È morto Andrea Camilleri
Il Maestro di Vigàta, inventore del commissario Montalbano, si è spento questa mattina , a Roma
"Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano".
Andrea Camilleri è morto questa mattina (dopo essere stato ricoverato lo scorso 17 giugno all'ospedale Santo Spirito per un arresto cardiaco) e la sua carriera è terminata così come rispondeva lui a chi gli chiedeva come mai, a 93 anni, non si fosse ancora deciso ad andare in pensione.
Il fatto è che non si può smettere di fare ciò per cui si è nati, e il papà del Commissario Montalbano era nato per raccontare storie.
Nel 1994 la casa editrice siciliana Sellerio portava in libreria "La forma dell'acqua", primo romanzo della serie incentrata sulle indagini del commissario siciliano. Romanzo dopo romanzo, ne sono usciti trenta.
Sempre al vertice delle classifiche librarie, Montalbano deve il suo nome allo scrittore spagnolo Manuel Vazquez Montalban - che di Camilleri fu grande amico - e la sua longevità a Elvira Sellerio: avrebbe dovuto terminare la sua carriera con il secondo romanzo, "Il cane di terracotta", ma l'editrice richiamò lo scrittore per chiedergli quando sarebbe arrivato il terzo libro. Lui rispose mai, lei oppose il resoconto delle vendite. Fortunatamente per i lettori, l'ebbe vinta Sellerio e Camilleri continuò a raccontare le storie del burbero, geniale e straordinariamente umano commissario di polizia.
Un’invenzione, quella di Camilleri - parlerà sempre di Salvo Montalbano come se fosse vero e vivente, quasi un suo alter ego -, che ha determinato anche la fortuna turistica di una parte della Sicilia, teatro dei luoghi della trasposizione televisiva dei romanzi e che in onore del Commissario Montalbano e del suo creatore ha eretto monumenti e intitolato itinerari.
Una carriera lunghissima quella di Camilleri che, ovviamente, non si esaurisce nei romanzi di Montalbano. Nei suoi 93 anni ci sono state tanta letteratura, tanto teatro, tanta televisione e tanta politica civile.
Prima aiuto-regista di Orazio Costa dopo un turbolento apprendistato all'Accademia d'arte drammatica a Roma, e in seguito regista in proprio, oltre che per trent'anni funzionario Rai addetto alla prosa radiofonica e produttore in televisione di pièces teatrali.
Quando parlava della sua vecchiaia, pur sottolineando le difficoltà di un corpo che non rispondeva più alla velocità della mente, non si lasciava mai andare a rimpianti o paure. Appariva sereno, la voce arrocchita dalle migliaia di sigarette fumate, i ricordi dell'infanzia nitidi davanti agli occhi. La chiamava presbiopia della memoria, diceva che con la vecchiaia l'infanzia precipitava addosso.