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E' LA DISPERAZIONE!

Dramma a Vittoria (RG): muratore disoccupato, sfrattato per un debito, si dà fuoco con moglie e figlia

15 maggio 2013

Lotta tra la vita e la morte Giovanni Guarascio, muratore disoccupato di 64 anni, che a Vittoria (RG) si è dato fuoco per impedire che il nuovo proprietario della sua casa, venduta all'asta un anno fa a causa di un debito di 10 mila euro con una banca, gli potesse togliere l'unica cosa che gli dava ancora un minimo di sicurezza: un tetto per sé, la moglie e le sue due figlie di 28 e 32 anni, anche loro senza lavoro.
Ieri, poco prima delle 14, mentre era in corso una trattativa tra gli avvocati, alla presenza dell'ufficiale giudiziario Anna Cavallaro, Guarascio ha perso la testa: si è cosparso di benzina e si è dato fuoco. La moglie, Giorgia Famà, sua coetanea, una delle figlie e due poliziotti sono subito intervenuti e sono stati investiti dalle fiamme. Portati all'ospedale Guzzardi di Vittoria, le condizioni di Guarascio (che ha ustioni di secondo e terzo grado sul 60% del corpo) sono subito sembrate gravi, tanto da richiedere il trasferimento in elisoccorso al Cannizzaro di Catania, dove è ricoverato anche uno dei poliziotti, Antonio Terranova. Le condizioni degli altri tre non sembrano destare preoccupazione: la figlia della coppia è stata già dimessa.

Il braccio di ferro tra Guarascio e la banca andava avanti dal 2001. Il muratore cercava di mandare avanti la famiglia facendo lavori saltuari e sperando che un giorno avrebbe potuto estinguere il suo debito. Ma le cose sono man mano peggiorate anche dalle sue parti, dove in un tempo non lontano, grazie alla serricoltura, il territorio aveva raggiunto un livello di benessere invidiabile per i canoni del Mezzogiorno.
Guarascio non ce l'aveva fatta e non riusciva a perdonarsi che una delle sue figlie, la più piccola, per mancanza di soldi fosse stata costretta ad abbandonare gli studi universitari. Il muratore le ha tentate tutte, ma la banca è stata inflessibile mettendo all'asta la sua casa, venduta nel maggio 2012 per 26 mila euro. L'acquirente di quella casa povera, con la facciata senza intonaco che lascia a vista i mattoni sbreccati, è un trentacinquenne di Scoglitti, un paese poco distante, e anche lui non naviga nell'oro.
Dopo ripetuti tentativi di trovare un accordo con l'acquirente, ha spiegato l'avvocato di Guarascio, Giulia Artini, ieri mattina il muratore aveva giocato l'ultima carta, proponendo di continuare a vivere da affittuario in quella che fino a quel momento era stata la sua casa. Almeno per un periodo breve, fino al prossimo dicembre, il tempo per cercare un'altra sistemazione. Ma il nuovo proprietario, che già dallo scorso settembre chiedeva lo sfratto, è stato irremovibile. La discussione si è subito animata, tanto che i vicini di casa hanno chiamato la polizia, che si trovava sul posto quando Guarascio si è dato fuoco.
"Ho vissuto degli attimi di panico che non auguro a nessuno -  ha detto l'avvocato della famiglia Guarascio -. Nel momento in cui Guarascio si è dato fuoco, io ero di sopra, nell'appartamento, perché su consiglio di uno degli agenti ero andata a vedere come stesse una delle figlie di Guarascio rimasta in casa. Stavo scendendo le scale quando mi sono ritrovata le fiamme davanti. Non sapevo come uscire, perché il portone di casa della famiglia Guarascio è murato a tabbia e l'unica possibilità era il garage che però aveva la saracinesca semi chiusa. Siamo stati infatti costretti ad uscire ad uno ad uno. Subito fuori abbiamo chiamato il 118".
"E' arrivato il momento di fermare -  dice Giuseppe Nicosia, sindaco di Vittoria  - tutte le procedure di recupero dei crediti e di avviare una moratoria che possa consentire alla gente di mantenere la propria casa. Le famiglie non ce la fanno più ad andare avanti. Questo gesto drammatico è la spia del malessere sociale che vive la povera gente di fronte alla grave crisi economica di questi mesi".

Stamane, le condizioni di Giovanni Guarascio sono risultate stabili, ma restano gravi. L'uomo è ricoverato nella Rianimazione dell'ospedale Cannizzaro di Catania. Nello stesso reparto del nosocomio si trova l'assistente di polizia Antonio Terranova. L'agente ha riportato ustioni di secondo e terzo grado sul 30% del corpo. Per entrambi la prognosi resta riservata. Non sono gravi, invece, le condizioni del secondo poliziotto intervenuto per tentare di salvare l'uomo che voleva uccidersi come un 'bonzo': l'assistente Gianmarco Di Raimondo, che è stato medicato nell'ospedale di Vittoria per ustioni agli arti superiori.

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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15 maggio 2013
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