal direttore generale dell'ispettorato veterinario della Sicilia Giuseppe Bagnato e dal veterinario provinciale di Catania Antonino Salina, al termine della riunione dell'Unità di crisi che si è tenuta venerdì mattina a Palermo. Sono stati forniti precisi dati sui controlli effettuati, in tutto, su 24 animali. 8 cigni reali provenienti dalla Russia sono stati catturati nel catanese e sono morti per cause naturali nel centro di controllo veterinario dell'Ausl 3 di Catania. Solo su due di questi analisi e controanalisi hanno confermato che la morte è intervenuta per influenza aviaria del ceppo H5N1 patogeno. Altri sei animali entrati in contatto con i cigni morti sono stati abbattuti a scopo precauzionale nonostante non presentassero alcun sintomo.
Dieci, invece, gli animali rinvenuti in provincia di Messina: sei morti nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto, due (vivi) nella pressi dei laghi di Ganzirri e due (uno vivo e uno morto) nella zona dei laghetti di Marinello, sotto il promontorio del santuario di Tindari. Tutti sono stati rimossi o catturati e su questi capi sono in corso le analisi. Il cordone sanitario, comunque, si è stretto con immediatezza bloccando qualsiasi possibilità di contagio.
''Abbattuti tutti i volatili, ora abbiamo creato il vuoto sanitario garantendo lo stop al contagio'', ha detto Salvatore Rubino, medico veterinario dell'Ausl3 di Catania che per primo ha trattato i cigni reali contagiati.

L'allerta è scattata 9 giorni fa con il primo avvistamento e successiva cattura di un cigno reale, specie migratoria proveniente da est e dunque considerata a rischio. La Sicilia, infatti, nonostante non inserita nel piano ministeriale di sorveglianza perché territorio non raggiunti dagli uccelli migratori ''a rischio'', ha attivato ugualmente il cordone di sorveglianza anche sulle specie migratorie. I cigni reali sono infatti, uccelli che che solitamente svernano nel Nord Italia. Il maltempo li ha spinti a Sud e sono arrivati in Sicilia.
''La macchina di vigilanza ha funzionato perfettamente ed ha funzionato anche la squadra fra servizi veterinari, Istituto Zooprofilattico, Ispettorato e Assessorato sanità - ha detto Andrea Antonio Riela dell'IZS - per questo il virus è stato subito isolato''.
''Non c'è nessun rischio di contagio nell'uomo - ha sottolienato l'Assessore regionale alla Sanità Giovanni Pistorio -. In letteratura scientifica, infatti, non esiste nessun contagio dall'animale selvatico all'uomo. I casi registrati in altre aree del Mondo riguardano il contagio dall'animale selvatico all'animale domestico e poi solo da questi all'uomo, peraltro solo in condizioni igienico sanitaria particolarmente carenti che non sussistono in Sicilia. Il tutto riguarda, poi, solo uccelli migratori. I nostri animali non sono stati contagiati. I controlli effettuati garantiscono che i nostri polli sono perfettamente sicuri. Bisogna rassicurare la popolazione - ha concluso Pistorio - perché la qualità e la professionalità dei servizi veterinari garantisce in toto la salvaguardia della salute pubblica''.
Per ulteriore precauzione è scattata la macchina dei controlli d'emergenza con la riunione dell'Unità di crisi tenuta ieri a Roma, durante la quale è stata confermata l'attivazione del piano d'emergenza previsto con il Ministero. Sono già in corso nuovi controllo su tutti gli allevamenti familiari e rurali delle zone limitrofe a quelle investite da questo fenomeno migratorio ed il sistema è pronto anche a giungere ad eventuali abbattimenti programmati anche di fronte ad un semplice ragionevole dubbio se questo dovesse essere necessario a garantire il cordone sanitario.

