E non finì più di tremare
In Emilia Romagna la terra continua a tremare. Sono state circa 60 scosse registrate durante la notte
In Emilia Romagna la terra continua a tremare. Sono state circa 50 scosse di terremoto registrate durante la notte nella zona colpita in dieci giorni da due violenti sismi di magnitudo 5.9 e 5.8, che hanno causato un totale di 23 morti, un disperso e circa 14.000 sfollati.
Secondo i rilievi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), delle scosse registrate dalla mezzanotte alle 5:15 di oggi la più forte è stata alle 3:54, con magnitudo 3.4 ed epicentro in prossimità dei comuni modenesi di Camposanto, Cavezzo, Medolla, Mirandola e San Felice sul Panaro e di quello mantovano di San Giovanni del Dosso. E una nuova scossa è stata avvertita in mattinata dalla popolazione nelle province di Modena e Mantova. I comuni prossimi all'epicentro sono Novi di Modena e Concordia, in provincia di Modena, e Moglia, in provincia di Mantova. Secondo i rilievi registrati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l'evento sismico è stato registrato alle 8 con magnitudo 3.8. Sono in corso le verifiche da parte della Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile.
Nonostante le continue scosse non si ferma la macchina dei soccorsi. Fino ad ora però non è stato ancora trovato l'operaio disperso nel crollo dell'azienda Haematronic di Medolla, provincia di Modena, uno dei comuni più colpiti dal terremoto di ieri. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte con l'aiuto della luce artificiale ma senza riuscire a trovarlo. Nella Haematronic sono morte tre persone, il cadavere di un operaio è stato individuato ed estratto ieri mattina. Gli altri due sono stati trovati nel pomeriggio ma per estrarli servirebbero dei macchinari pesanti che non vengono utilizzati finché ci sono speranze di trovare in vita l'ultimo disperso.
Uno degli operai morti nel crollo di un capannone a Medolla è Paolo Siclari, di 37 anni, di Messina. Lo ha reso noto il sindaco Giuseppe Buzzanca, che ha espresso il cordoglio ai familiari, Gaspare e Concetta Siclari, che vivono nella città siciliana. Siclari si era sposato con Viviana Lo Furno il 10 aprile del 1999. Dal giugno del 2001 si era trasferito a lavorare al nord. Il corpo di Siclari, che viveva a Castelmassa (Rovigo), è stato recuperato tra le macerie del capannone della Haemotronic. Era padre di due figli. Miracolosamente illeso un concittadino di Siclari che lavora nella stessa azienda, Alessandro Sghembari. Al momento della scossa si era recato al bagno, una circostanza che gli ha probabilmente salvato la vita.
Quella trascorsa è stata per gli sfollati una lunghissima notte di ansia e paura. Migliaia le persone rimaste senza un tetto nel modenese, ma anche in provincia di Bologna e nel ferrarese, dove sono attendati gli sfollati del terremoto del 20 maggio. La popolazione dei Comuni di Mirandola, Medolla, Cavezzo, ma anche di Crevalcore e San Felice hanno trascorso la notte nei campi allestiti dalla protezione civile, ma c'è anche chi ha dormito in macchina e chi ha montato una tenda privata non lontano dalla propria casa dichiarata inagibile o crollata. Anche a Modena città c'è chi non ha voluto passare la notte in casa, sebbene non ci fossero controindicazioni. Il sindaco Giorgio Pighi ha deciso di tenere i parchi cittadini aperti e molti ne hanno approfittato, montando tende al parco Ferrari o sistemandosi in auto e camper. A Bologna come a Modena oggi le scuole e l'università rimarranno chiuse, per consentire le verifiche tecniche sulla stabilità degli edifici.
Ingv: "Attivata una nuova faglia" - Potrebbe esserci l'attivazione di una nuova faglia all'origine del terremoto di magnitudo 5.8 avvenuto ieri mattina nel Modenese. A nove giorni dal sisma di magnitudo 5.9 del 20 maggio scorso nel Ferrarese, è tornato a tremare il margine settentrionale dell'Appennino sepolto sotto la Pianura Padana. La sequenza delle repliche "sarà lunga, e non si può escludere che possano avvenire altri forti terremoti, come quello avvenuto oggi", ha detto il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Stefano Gresta.
Nel frattempo si sta lavorando per definire la dinamica del fenomeno in corso: "nei prossimi giorni - ha aggiunto Gresta - saremo in grado di definire la struttura e potremo stabilire se il terremoto avvenuto oggi sia stato attivato da una faglia diversa o da un segmento della stessa faglia". Alla necessità di attendere ulteriori analisi prima di stabilire se si sia attivata una nuova faglia ha fatto riferimento ieri anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, in un'informativa al Senato.
Quello che è certo è che "Il fronte del terremoto si è allargato verso Est, passando dai circa 40 chilometri del sisma del 20 maggio a circa 50 chilometri", ha osservato il sismologo Alessandro Amato, dell'Ingv. "Si temeva che, con una struttura così complessa, potesse esserci spazio per altri terremoti di grande entità", ha aggiunto. In passato situazioni analoghe, con forti scosse a distanza piuttosto ravvicinata, sono avvenute nel caso del terremoto dell'Aquila del 2009 (con l'attivazione della faglia di Paganica) e in quello di Colfiorito del 1997. "Un'altra possibilità - ha rilevato - è che possa essersi attivato un segmento della stessa faglia".
Naturalmente queste, al momento sono ipotesi: solo l'analisi dei dati permetterà di avere un quadro preciso della situazione. Sono le repliche, osservano i sismologi, a "disegnare" l'andamento di un terremoto: lo si vede chiaramente nei grandi monitor della sala sismica dell'Ingv, dove una serie di punti blu abbozza un arco nella zona di Ferrara, mentre spostandosi verso Ovest una serie più breve di punti rossi, completa l'arco. I primi segnalano i terremoti avvenuti nel ferrarese dal 20 maggio alla mezzanotte scorsa; i punti rossi indicano i terremoti che hanno cominciato a scuotere il modenese dalle 9 di ieri mattina.
Quella che si è risvegliata è una zona complessa, nella quale si distinguono tre grandi strutture ad arco poste l'una davanti all'altra a distanza di 10-15 chilometri, ha spiegato il sismologo Gianluca Valensise. Un'ipotesi, ha aggiunto, è che la struttura attivata il 20 maggio scorso possa aver "risvegliato" quella adiacente: "avevamo sperato - ha aggiunto - che la struttura attivata non avesse 'dato un calcio' alla struttura vicina".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Ansa, Corriere.it, Lasiciliaweb.it]
- L'allarme dei sismologi: "Potrebbe durare anni" di Elena Dusi (Repubblica.it)