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E lo stipendio dei parlamentari italiani finalmente calò del 10%. Solo che...

Un 10% in meno, che sembra essere in realtà un 6% in meno, che con l'aumento del 6% diventa...

18 gennaio 2006

''Con la delibera adottata oggi la Camera ha recepito gli indirizzi contenuti nella legge finanziaria in materia di contenimento dei costi della politica, nella consapevolezza delle difficoltà economiche attraversate in questo momento dal Paese''.
L'Ufficio di presidenza della Camera dei deputati ha deciso di ridurre del 10 per cento, a partire dal primo gennaio, l'indennità dei parlamentari. Inoltre dalla stessa data sarà diminuito del 10 per cento anche l'importo degli assegni vitalizi corrisposti ai deputati con mandato scaduto e a tutti gli altri aventi diritto.
Le modalità con cui sarà attuata questa decisione verranno stabilite dal Collegio dei deputati questori entro il 28 febbraio 2006.

Alla fine, lo stipendio dei politici italiani, quelli che Beppe Grillo chiama ''i nostri dipendenti'', è stato decurtato del 10%. Siccome il Paese versa in condizioni economiche ''difficili'' - dice una nota della Camera -, ''disastrose'' - pensano gli italiani -, ''va tutto bene, è solo questione di percezione'' - dice il premier Silvio Berlusconi -, i politici hanno concordato che è giusto siano loro a dare l'esempio, e comunque sia, siamo sicuri che tutti loro non avranno certo problemi ad arrivare alla fine del mese.
Quindi, ''i nostri dipendenti'' ci fanno sapere che guadagneranno un po' meno ma (e questo non ce lo hanno fatto sapere loro) allo stesso tempo, i senatori si apprestano a ricevere addirittura un nuovo aumento di stipendio. Uno ''scatto'', chiamiamolo così, che riguarda anche i deputati, che si trascinerà anche su pensioni e liquidazioni e che si annuncia consistente.
Inoltre, voci di corridoio dicono che tale aumento sarà in grado, comunque, di cancellare il taglio delle indennità mensili dei parlamentari appena deciso dalla Camera, che dicono del 10%, ma che in realtà, sia per gli stipendi dei deputati che dei senatori, sarà del 6%.

L'aumento di stipendio alle porte è quello biennale che deriva dall'agganciamento delle indennità parlamentari agli stipendi dei presidenti di sezione della Cassazione. Sempre secondo alcune indiscrezioni l'aumento alle porte sarebbe intorno al 6%. Esattamente pari al taglio appena effettuato alle indennità, in ossequio alla Finanziaria del ministro Giulio Tremonti. Infatti, la legge stabilisce che ''la misura massima'' dell'indennità mensile dei parlamentari debba essere ridotta del 10%. Se non che lo stipendio dei parlamentari, fino al dicembre scorso, era pari non ''al massimo'', ma al 96% dello stipendio dei magistrati. Sicché il taglio effettivo già adottato dal Senato, e che la Camera ha varato ieri, sarà di soli sei punti percentuali.

La riduzione delle indennità appena decisa, da 5.940 a 5.580 euro netti mensili (cui si aggiungono 4 mila euro di diaria, 4.678 euro di rimborsi, in parte ai gruppi politici di appartenenza, oltre ai forfait annuali per i viaggi, da 9 a 18 mila euro) rischia dunque di essere del tutto vanificata.

Anche i deputati siciliani si ritoccano lo stipendio
A poche ore di distanza dall'annuncio che l'ufficio di presidenza di Montecitorio ha deciso di ridurre del 10 per cento l'indennità dei parlamentari della Camera (stessa sorte è toccata anche agli assegni vitalizi corrisposti ai deputati cessati dal mandato) dalla Sicilia è giunta la notizia i deputati all'Assemblea Regionale hanno agito in maniera opposta. I rappresentanti dei cittadini isolani hanno infatti scelto di aumentare lo stanziamento per le loro indennità, per i vitalizi e per le liquidazioni. Per pagare i deputati, i contribuenti nei prossimi dodici mesi spenderanno qualcosa come 21,9 milioni di euro. [www.centomovimenti.com]

- ''Uno stipedio onorevole'' di Bernardo Iovine (Report del 16/09/2003)

- ''Uno stipedio onorevole'' (aggiornamento del 06/05/2004)

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18 gennaio 2006
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