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E' scattata la corsa agli acquisti

Le file si allungano davanti ai negozi con i ribassi. Ma come sarà l'Italiano del 2004 di fronte alle spese seppur scontate?

08 gennaio 2004
Ieri  sono state sette le città italiane ad aver dato inizio alla stagione del ribasso. In mattinata le lunghe file davanti ai negozi ancora chiusi, assumono vari significati, perché il fenomeno degli "sconti di fine stagione" oggi vuole essere studiato non soltanto in un quadro di costume di massa, ma anche come segnalatore economico-sociale, visto che il caro vita spinge sempre più gli acquirenti ad aspettare le "Stagioni dell’Abbondanza", e i commercianti ad inventarsi periodi di vendite speciali prima e dopo i legiferati periodi di Saldi. 
Tra l’altro, il novembre scorso è stato un mese disastroso, avvicendato da un timido dicembre, che ha avuto al suo interno un Natale a basso tono, insomma, dopo un anno di cautele, parsimonia e lamentele, dopo un anno in cui le liti sull’inflazione e le relative verità sono state furenti e confuse, per degli acquisti soddisfancenti cosa si doveva aspettare se non i saldi?

Ma come sarà con gli acquisti l’Italiano che si è visto azzoppare la tasca dal prezzo della verdura, degli affitti e chi più ne ha più ne "spenda"? Come si comporterà di fronte a cartelli e cartellini che propongono l’affare della vita? Quale sarà il suo impulso davanti al cachemire scontato, al cappotto a tariffa ridotta, alle scarpe griffate a metà prezzo?
Gli esperti dicono (ma basta sentire la voce del proprio buon senso) che è molto probabile assistere ad uno shopping mirato, senza spreco e che l’ “avventatezza” sarà oculatamente programmata.
Sì dunque a tutto ciò che è di qualità. No a ciò che è inutile, (ossia al capo bello ma che rischia di farci sentire gravanti sensi di colpa).
E', insomma, un consumatore sempre più attento, quello che va a caccia in questi giorni pazientemente, per la savana dei negozi. Un cliente che deve andare a colpo sicuro, che acquista strategicamente, e che compra sempre più raramente a prezzo pieno.

Infatti, come fa sapere l’amministratore delegato del gruppo Rinascente e presidente della Faid, l'associazione che raggruppa la grande distribuzione "Si compra sempre di più durante i saldi e le promozioni: questo è un fatto con cui dobbiamo fare i conti. Il Natale non è andato bene, c'è stato un calo dei consumi fino al 20 per cento così ci sono stati negozi che non hanno rispettato le regole e hanno iniziato a fare sconti già dal 27 dicembre.Vorremmo avere più libertà di fare promozioni durante l'anno per incentivare gli acquisti in un arco di tempo più lungo".
La contrazione delle vendite dell'abbigliamento, per esempio, in autunno è stata del 15/20%, di conseguenza i commercianti hanno la necessità di vendere e la richiesta di questa maggiore libertà di mercato nell’attuare periodi di sconti diventa per loro l’unico modo per offrire a molti clienti uno shopping possibile.

Il fenomeno della vendita scontata, quindi, anche da noi sta assumendo i contorni già consosciuti in altri Paesi, ma pone interrogativi legati, appunto, alle regole italiane. La mancata «liberalizzazione» crea situazioni difficili da capire, dalle differenzazioni delle date nelle varie città, ai preesistenti divari di prezzo tra regioni e addirittura tra province. Pare, a questo punto, evidente che nella poltica dei prezzi e nel commercio le regole debbano essere cambiate.

L’equazione risulta, per finire, semplice: consumi in calo e corsa alla merce scontata, una tendenza che sembra inarrestabile in un mercato inondato di merci e senza la certezza, una volta "incrollabile", del prezzo fisso. Si vende, oramai, solamente quando i prezzi sono al ribasso, perché evidentemente la gente si è impoverita e vuole risparmiare, ma anche perché c'è qualcosa di sbagliato nei prezzi. Se per vendere bisogna continuare a ritoccare il cartellino c'è qualcosa che non funziona nel sistema.
E più i prezzi si abbassano più salgono le polemiche. "Il prezzo fisso o pieno non ha più senso. Lo aveva quando c'era un buon rapporto di fiducia tra commercianti e consumatori. Ma oggi non c'è più", sostiene Vincenzo Donvito, presidente dell'Aduc, associazione dei consumatori. "Quindi i saldi dovrebbero finire, sarebbe la fine dell'ipocrisia".

Intanto i saldi vanno avanti, una flebile febbre ormai, che giorno 10, come blanda epidemia colpirà anche Palermo, dove i vigili danno la caccia agli sconti "selvaggi" con due pattuglie del Nucleo antifrodi in azione in abiti civili per scoprire i negozianti che giá applicano gli sconti.
Già lunedì scorso otto commercianti erano stati multati perchè sorpresi a vendere merce scontata. Per loro una contravvenzione di 1.250 euro, come dire, hanno fatto veramente un buon affare.

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08 gennaio 2004
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