E l'avvocato ambientalista tentò di fermare le ruspe
Giuseppe Arnone, ex consigliere agrigentino ed ex presidente regionale di Legambiente, difende gli abusivi
Fino a ieri era filato tutto liscio. Addirittura meglio di quanto ci si potesse aspettare. Parliamo dell’abbattimento dei manufatti abusivi ricadenti in zona «A» del parco archeologico della Valle dei Templi. Meglio di quanto ci si potesse aspettare perché alcune delle demolizioni sono state addirittura effettuate dai proprietari dei manufatti abusivi, quindi, senza l’impiego dei fondi comunali necessari per portare avanti un lavoro che il Comune di Agrigento ha intrapreso ottemperando a diverse sentenze passate in giudicato.
Lo scorso 14 luglio, il procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, nell’ultimatum inviato al Comune, alla Sovrintendenza e al Parco archeologico, aveva concesso un termine massimo 30 giorni di tempo per eliminare gli abusi.
Degli otto manufatti abusivi, tutti realizzati in zona "A", fino ad ora sono stati demoliti coattivamente un ovile e un muretto di cinta in contrada Poggio Muscello. Autonomamente, da parte dei proprietari, sono stati rasi al suolo un edificio di circa 60 metri quadrati in via degli Imperatori; un edificio che ospitava la cucina di un ristorante sulla collina tra via Cavaleri Magazzeni e Poggio Muscello e un magazzino di contrada Cugno Vela.
Ieri è stata la volta di una villetta in contrada Maddalusa, abitata sia in estate che in inverno da una famiglia di 5 persone, e ieri le cose non sono filate lisce per niente. All’arrivo della ruspa la tensione è salita vertiginosamente: i residenti, amici e parenti dei proprietari dell’immobile hanno protestato e si sono scagliati contro l'autista della ruspa che si stava avvicinando per iniziare l’abbattimento del manufatto abusivo. Polizia e carabinieri, hanno formato un cordone cercando di riportare la calma.
A capo della protesta l'avvocato Giuseppe Arnone, difensore della famiglia agrigentina. Arnone, ex consigliere comunale, ex di Legambiente e principale volto della lotta contro gli abusi edilizi nella Valle dei Templi, ha cercato di bloccare le ruspe dando vita a uno scontro verbale con i funzionari del comune e gli uomini della Digos.
Arnone ha assunto la difesa della famiglia interessata poiché "vittima di una serie di atti illegali ed arbitrari", ha riferito lo stesso avvocato. La difesa si è già estrinsecata con un atto di diffida nei confronti della Procura. Arnone non si è, dunque, schierato in linea di principio in favore dell'abusivismo. "Sono ancora componente del massimo organismo dell'associazione ambientalista, ossia Legambiente, e in atto sono impegnato pure in importanti battaglie a difesa della Valle dei Templi", ha aggiunto Arnone.
Gli operai, davanti ai funzionari del comune di Agrigento e della Digos incaricati di eseguire le disposizioni giudiziarie, sono riusciti in un primo momento a sfondare il cancello e la porta della villetta. Dentro si è poi "barricato" Giuseppe Arnone, continuando a protestare e sostenendo l’illegittimità del provvedimento. "Io ho la custodia dell’immobile - ha detto l’avvocato - e i funzionari del comune non hanno voluto verbalizzare quanto ho scritto nella diffida già trasmessa al Tribunale. Stanno facendo una forzatura, ho avuto uno scontro fisico con gli agenti che stanno tenendo a distanza anche gli organi d’informazione, la mia è una resistenza passiva".
L'avvocato ed ex consigliere di Agrigento ha poi spiegato: "E’ stata presa di mira una casa di un solo piano in contrada Maddalusa, vicino al mare, dove vive stabilmente una famiglia di 5 persone. E nulla si fa nei confronti di costruzioni, spesso seconde case, ben più alte e che oscurano dal mare la vista verso la Valle dei Templi". Attaccando Procura e Comune ha poi aggiunto: "Il pm ha ordinato e il sindaco ha acriticamente eseguito - ha detto Arnone -. La casa dell'abusivo va abbattuta, non c'è dubbio, ma dopo altre 300. Mi muovo nel rispetto della legalità e quanto è stato fatto è fuorilegge. Alla persona interessata è stato persino detto che la sua casa era stata sorteggiata dalla procura tra quelle d'abbattere. Mi auguro che qualche parlamentare chieda che vengano fatte ispezioni al Comune e alla Procura".
Alla fine, dopo un’intera mattinata di tensione, la ruspa ha demolito solo la veranda della villetta (di circa 24 metri quadrati), poi si è fermata. Oggi, dovrebbe arrivare una ditta specializzata per rimuovere le lastre di amianto e saranno necessari circa due giorni. Soltanto quando il manufatto sarà bonificato si continuerà la demolizione, che era stata anticipata rispetto a quanto pianificato inizialmente e questo perché alcuni proprietari di manufatti abusivi hanno proceduto autonomamente, senza attendere l'arrivo dei mezzi dell'impresa di Palma di Montechiaro (Agrigento) che si è aggiudicata l'appalto del Comune dopo l'ultimatum della Procura.
Le ruspe, nei prossimi giorni, si sposteranno in via Afrodite, una traversa del viale Emporium a San Leone, ed abbatteranno le ultime due costruzioni abusive.
"L'abbattimento delle case abusive nella Valle dei Tempi, eseguito dal comune e avviato grazie all'intervento della Procura di Agrigento, è l'inizio di un lungo processo che segna un'inversione di tendenza nella battaglia contro l'abusivismo edilizio e che restituirà bellezza e legalità a un luogo che, tra l'altro, è patrimonio dell'umanità. Eppure in questi giorni non sono mancate tensioni e continui tentativi di bloccare le ruspe che di certo non fanno bene al Paese". Lo dice Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente.
"Siamo convinti - aggiunge Cogliati Dezza - che la demolizione delle costruzioni illegali resti la migliore cura preventiva contro il vecchio e nuovo abusivismo, un fenomeno illegale diffuso in tutta la Penisola che ha contribuito e contribuisce ad aggravare il consumo di suolo, il rischio idrogeologico e a ledere la parte sana dell'economia italiana. Demolire si può e si deve: abbattere un immobile abusivo non è una facoltà, ma un preciso obbligo delle amministrazioni previsto dalla normativa vigente".
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