E la Venere di Marsala si mise in mostra, in attesa che venga alla luce la Lilybeo Ciceroniana
L'area archeologica di Marsala (TP) ''rischia'' di trasformarsi in una delle più interessanti di tutto il Mediterraneo
Dopo essere stata per millenni occultata dal terreno, la ''Venere di Marsala'' viene messa in mostra, potendo finalmente fare vedere tutta la sua beltà. La statua in marmo di epoca romana rinvenuta venerdì scorso durante gli scavi effettuati dagli archeologi nell'area di Capo Boeo, accanto alla chiesa di San Giovanni, da ieri è esposta nel Museo archeologico regionale di Baglio Anselmi, a poche decine di metri da dove è stata ritrovata.
La preziosa statua, risalente alla seconda metà del II secolo dopo Cristo, venuta alla luce senza testa e senza gambe (dal ginocchio in giù), rimarrà esposto al pubblico per tutta la prossima settimana. Poi sarà avviata la fase di restauro che comunque, dicono gli esperti, non sarà molto complicata.
Un'esposizione al pubblico prima del restauro decisa dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, per soddisfare le richieste di quanti (studiosi e semplici cittadini) hanno chiesto di poter ammirare la statua da vicino.
La ''Venere di Marsala'', alta 118 centimetri (completa di testa e gambe, però, l'altezza presuntiva è di circa un metro e 70 centimetri), era stata esposta in visione a giornalisti, fotografi e tele-operatori lunedì scorso, al termine della conferenza stampa tenuta al Museo di Baglio Anselmi alla quale partecipò anche l'assessore regionale ai Beni Culturali Alessandro Pagano, che durante il periodo in cui era in carica, per la realizzazione del parco archeologico di Marsala, decretò diversi finanziamenti (per un totale di 10 milioni e 481 mila euro).
''Quando sarà ritrovata anche la testa, spero presto - disse Pagano - questa statua sarà un reperto che potrà essere definito unico al mondo. E per questo motivo la scoperta appena effettuata costituisce un evento di rilievo internazionale, che giunge, per altro, a concreta conferma di alcune tesi storiche''.
L'area archeologica di Marsala (quattro ettari in tutto), infatti, ''rischia'' di trasformarsi adesso in una delle più interessanti di tutta l'area mediterranea.
In superficie è giunta la splendida Venere, sottoterra c'è ancora l'antica Lilybeo, la splendida civitas del grande Cicerone, con le sue piazze, le ville dei più potenti e ricchi personaggi del tempo e tutti gli altri tesori nascosti dell'età d'oro dei Romani.
"Testimonianze di inestimabile valore storico e artistico che adesso riporteremo alla luce", dice con emozione l'archeologa Rossella Giglio, alla guida dei scavi. "E' una enorme fortuna - prosegue - che una città abbia saputo conservare un patrimonio archeologico così esteso salvandolo dall'espansionismo urbano". "Sono due - spiega l'archeologa - gli scavi finanziati dall'assessorato regionale ai Beni culturali con oltre 1 milione di euro. Uno interesserà le abitazioni, l'altro le strade. L'intervento consentirà di ricostruire la Lilybeo guidata da Cicerone, che fu questore per tre anni nella capitale siciliana in epoca romana". "I lavori - afferma Rossella Giglio - si spera possano partire già in primavera. Tutto è pronto. Conosciamo centimetro per centimetro l'area grazie a una pianta ricostruita con strumenti molto evoluti".