E' morto il 121° operaio Sacelit
Il 74enne Santo Cambria aveva lavorato nella "fabbrica della morte" di San Filippo del Mela per 28 anni
E' morto ieri un altro ex dipendente della società Sacelit di San Filippo del Mela (Me). Santo Cambria aveva compiuto da poco 74 anni e aveva lavorato nella "fabbrica della morte" per 28 anni, con le mansioni di addetto alla macchina formatrice lastre piane e alla produzione di canne quadrangolari, serbatoi per acqua e pezzi speciali di eternit.
A Cambria, agli inizi del 1973, l'Inail di Milazzo aveva riconosciuto la malattia professionale per "silicosi polmonare". Patologia che, secondo gli stessi medici, non è collegata con l'esposizione alle fibre di amianto.
Un ex collega di lavoro, il sindacalista Salvatore Nania, ricorda il calvario dell'ex dipendente della Sacelit: "Con il passare degli anni, Santo continua ad aggravarsi con insufficienza respiratoria, broncopatia cronica ostruttiva, ispessimenti della pleura parietale destra e sinistra. In questi ultimi anni le sue sofferenze sono pian piano aumentate, fino a dover combattere con un carcinoma polmonare con metastasi diffusa e una insufficienza respiratoria che con atroci sofferenze inesorabilmente lo hanno condotto alla morte, senza alcuna possibilità curativa".
Nania, che è anche presidente del Comitato ex esposti amianto, ricorda che con l'ennesimo decesso, il numero dei morti alla Sacelit di San Filippo del Mela, industria che dal 1956 al 1993 ha prodotto materiale in amianto-cemento, raggiunge quota 121 su un totale di 220 ex dipendenti.
- I "complici" dell'amianto a Palermo sono colpevoli (Guidasicilia.it, 22/11/14)