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E' l'igiene il problema della sinistra!

Berlusconi contro i magistrati, l'opposizione e il Colle: brutti, sporchi e cattivi

11 maggio 2011

Silvio Berlusconi contro tutti, o meglio, contro i "suoi" nemici, in una manifestazione elettorale a Crotone a sostegno della candidata del centrodestra e dell'Udc al Comune Dorina Bianchi. Dai magistrati, chiamati il giorno prima "cancro" e/o "metastasi" della società e/o democrazia e/o libertà, all'opposizione "sporca", per arrivare fino al Colle, investito di poteri troppo potenti che impediscono al premier una "serena" vita politica.
Quindi, nonostante il capo dello Stato abbia messo in rilievo la necessità di "onorare" i magistrati, il cavalieri è tornato a spendere parole di fuoco contro le toghe, definite ancora una volta "una malattia della democrazia" e una "discarica". "I rifiuti di Napoli li porterei in Procura", ha detto dalla cittadina calabrese. "Guarda caso - ha sostenuto Berlusconi - ci sono le elezioni e i pm di Napoli chiudono le discariche e non si sa dove portare i rifiuti. Io glieli porterei in Procura da loro, i rifiuti...". "Siamo intervenuti con l'esercito, speriamo sia l'ultima volta e che con queste elezioni torni il buon governo". "La sovranità in questo momento, con questa malattia della democrazia - ha aggiunto - è dei pm della sinistra: questo noi non possiamo tollerarlo". "Oggi ci troviamo di fronte a un sistema che non garantisce i cittadini - ha continuato il premier -, che non sono sicuri di avere un giudicie imparziale perché questo dipende dai pm che ne determinano carriera e stipendio. E questo perché tra loro si è concentrato il partito dei magistrati, chiamato Magistratura democratica. Serve una separazione delle carriere, solo così avremo un processo giusto". Berlusconi, dunque, è tornato a prendersela con la Consulta: "In Parlamento avevamo approvato una legge di civiltà in base alla quale se una persona è assolta, non può essere richiamata nel girone dei processi, come invece accade in Italia perché i pm vogliono portare avanti il loro teorema accusatorio, oppure per antipatia o per pregiudizio. Così un poveraccio ha la vita rovinata. Ai pm non piaceva questa legge e l'hanno portata alla Consulta, che è un organo politico e non più di garanzia ed è stata abrogata. Non si può andare avanti così".
Dalla magistratura all'opposizione il passo è stato breve, accusata senza tanti giri di parole  di "lavarsi poco"! "I leader della sinistra - ha spiegato Berlusconi - sono sempre incazzati come effetto del vedere la propria faccia riflessa allo specchio del bagno la mattina". Il presidente del Consiglio ha puntualizza che in realtà gli esponenti dell'opposizione "non è che si lavino molto": essendo "costretti a venire in Parlamento devono andare in bagno e sono costretti a farsi la barba, ma non è che si lavino molto...". Insomma, brutti sporchi e cattivi perché "nell'identità della sinistra si trova solo odio, disfattismo e pessimismo. Loro hanno portato nella politica un clima da guerra civile" ha concluso.
Non poteva, ovviamente, mancare neppure un affondo diretto al Quirinale: "Dobbiamo cambiare la composizione della Corte Costituzionale, cambiare i poteri del Presidente della Repubblica e, come avviene in tutti i governi occidentali, attribuire più poteri al governo del presidente del Consiglio. Questa riforma è indispensabile e la presenteremo presto in consiglio dei ministri".

Di fronte ad una platea acclamante e vibrante di cotanta energia, Berlusconi ha pensato bene di lanciare una bordata anche a Gianfranco Fini e a Pierferdinando Casini. "Il tentativo di Fini e delle sinistre di rovesciare il governo facendogli mancare la maggioranza in Parlamento è fallito, ma non solo: ha dato vita a una nuova maggioranza che è oggi più esile nei numeri ma più coesa di prima". "Abbiamo dunque la possibilità - ha sottolineato - di governare e finalmente realizzare quelle riforme dell'architettura istituzionale dello Stato, della giustizia, del sistema tributario che sinora a causa dei nostri alleati, prima Casini e poi Fini, non eravamo mai riusciti a realizzare perché nella maggioranza non avevamo i numeri per farlo". E ancora: "Il 14 dicembre Fini ha tentato un agguato per mostrare che il governo non aveva più la maggioranza e voleva fare un ribaltone alleandosi con la sinistra. Gli è andata male, perché in Parlamento un numero adeguato di persone, insoddisfatte dei propri gruppi di appartenenza, si sono unite a noi con il nome di Responsabili e finalmente ci hanno regalato la possibilità di fare le riforme".
L'accenno provocatorio al leader dell'Udc ha urtato parecchio il segretario Lorenzo Cesa, che ha annunciato: "Non sarà presente mercoledì a Crotone, perché non posso accettare che un candidato sindaco designato dal mio partito (Dorina Bianchi, ndr) non reagisca davanti alle provocazioni di un presidente del Consiglio che attacca il leader dell'Udc".
Alle parole di Berlusconi ha invece replicato a distanza il presidente della Camera. Gianfranco Fini, riferendosi al premier, ha infatti ribadito che "nessuno può pensare di non essere sottoposto ai limiti ed ai controlli previsti dalla legge". "In Italia - ha aggiunto - nessuna carica può fare tutto senza rispondere del proprio operato ad altri. E' il risultato dei 'pesi e contrappesi' previsti dalla Costituzione. Se una sola istituzione può fare tutto senza rispondere ad altri, sarebbe una situazione di squilibrio e non avremmo una rigida ripartizione dei poteri". "Le leggi - ha puntualizzato Fini - le fa evidentemente il Parlamento. Ma non può farle solo in ragione della maggioranza che c'è in quel momento. La legge deve rispettare la Costituzione; per questo c'è nell'ordinamento la Corte costituzionale, il supremo organo che valuta la conformità delle leggi alla Costituzione".