Dall'Unità di crisi del Ministero della Salute
''Nessuno tocchi gli animali morti''
. È questo l'appello del ministro della Salute Francesco Storace per difendere la popolazione dall'infezione aviaria. ''Non toccate gli animali morti - ha detto - chiamate le autorità competenti che hanno le attrezzature tecniche per rimuoverli. Non fate come quella donna di Pescara che ha ha trovato un cigno morto e lo ha messo in un sacco per poi consegnarlo alla Asl''. Il Ministro, ribadendo che attualmente il pollame domestico non rappresenta alcun rischio e che i volatili domestici sono sicuri, ha spiegato che nel caso di ritrovamento di animali morti o malati bisogna anche ''chiedere l'intervento dei servizi veterinari delle Asl o dei Vigili del fuoco; in caso di contatto con i volatili, è necessario adottare le normali norme igieniche e lavare gli indumenti e gli altri oggetti potenzialmente contaminati''.
Nessun pericolo per la salute dell'uomo - ''Non c'è comunque da preoccuparsi per la salute dell'uomo, non c'è pericolo di contagio da animale a uomo''. Lo ha detto il ministro della Salute al termine della riunione dell'Unità di Crisi che si è svolta domenica a Roma al ministero della Salute. ''La macchina di prevenzione è partita - ha aggiunto il ministro - siamo pronti a fronteggiare l'emergenza per gli animali che eventualmente dovessimo trovare infetti''.
Documento di informazione - Storace ha spiegato anche che è stato preparato un documento di informazioni ed indicazioni di comportamento da parte dei cittadini. Il ministro ha inoltre detto che questo documento verrà inviato a tutte le Regioni e quindi a tutti i sindaci in modo da non creare confusione nei cittadini. Inoltre Storace ha aggiunto che ''da lunedì mattina verrà riattivato il numero verde 1500 dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 17, in modo che ogni cittadino potrà essere aggiornato sull'argomento''.
Rimborso per gli allevatori - Il Ministro ha anche dichiarato che gli allevatori che dovessero essere danneggiati dal virus H5N1 potranno essere rimborsati per i danni subiti a causa dall'infezione aviaria. La norma, prevista anche in altri casi di epidemie animali, contribuisce ad un maggior controllo della situazione, evitando che gli allevatori possano nascondere casi di infezione.

Ed è salito a 22 i cigni morti per sospetta influenza aviaria trovati in Italia. Ma di tutti questi, solo per 6 è stata accertata dalle indagini svolte a Padova la presenza del virus. Rispetto a sabato, quando si contavano 21 cigni morti, oggi si aggiunge il caso sospetto di Pescara. Per quest'ultimo, come per il caso in provincia di Lecce, il penultimo individuato proprio ieri, le analisi arriveranno però solo da domani. Fra le misure precauzionali già stabilite: un perimetro ad alto rischio di tre chilometri attorno ai luoghi dove i cigni sono stati ritrovati, e una ulteriore zona di sorveglianza in un raggio di sette chilometri. All'interno del perimetro dei tre chilometri saranno effettuati test a campione sugli animali domestici; il pollame deve essere separato per evitare contatti con altri uccelli domestici.

E da stamane il ministro Francesco Storace, è in visita in alcune delle aree nelle quali sono stati rilevati i primi casi italiani di influenza aviaria. Storace, in mattinata, ha effettuato un sopralluogo presso l'oasi naturalistica del parco dell'Etna. Subito dopo il ministro si è recato in Calabria, dove ha visitato il lago di Angitola, nel comune di Pizzo Calabro. Infine, nel pomeriggio, Storace effettuerà un sopralluogo presso l'area naturale protetta di "Saline e dune di Torre Colimena", nel comune di Manduria.
Da oggi, inoltre, le misure previste dall'ordinanza firmata sabato dal ministro Storace (vale a dire l'istituzione di un'area di protezione e sorveglianza per 10 chilometri dal punto di ritrovamento degli uccelli malati, con controlli negli allevamenti e blocco della movimentazione di carni e animali) scatteranno anche per la zona di Ugento. Quest'ultima va infatti ad aggiungersi alle 5 zone di protezione e sorveglianza già individuate nei comuni di Pellaro in provincia di Reggio Calabria, di Pizzo Calabro in provincia di Vibo Valentia, di Manduria in provincia di Taranto, di Taormina in provincia di Messina e di Giarre e Mascali in provincia di Catania.

- ''Se la bellezza fa paura'' di Francesco Merlo


- La grande guerra sul fronte Sud. ''Buona volontà e pochi mezzi'' di Jenner Meletti (Repubblica.it)

[Foto di Gianni Anelli, tratte dal sito www.exuviaphoto.it]

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13 febbraio 2006
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