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E' scoppiata la guerra delle bollicine ...

L'Ars ha proibito la distribuzione di bibite gassate nelle scuole, ma i produttori non ci stanno

16 novembre 2011

La Regione siciliana, attraverso una una norma approvata dall'Ars, inserita in un disegno di legge che contiene misure a sostegno delle imprese agricole e della pesca, ha "dichiarato guerra" alle bibite gassate, vietandole nei distributori delle scuole. Dunque, d'ora in avanti in Sicilia gli studenti potranno prelevare dai distributori solo spremute e succhi di agrumi prodotti nell'Isola.
La norma che mette al bando le bevande con le bollicine prodotte dalle multinazionali è stata presentata come emendamento dal capogruppo del Pd, Antonello Cracolici. "Nelle scuole di ogni ordine e grado ubicate nel territorio della Regione siciliana, allo scopo di contrastare la crescente obesità giovanile - si legge nel testo di legge - è autorizzata la somministrazione presso i distributori automatici di spremuta di arance fresche, confezioni di frutta fresca tagliata e altre produzioni ortofrutticole siciliane. Nei distributori automatici è vietata la somministrazione di bevande gassate di ogni tipologia".

La norma, ovviamente, non è piaciuta alle associazioni di categoria e dopo l'Assobibe, l'Associazione Italiana produttori bevande analcoliche - che ritiene destituite di fondamento scientifico le affermazioni secondo cui le bibite gassate e zuccherate sicuramente sono alla base di squilibri metabolici e dell'obesità - lo scontro è diventato politico. "Come sempre la Regione non perde occasione di annunciare iniziative legislative propagandistiche e inapplicabili", ha dichiarato il coordinatore del Pdl in Sicilia, Giuseppe Castiglione. "Ritengo esagerato - ha aggiunto Castiglione - il divieto di consumo delle bevande gassate nelle scuole per il loro contenuto calorico. In virtù di tale principio dovrebbero essere bandite dalle scuole anche le merendine e le patatine".
"La Sicilia contro la Coca-Cola? - aveva detto il governatore Raffaele Lombardo - no, noi siamo contro tutte le bevande gassate, che non dico siano nocive ma sicuramente sono alla base di squilibri metabolici e dell'obesità. Noi vogliamo che si mangi e si beva siciliano nelle scuole, negli ospedali e in ogni luogo pubblico dove è possibile mettere distributori automatici".
Il governatore spera che ospedali e altre strutture si adeguino. "In questo modo - ha affermato Lombardo - si dà una mano all'economia della regione e si tutela la salute dei nostri giovani, evitando che gli utili della vendita di bevande gassate finiscano alle multinazionali".

Subito dopo l'approvazione della norma da parte dell'Ars era intervenuto Luca Busi, amministratore delegato della Sibeg, la società catanese che imbottiglia e distribuisce la Coca-Cola in Sicilia: "Bandire le bibite gassate è una scelta inefficace, nella lotta all'obesità e discriminatoria verso aziende locali che creano valore e posti di lavoro", aveva detto Busi. "Demonizzare un solo alimento non è una soluzione, l'obesità ha una genesi complessa e richiede un approccio che tenga conto di una dieta bilanciata e di uno stile di vita attivo, non esistono cibi buoni o cattivi, ma abitudini alimentari corrette. In Italia il contributo di calorie assunto attraverso i soft drink è percentualmente molto basso, il 2-3 per cento all'apporto calorico medio quotidiano".
A Busi aveva risposto l'assessore regionale all'Istruzione Mario Centorrino, spiegando che la scelta "si collega a due esigenze: l'introduzione di principi di educazione alimentare e l'orientamento verso modelli di consumo che privilegino prodotti siciliani. Già da tempo, infatti, anche su input del presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, in molti istituti sono stati introdotti distributori automatici di succo d'arancia". [Informazioi tratte da ANSA, Repubblica/Palermo.it]

