E se uno stilista ridisegnasse il ''sacco'' di Sant'Agata?
Di sicuro farebbe molto ''glamour''
Riceviamo e pubblichiamo da
Il Dito
Periodico on line catanese
Un sacco "troppo bianco"
di Paolo Magnano
Gira, gira; è insistente. Va da ufficio in casa, da sms a e-mail, di bocca in bocca ma sottovoce. Potrebbe essere vera, ma forse è un "hoax" una bufala; siamo pronti a tutto oramai.
Inizia alcuni pomeriggi fa a casa del sindaco; il figlio del cingalese di famiglia prova un sacco da devoto di S. Agata che la scuola, nell'ambito di un progetto celebrativo per le festività agatine, gli ha consegnato. Donna Elena passa velocissima per la cucina, ma non può non soffermarsi a notare il quadretto; poi entra in macchina e nervosamente chiama il cav. Maina al quale con fare autoritario chiede: Ma non le pare troppo "bianco" quest'abito?
La domanda fa immediatamente il giro d'Italia; il sindaco è a Roma in Via Dei Condotti presso la casa ufficio del nuovo consulente alla cultura Ledo Prato. La gente dai due si aspetta grandi cose, lui è uomo di cultura, al direttore di Mecenate 90 il compito di mettere in pratica le sue intuizioni.
La popolarità della giunta è sottozero e mai come adesso l'idea che la festa di S. Agata si svolga all'insegna del "Bianco" è un segnale che la città non può ricevere. Può anche essere un rischio, sono troppi i segnali che danno focolari di ovazione per il Bianco agatino. E' un rapporto stretto questo tra Catania e il bianco che non può passare inosservato. Alla riunione rapidamente si aggiunge Renato Balestra, al quale i due chiedono come modificare le tinte delle celebrazioni.
Nasce così, da un'idea semplice una grande iniziativa: la sfilata del sacco agatino. Parte l'ordine più trasgressivo che l'haute couture italiana abbia mai ricevuto: ridisegnamo la tunica bianca, il copricapo nero, il cordone, i guanti e il fazzoletto.
Gli stilisti sono tutti in fermento, Roberto Cavalli fa subito sapere che la sua collezione si caratterizzerà per ricercatezza e stravaganza, preziosità e glamour. Il sacco sarà ridefinito con stile maschile, l'ironia dell'eccesso e la spavalderia della fantasia. Al progetto partecipa anche Vivienne Westwood che da notizia di un sacco ricavato dai tessuti britannici del diciassettesimo e diciottesimo secolo.
Un nostro inviato registra alcune indiscrezioni acquisite in assessorato, pare che la sfilata si svolgerà insieme al percorso delle candelore; Dolce & Gabbana lavoreranno per quella dei macellai, mentre Valentino che ha già pronto una sacco stupendamente rosso, si occuperà di quella dei pizzicagnoli. L'ultima, quella del circolo di S. Agata, sarà ovviamente di Marella Ferrera che combinerà lapilli, sacco e terra dell'Etna.
Dall'arcivescovado, al quale il dito ha chiesto conferma, si mostra un certo nervosismo nel rispondere; pare giri la voce che se ci fosse stato ancora lui, Bommarito, non sarebbe mancato Rocco Barocco e i toni sarebbero stati diversi.
Ledo Prato batte però su un punto: l'organizzazione. E' un grosso problema, è una kermesse troppo importante per essere lasciata a terzi; poi Antonio Fiumefreddo vigila sulle delibere. Come fare per passare inosservati?
Ed ecco che esce l'altra idea geniale: per la sfilata, che avrà il suo culmine in Via di Sangiuliano, sarà costituita una società apposita con la partecipazione della Multiservizi, la "So Bone srl" che si occuperà di selezionare le modelle tra gli LSU più adatti. Madrina d'eccezione sarà Nina Moric che premierà la candelora dell'anno nell'ambito del progetto "cento stalli per mille auto, come entrarci tutti".
E' pressione, ma anche politica. Il CdA della Multiservizi si sospende ancora una volta, il consiglieri dell'opposizione negano il loro voto: l'attività non rientra nel mission aziendale e compito di un amministratore è rimanere nell'attività caratteristica.
La maggioranza risponde dal consiglio comunale con una mozione che sa di sfida: quale attività caratteristica, il Bianco non avrà il nostro sacco agatino.
Ma noi sappiamo già da ora che non sarà così!
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