E la Cassazione confermò la vittoria dell'Unione
24.755 voti in più: un pugno di voti che fa la differenza. Ma Berlusconi non ci sta
24 mila 755 voti: è questo lo scarto di voti ufficiali a favore dell'Unione che sanziona, definitivamente, la vittoria del centrosinistra alle elezioni politiche del 9 e 10 aprile.
Lo ha sancito la Corte Suprema di Cassazione con un annuncio ufficiale apparso come programmato, alle 18.00 di ieri sul sito ufficiale della Corte.
Rispetto ai dati provvisori diffusi dal Viminale la differenza tra le due coalizioni è, dunque, di 24.755 voti e non di 25.224.
Inoltre, tra i voti dell'Unione la Cassazione ha ritenuto di dover computare anche i 44.589 voti della lista Lega Alleanza Lombarda presente in Lombardia 2.
Dopo una conta dei voti sofferta come una passione, dopo un primo controllo delle schede contestate, dopo il ricorso di Calderoli sui voti della ''Lega Allenza Lombarda'', la Corte Suprema di Cassazione si è pronunciata confermando la vittoria del centrosinistra.
Nella circolare, emessa dalla commissione elettorale presieduta da Giovanni Paolini, si legge che la ''coalizione di liste avente come capo Prodi Romano'' ha conseguito la ''cifra elettorale nazionale di 19.002.598'' mentre la coalizione di liste avente come capo Silvio Berlusconi ha conseguito la cifra elettorale nazionale pari a ''18.977.843''. Respinto il ricorso dell'ex ministro delle Riforme Roberto Calderoli contro i voti riportati dalla lista '''Lega per l'Autonomia Alleanza Lombarda''.
Il totale delle cifre elettorali nazionali delle coalizioni di liste ammesse al riparto è stato di 37.980.441. La verifica rileva inoltre che ''il totale generale dei voti validi, compresi quelli assegnati dagli uffici centrali circoscrizionali e successive modificazioni, ottenuti da tutte le liste, è pari a 38.153.343''. Pertanto, ''la commissione elettorale rileva che ai sensi dell'articolo 83 comma 1 n. 3 del testo unico 30 marzo 1957 n.361 e successive modificazioni, sono ammesse al riparto dei seggi la coalizione di liste avente come capo Berlusconi Silvio con 18.977.843 voti e la coalizione di liste avente come capo Prodi Romano con 19.002.598 voti''. Inoltre, l'ufficio, si legge ancora nel comunicato, ''ha accertato che nessuna lista non collegata ha superato i quorum''.
Nel comunicato, l'Ufficio ha illustrato anche il criterio con il quale ha provveduto all'assegnazione delle liste, e ha specificato che è stata determinata ''la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista e di ciascuna coalizione sommando, con riferimento alla cifre elettorale nazionale di ciascuna lista, le cifre elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni dalle liste aventi il medesimo contrassegno''. Un procedimento che ''va interpretato nel senso che a tale somma si procede nell'eventualità della presentazione della lista in più circoscrizioni, ma non nel senso che non si debba tener conto dei voti conseguiti da una lista, che si sia presentata in una sola circoscrizione''.
E' da escludere, si legge nel ancora comunicato, che ''il provvedimento contenente l'elenco dei collegamenti ammessi possa essere considerato inutile, come sarebbe nel caso in cui, ammessa prima delle elezioni la presentazione di una lista in una sola circoscrizione e il relativo collegamento in una coalizione, il voto espresso dagli elettori per quella lista e per quella coalizione venisse messo nel nulla in sede di somma delle cifre elettorali''.
Ecco come la Cassazione ha spiegato i motivi in base ai quali l'istanza presentata da Roberto Calderoli non possa essere accolta.
Insomma, a conti fatti, per farla breve, per mettere un punto, alla stregua di tutte queste considerazioni la commissione ha ribadito che a vincere le elezioni è stato Romano Prodi che legittimamente potrà governare come la maggioranza degli italiani ha deciso.
Quindi, si può chiudere tutta la questione sul chi ha vinto e chi ha perso, e il governo Prodi potrà cominciare il suo mandato provando a tutti gli italiani che il programma del centrosinistra farà il bene del Paese?
Secondo l'Udc sicuramente, con il pronunciamento della Cassazione la partita elettorale si è chiusa. Il segretario Lorenzo Cesa ieri stesso ha rivolto a Prodi l'augurio di tutto l'Udc ''di buon lavoro nell'interesse dell'Italia e degli italiani''.
Per Alleanza Nazionale un po' meno. ''Prendiamo atto delle decisioni della Cassazione. Rimane il problema posto dal ministro Calderoli'', ha detto Andrea Ronchi, portavoce del partito di via della Scrofa. Lo stesso Calderoli, il cui ricorso è stato bocciato dai giudici del ''palazzaccio'', ha detto: ''Ho letto le motivazioni della Cassazione alla mia istanza e io su questa base la vittoria alla sinistra e a Prodi non la riconosco e aggiungo che si utilizzeranno tutti gli strumenti per dimostrare la realtà, cioè che la Cdl ha preso più voti''.
Risposta totalmente opposta è arrivata dalla Casa delle Libertà, che proprio non riesce ad accettare la vittoria di Prodi e dei suoi. ''Serve un supplemento di controlli'', ha subito detto Giulio Tremonti, vicepresidente del consiglio e vicepresidente di FI. ''Una differenza così esigua di voti tra le due coalizioni lo impone. Ci sono le corti di appello, ci sono le giunte del nuovo Parlamento... Poi, alla fine di tutti i controlli, è giusto che chi avrà anche solo un voto in più vincerà le elezioni''.
Tremonti, intervenuto in un programma televisivo ha citato alcune ''anomalie sostanziali'': ''Ci sono alcune cose da chiarire: il numero degli elettori non coincide con il numero delle schede. Inoltre il numero delle schede bianche alla Camera è enormemente inferiore rispetto a quello del Senato. Quindi è giusto chiedersi che cosa sia successo''.
Insomma, quello che frulla in testa a Berlusconi è chiaro anche se non ha commenta ufficialmente la sentenza della Cassazione. Nel corso di una serie di riunioni tenute ieri sera a palazzo Grazioli con i vertici di FI e con i leghisti Calderoli e Maroni, ha però ribadito la linea ''convinta e decisa'' della ''verifica del voto''.
''Darò battaglia, battaglia... I conti li devono fare con noi'', avrebbe detto ai suoi il premier. Una linea che prevede, come mossa successiva, secondo quanto si è appreso in ambienti di Forza Italia, il ricorso al Tar del Lazio ed alle giunte per le elezioni di Camera e Senato.
A questo punto ci viene da chiosare scrivendo: la storia continua... ma per quanto ancora?