Intervista a Luca Busi ad della Sibeg che imbottiglia in Sicilia la bibita
di Alessandra Bonaccorsi (€conomiaSicilia.com)

Una norma, approvata dall'Ars, contenuta in un disegno di legge su misure a sostegno delle imprese agricole e della pesca, "invita" gli istituti scolastici siciliani "a non utilizzare distributori automatici di Coca cola". In una nota l'assessore regionale per l'Istruzione e la Formazione professionale, Mario Centorrino, sostiene che l'iniziativa "si collega a due esigenze: l'introduzione di principi di educazione alimentare e l'orientamento verso modelli di consumo che privilegino prodotti siciliani". E spinge, quindi, ad un maggiore consumo della spremuta d'arancia rossa.
Sulla vicenda interviene Luca Busi, amministratore delegato di Sibeg srl, azienda che imbottiglia Coca Cola per la Sicilia.

La Coca Cola e le bibite gassate in genere vengono additate dalle istituzioni. Qual è la sua risposta a questo atto di accusa.
"Bandire le bibite gassate è una scelta inefficace nella lotta all'obesità e discriminatoria verso aziende locali che creano valore e posti di lavoro. Demonizzare un solo alimento non è una soluzione, l'obesità ha una genesi complessa e richiede un approccio che tenga conto di una dieta bilanciata e di uno stile di vita attivo, non esistono cibi buoni o cattivi, ma abitudini alimentari corrette".
Un concetto ribadito anche da Assobibe l'Associazione Italiana dei Produttori di Bevande Analcoliche: "Creare un'assioma che lega obesità alle sole bibite gassate e una semplificazione dannosa oltre che sbagliata perche va contro l'assunto riconosciuto che non esistoni cibi buoni e cibi cattivi ma abitudini alimentari corrette".

C'è stato o ci sarà un dialogo con le istituzioni?
"Nessuno ci ha consultati. Abbiamo avuto la notizia e devo ammettere che non ci sono rimasto granché bene. Anche perché già dal 2006 Sibeg, aderendo al codice etico di Unesda -Assobibe, ha intrapreso specifiche campagne di sensibilizzazione, rivolte agli studenti, per la promozione di un sano e corretto stile di vita".

Ce ne ricorda una fra tutte?
"Posso ricordare tra tutti il successo di Fuori Classe Cup. Attraverso questo codice di autoregolamentazione, l'azienda si è impegnata a uscire dalle scuole elementari e medie, a inserire su tutti i prodotti informazioni volontarie nutrizionali con valori % per porzione, a aumentare l'offerta di prodotti a ridotto (o nullo) contenuto calorico, Coca-Cola Light e Coca-Cola Zero, e introdurre formati di diversi dimensioni (piccoli formati) a seconda dell'occasione di consumo come la mini lattina da 150 cl".

Ma dal suo punto di vista, qual è l'apporto calorico di una bibita gassata?
"In Italia il contributo di calorie assunto attraverso i soft drink è percentualmente molto basso, il 2-3% all'apporto calorico medio quotidiano. Ma al di là di questi dati che ritengo significativi, ce ne sono altri altrettanto importanti e che non sono stati presi in considerazione".

Quali?
"Per esempio l'aspetto occupazionale. Ed economico. Sibeg conta 204 dipendenti a cui si aggiungono 74 agenti promotori e un indotto di oltre 1.000 addetti. Nel 2010 abbiamo registrato un risultato positivo con un fatturato 2010 di 113 milioni di euro, + 4,1 % rispetto all'anno precedente. Alla fine del 2009 abbiamo approvato un ambizioso programma di investimenti industriali, per circa 28 milioni di euro, da svolgersi negli esercizi dal 2010 al 2013 creando cosi nuove opportunità lavorative".

Cosa vi aspettate dalla Regione?
"Io mi aspetto un passo indietro. Chiederemo comunque un confronto e un dialogo per chiarire questa situazione".

 

 

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16 novembre 2011
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