È nato il registro dei borghi marinari siciliani
In un portale della Regione Siciliana raccolte 16 realtà isolane del mondo della pesca
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Tonnare, opifici per la lavorazione del pesce, attrezzi delle marinerie ma anche riti, feste e tradizioni del mare siciliano sono stati raccolti nel Reimar, il Registro delle identità della pesca mediterranea e dei borghi marinari.
È un portale telematico (www.reimar.it) che "permette di creare sviluppo e turismo ed evocare miti e tradizioni dei pescatori isolani raccogliendo antichi saperi e mestieri che possono essere tramandati alle nuove generazioni" ha detto Luca Sammartino, assessore regionale alla Pesca Mediterranea, durante la presentazione.
"Grazie all'innovazione tecnologica si realizza un ponte culturale. Nei racconti epici dei nostri pescatori troviamo le vie e le borgate che così si propongono per la fruizione. L'auspicio è valorizzare ogni borgo marinaro della nostra regione, metterlo in rete e creare un circuito culturale di tradizioni e saperi" ha concluso l'assessore.
"Un popolo senza memoria non ha futuro" ha sottolineato Alberto Pulizzi, dirigente del dipartimento regionale della Pesca. Il portale è stato realizzato seguendo le indicazioni della legge regionale n. 9 del 2019 che si richiama ai principi della Commissione intergovernativa per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'Unesco.
Il Reimar è diviso in sei sezioni: Borghi marinari; Saperi del mare; Celebrazioni rituali; Spazi culturali; Tonnare; Musei.
Ne fanno già parte le borgate marinare di Aci Trezza e di Acireale, Bonagia, Castellammare del Golfo, Cefalù, Favignana, Isola delle Femmine, Lipari, Marinella di Selinunte, Marzamemi, Portopalo di Capo Passero, Riposto e Torre Archirafi, San Vito Lo Capo, Santa Flavia, Sciacca e Sferracavallo.
Ma si tratta solo di una prima catalogazione. Il portale permette l'ingresso di altre realtà marinare. Le istanze verranno selezionate da una commissione nominata dal Dipartimento regionale della Pesca Mediterranea e presieduta da Franco Andaloro.
A raccogliere il materiale proveniente da tutte le otto province siciliane bagnate dal mare è stata la "iWorld", un ente del terzo settore. "Si tratta solo di un primo lavoro di selezione di materiali su scala regionale - afferma Lucio Tambuzzo, direttore di iWorld - ma stiamo già lavorando al registro delle realtà immateriali dell'intero Mediterraneo".
"Il Reimar si integra con la banca dati regionale del registro delle eredità immateriali che comprende anche pratiche, espressione orali, dialetti, feste, riti e tecniche millenarie che la Regione raccoglie e custodisce. Le pratiche della cultura immateriale sono un valore per l'economia e il turismo" ha spiegato Laura Cappuggi, dirigente del Centro regionale per l'inventario e la catalogazione.