E' nato il nuovo Antiquarium nel meraviglioso sito cartaginese di Solunto (PA)
Nella città ricordata da Tucidide
"Uno strumento di tutela forte e determinato", con l' apposizione di un vincolo di immodificabilità per la parte bassa di Solunto, è stato chiesto dalla Sovrintendente dei Beni Culturali di Palermo, Adele Mormino. Una richiesta di vincolo che trova concorde l'assessore regionale alla Cultura, Granata. ''Per preservare l'unicum paesaggistico del sito, occorre superare - afferma - certe contraddizioni tra le normative vigenti e alcuni strumenti urbanistici previsti dal Comune interessato (Santa Flavia), alla luce delle indicazioni dell'assessorato Territorio e Ambiente''.
Essere riusciti a salvare un'area che Adele Mormino definisce ''divorata dall' edilizia'' non è un atto da poco. ''E' una altro significativo tassello - aggiunge Granata - di un progetto di valorizzazione delle aree archeologiche che rafforzano l'offerta culturale della provincia di Palermo e che determina la possibilità di allargare il mercato già importante di turismo culturale''.
Solunto è un sito affascinante, fondato dai Cartaginesi nel IV sec. a.C., forse sui resti (o nei pressi) di una più antica città fenicia, passata dopo circa un secolo sotto il dominio romano, con un emporio arcaico di origine fenicia, ricordato da Tucidide, dove passeggiando si può scoprire la memoria del passato. Due le sezioni espositive dell'antiquarium che offrono diverse possibilità di lettura pur essendo strettamente connesse. Il percorso ha una forte impostazione didattica. Il vecchio padiglione introduce nella città greco-romana (demaniale e, quindi, protetta da vincoli).
Qui il visitatore può comprendere il rapporto tra i reperti via via incontrati e le strutture di appartenenza. Il coordinamento scientifico del progetto è stato di Francesca Spatafora. Il percorso, che comprende pannelli divulgativi (attraverso i quali Solunto viene confrontato con altri modelli di sviluppo urbanistico come Pompei) è stato realizzato con la collaborazione del professore Dieter Mertens, direttore dell'Istituto Archeologico Germanico di Roma.
All'interno del padiglione sono esposti arnesi domestici, bronzi e sculture; vi è pure una sezione interamente dedicata all'archeologia subacquea. La visita è 'accompagnata' da una brochure, facilmente consultabile, che recupera i testi dei pannelli.