A Berlusconi hanno replicato anche i magistrati di Napoli e alcuni esponenti del Pd. Il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore, anche per mettere fine alla polemica, ha voluto rispondere con una battuta scherzosa: "Non potrebbe portare i rifiuti da noi poichè finora la sede della Procura non è autorizzata come discarica".
Piero Fassino, candidato sindaco a Torino, ha consegnato la sua replica ai microfoni de La Zanzara su Radio 24: "I leader della sinistra si lavano poco? Se dice così, Berlusconi è alla frutta. Diciamolo pure sono stronzate". "Se uno non ha nessun altro argomento che offendere i leader dell'opposizione con meschina volgarità - ha aggiunto Fassino - è alla frutta. Nessuno di noi ha mai ironizzato sui tacchi di Berlusconi o sul tupé. Mettendosi su quella strada lì - ha concluso Fassino - ce ne sarebbe per tutti. Meglio tornare al rispetto delle persone".
"Cerchiamo di essere gente seria e se ci laviamo poco è perché siamo abbastanza puliti": questa invece la replica ironica del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, durante la trasmissione Ballarò.

Bersani contro Berlusconi: "È un imbroglione e un imbonitore" - Silvio Berlusconi "è un imbroglione, un imbonitore", e "non mi va neanche di mettermi a discutere di questo". Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, ha esordito così ieri sera a Ballarò, dopo aver assistito a un servizio in cui il presidente del Consiglio, durante un comizio, denunciava la volontà del centrosinistra di alzare le tasse. Immediata la replica a Bersani di Maurizio Sacconi, ministro del welfare e ospite anche lui di Ballarò. "Cominciamo bene, hai cominciato con un insulto" il rimbrotto di Sacconi a Bersani. "Comiciamo bene e andremo avanti meglio" la controreplica di Bersani. "Il premier ha detto che ci laviamo poco? Noi siamo gente seria, e se ci laviamo poco è perchè siamo puliti".
Il segretario del Pd spera non in una "spallata" al governo ma almeno una "fiondata" al premier. "Quella sì che potrebbe arrivare dal voto di domenica e lunedì". "Sono consapevole che è come essere Davide di fronte a Golia, ma la fiducia non mi manca", ha detto  Bersani a proposito della sproporzione dei mezzi in campo ma "chi ha detto che alla fine Davide non tiri fuori la fionda?". Un auspicio per il partito e non solo. Bersani ha insistito sull'"uso privato delle istituzioni da parte del premier Berlusconi". "In questi giorni di campagna elettorale mi sono divertito a fare un test chiedendo alle persone di associare qualcosa al nome di un politico. Quando ho detto Prodi, la risposta è stata la riforma dell'euro. Sul mio nome hanno detto la liberalizzazione; quando invece ho detto Berlusconi, tutti hanno associato il nome di Silvio a Ruby...". "Al di là della battuta - ha aggiunto - questa è la dimostrazione di come il premier in questi anni, pur avendo un potere illimitato, di fatto non ha deciso niente e ha distolto il Paese dai problemi reali con le sue vicende personali".
Bersani è convinto che Berlusconi sia ormai al capolinea e altro che Quirinale per il Cavaliere. "Silvio Berlusconi al Quirinale? Credo che siamo arrivati al suo tramonto. Sarà un tramonto fiammeggiante ma queste elezioni amministrative rappresenteranno una tappa importante per guardare oltre". Un'opera di ricostruzione a cui Bersani chiama tutte le forze di opposizione.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]

 

 

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11 maggio 2011
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