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E Malta indica la rotta per Lampedusa

Soccorso un altro gommone carico di migranti: sono stati accompagnati dai maltesi fino alle acque territoriali italiane

25 agosto 2009

Continuano gli sbarchi verso le coste siciliane. All'alba, a circa 10 miglia a sud di Lampedusa, è stato soccorso da un pattugliatore della Guardia di Finanza un gommone con 57 migranti a bordo. L'imbarcazione sarebbe stato scortato fino alle acque territoriali italiane da un'unità militare maltese.
Tra i migranti ci sono quattro donne. Dopo i controlli medici, che hanno accertato le loro discrete condizioni, gli extracomunitari sono stati trasferiti a Porto Empedocle.


Il soccorso di oggi presenta numerose analogie con la vicenda dei cinque eritrei soccorsi cinque giorni fa dalla Guardia di Finanza al largo di Lampedusa (LEGGI). Anche in questo caso, infatti, sono state le autorità maltesi a segnalare il gommone, che è stato scortato fino al limite della acque territoriali italiane da un pattugliatore della marina militare.
Le operazioni di soccorso da parte delle motovedette italiane sono state perfino filmate dai maltesi e anche la presenza dell'unità della Valletta è stata documentata dalle Fiamme Gialle con alcune riprese video.

Intanto, questa mattina, il segretario del Pd, Dario Franceschini, in visita in Sicilia, ha visitato i due eritrei sopravvissuti alla tragedia del mare dei giorni scorsi e ora ricoverati nell'ospedale di Palermo Vincenzo Cervello.
Sulla vicenda è tornato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenuto a 'Radio anch'io': "Le motovedette affidate ai libici sono lì a pattugliare un tratto del Mediterraneo. I libici le usano tanto è vero che negli ultimi tre mesi a Lampedusa sono arrivate poche centinaia di persone, quindi l'accordo con la Libia funziona molto bene. I destinatari del pattugliamento sono i trafficanti non le vittime dei traffici. Ci sono delle direttive europee che dobbiamo rispettare, come quella sui respingimenti".
Sulla possibilità che altre imbarcazioni abbiano incrociato quella degli extracomunitari, Frattini ha detto che si tratta di "un sospetto grave ma di navi militari ne esiste una sola, quella maltese. Non entro nel merito, sta indagando la magistratura. Se ci fossero le prove che altre imbarcazioni avrebbero potuto intervenire, come pescherecci, per salvarli sarebbe un reato grave punito dalle leggi internazionali".
L'Italia chiederà sanzioni per Malta? "No, si tratta di ragionare insieme se l'Ue può fare un pattugliamento congiunto ancora più forte intorno alle acque maltesi. Malta - ha aggiunto il ministro - ritiene che lo spazio marino da controllare è grande quanto il territorio italiano, forse sarebbe meglio ridurre questo spazio. Noi non vogliamo forzare un Paese indipendente ma quando succedono le tragedie cosa facciamo? Ho fatto un appello all'Europa, non ho chiesto interventi su Malta e la risposta avuta ieri è stata incoraggiante".

E per i cinque immigrati eritrei è già stata avviata dalla questura di Agrigento la pratica per il riconoscimento del diritto d'asilo. Decade quindi l'indagine contro gli eritrei per immigrazione clandestina. Intanto sul tavolo del ministro dell’Interno Roberto Maroni è approdato l'ultimo rapporto della polizia sui cinque naufraghi eritrei mentre la procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio plurimo colposo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le informazioni che la squadra mobile di Agrigento ha inviato al Viminale rivelano che nel gommone sono stati trovati due giubbotti di salvataggio di una marca italiana, "Atlantis", in vendita a Malta. Un elemento questo che deve ancora essere chiarito, così come devono essere chiarite le dichiarazioni rese dai cinque immigrati eritrei di cui due sono stati trasferiti in ospedale a Palermo, un altro in un centro di accoglienza di Caltanissetta e gli altri due, entrambi minori, sono stati affidati ad una casa famiglia di Palma di Montechiaro.
Quanto alle notizie relative all’avvistamento di corpi senza vita nel Canale di Sicilia che potrebbero far parte dei 75, fra uomini e donne, naufraghi eritrei di cui parlano i cinque superstiti, sarebbero infondate perché il Viminale non ha ricevuto alcuna conferma dalle autorità maltesi. In relazione, poi, al cadavere ripescato nelle acque antistanti l’isola di Linosa, sul quale nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia a Canicattì, gli investigatori escludono che possa trattarsi di uno dei naufraghi eritrei. Le indagini, comunque, proseguono, anche da parte della Guardia di Finanza, per comprendere se i cinque eritrei hanno detto la verità: i dubbi permangono perché lo stato "psico-fisico" dei cinque eritrei, compresi i due minori, non è apparso alle nostre forze di polizia compatibile con i tragici racconti che hanno reso subito dopo essere stati soccorsi al largo delle Pelagie.

[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it, il velino.it]

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25 agosto 2009
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