E ora tocca a NOI
I giochi sono fatti e domenica e lunedì si va a votare per eleggere il nuovo Parlamento. Che vinca il migliore!
Si è conclusa, finalmente (trascriviamo semplicemente il pensiero di molti, ndr) la campagna elettorale. I giochi sono fatti. I politici, tutti, hanno detto quello che dovevano dire, o meglio, hanno detto quello che hanno voluto dire, e adesso sta a noi cittadini decidere chi andrà a formare il nuovo Parlamento italiano che, si spera, governerà per i prossimi cinque anni e che, lo si spera ancora di più, si interesserà del bene del Paese.
Sono 47.160.244 i cittadini residenti in Italia chiamati domenica 9 e lunedì 10 aprile alle urne per eleggere 618 deputati. Circa 4 milioni in meno (43.062.020 per l'esattezza) gli elettori che, avendo compiuto 25 anni, possono votare per i 309 senatori.
In entrambi i casi, le donne sono in maggioranza: 22 milioni e mezzo per la Camera e 24 e mezzo per il Senato.
A questa platea ''nazionale'', vanno aggiunti altri 2.623.382 italiani residenti all'estero (in pianta stabile o temporaneamente) che hanno già votato per eleggere 12 deputati mentre 2.358.521 si sono espressi per mandare 6 senatori a palazzo Madama. I loro voti, raccolti dai consolati entro giovedì scorso, stanno finendo di affluire a Roma. Lunedì pomeriggio saranno scrutinati presso la Corte d'Appello di Roma e il loro responso sarà cumulato a quello risultato dalle urne nazionali.
I seggi elettorali, in Italia, sono 60.977. Resteranno aperti domenica dalle 8 alle 22 e, lunedì, dalle 7 alle 15. Subito dopo comincerà lo spoglio: prima il Senato, poi la Camera. I risultati dovrebbero essere disponibili un po' prima del solito perché, questa volta, non ci sono preferenze.
Come si vota?
Gli elettori devono recarsi al seggio muniti dell'apposita ''tessera elettorale'' (ricordiamo che chi l'avesse smarrita può chiederne un duplicato) e un documento d'identità valido (gli uffici dell'anagrafe funzionano a pieno ritmo).
Nel seggio l'elettore, specificato nella tessera elettorale, riceverà una scheda di colore rosa per la Camera e, se ha compiuto 25 anni, anche quella di colore giallo per il Senato.
Sulla scheda (che misura 40 cm x 22) i simboli dei partiti sono accorpati su righe orizzontali a seconda della coalizione cui appartengono.
Per votare basta fare un segno (croce o barra) con l'apposita matita consegnata dagli scrutatori su uno, e uno solo dei simboli.
Non si esprimono preferenze. Chi lo facesse vedrebbe annullato il suo voto.
Diverso sarà soltanto per la Valle d'Aosta e il Trentino Alto Adige. In Valle d'Aosta (per Camera e Senato) e in Trentino Alto Adige (solo Senato) è rimasto in vigore il sistema maggioritario. Sulla scheda ci saranno i nomi dei candidati a fianco dei simboli dei partiti o del partito che li sostengono. In questo caso basta fare un segno (croce o barra) sul simbolo, o sul nome o nello spazio che li contiene.
Il sistema elettorale
CAMERA. La nuova legge elettorale ha reintrodotto il sistema proporzionale che, per 10 anni, era stato sostituito dai collegi uninominali. Si tratta di un proporzionale ''puro'' mitigato da ''sbarramenti'' e da premi di maggioranza. Si vota su 26 circoscrizioni più la Valle d'Aosta.
Alla Camera, il premio di maggioranza consiste in un numero di seggi tale da portare la coalizione vincente a quota 340 seggi (il 55% del totale). Alla coalizione sconfitta ne resteranno 277. Un altro seggio sarà attribuito in Valle d'Aosta con il sistema uninominale. Proporzionale con preferenze, invece, per i 12 seggi delle quattro circoscrizioni estere.
Per Montecitorio, gli sbarramenti sono i seguenti: 10 per cento per ciascuna coalizione, 4% per i partiti che corrono fuori dalle coalizioni e 2% per quelli che fanno parte di una coalizione.
I voti dei partiti ''coalizzati'' che resteranno sotto il 2% non andranno comunque sprecati: conteranno per la coalizione ma non porteranno seggi al partito. Un ulteriore codicillo fa sì che, all'interno di una coalizione, prenderà seggi anche il primo dei partiti al di sotto del 2%.
Come si diceva, non ci sono preferenze. Risulteranno eletti, dunque, i candidati di ciascuna lista nell'ordine in cui sono stati elencati al momento della presentazione. Se un partito, ad esempio, in una circoscrizione, avrà ottenuto 8 seggi, manderà a Montecitorio i primi otto candidati della sua lista.
SENATO. Anche per il Senato c'è il sistema proporzionale. Premi di maggioranza e sbarramenti, però, funzionano su base regionale. Le circoscrizioni, infatti, corrispondono alle regioni.
Gli sbarramenti sono i seguenti: 20% per la coalizione, 8% per i partiti che corrono da soli e 3% per i partiti coalizzati.
Il premio di maggioranza si applica su base regionale. In ciascuna regione, cioé, la coalizione vincente otterrà un numero di seggi tale da portarla al 55% del totale. Il premio, ovviamente, non scatterà se quella coalizione avrà raggiunto quella quota con i suoi voti.
Al di la di qualsiasi polemica, preferenza politica e quant'altro vogliamo anche noi invitare tutti gli italiani a recarsi domenica o lunedì alle urne, ed esprimere il proprio voto perché, è importante tenerlo sempre presente, il voto è un DIRITTO e un DOVERE, ed è dal POPOLO (checché se ne dica) che dipende il futuro del Nostro Paese.
Buone elezioni e che vinca il... migliore