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E non chiamateli pirati...

A Palermo per l'Hackmeeting 2008. Centinaia di Hacker al raduno nazionale

27 settembre 2008

C'è la giornalista toscana, il metalmeccanico bergamasco, il professore piemontese, il funzionario regionale siciliano, il nullafacente "per scelta" laziale, tutti rigorosamente senza nome ma con sigle futuriste: sono centinaia gli hacker giunti nel centro sociale Ask191, un edificio confiscato alla mafia e occupato, per "Hackmeeting 2008" tre giorni (fino a domani, domenica 28 settembre) di attività con seminari, scambi di notizie che possano aiutare il loro mondo ad aggirare o superare le limitazioni imposte dalle leggi e dal mercato informatico, esperimenti, e momenti di aggregazione come concerti e pranzi.

Ad accogliere ieri i nuovi arrivati in via Strasburgo a Palermo c'era "Dhcp umano", un giovane che distribuisce gli indirizzi "Ip" per collegarsi alla rete costruita "artigianalmente" e che coinvolge anche i telefonini cellulari di chi si trova nelle vicinanze: col bluetooth gli organizzatori inviano messaggi, loghi e sfondi che riguardano la manifestazione. "Il bello di questi meeting - dice Hj, giornalista di 30 anni - è che ci si spoglia della propria identità quotidiana e ci si confronta in maniera paritetica. Ci vogliono far credere che Internet sia il mare invece è solo un acquario. La rete conosciuta dalla gran parte degli utenti ha molti limiti in realtà vi sono luoghi sconosciuti, angoli bui, anche brutti". Un'altra ragazza, Mj, spiega: "Quello che mi affascina della cultura hacker è la possibilità di far da soli".

Nella grande sala sono state sistemate decine di banchi e gli appassionati informatici si siedono uno accanto all'altro aprendo i propri pc portatili. Il silenzio è contrastato solo dal rumore delle dita che battono sui tasti. I temi dei seminari sono vari: da "Freedom not Fear 2008: giornata contro il tecnocontrollo" a "Protezione delle comunicazioni via posta elettronica" o "Desktop GNU/Linux su hardware obsoleto" e "Meccanica della (dis)informazione".
Gli "smanettoni" del computer non sono omologati. C'é chi è vestito in giacca e cravatta e chi invece porta i dreadlocks, vengono da tutta Italia ma soprattutto dal Centro-Nord. Uno degli organizzatori dell'evento è un trentenne informatico, Chaos. Sull'avambraccio destro ha tatuato un codice a barre. Dice: "Ci incontriamo ormai da undici anni che per i tempi della tecnologia informatica sono l'equivalente di un'era geologica. Queste sessioni sono totalmente autogestite grazie all'apporto degli appassionati".
Un giovane che si definisce "nullafacente" e che vuol essere chiamato "anonimo" spiega: "Cerco di lavorare il meno possibile e di ridurre al minimo il mio consumismo". Poi indica il suo computer e sorridendo dice: "L'ho preso dalla spazzatura".

[Informazioni tratte da ANSA, La Siciliaweb.it]

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27 settembre 2008
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