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E sentendosi sfruttato, e un po' preso per i fondelli, Bono degli U2 scrisse al Cavalier Silvio Berlusconi

04 aprile 2006

Sarà che noi ce l'abbiamo nel DNA la ''Commedia dell'Arte'', sarà che siamo abituati a sentirle sparare grosse, oppure perché un po' tutti noi italiani abbiamo la vocazione a spararle grosse, fatto sta che quando i nostri politici dicono qualche balla non è che stiamo la a pendere dalle loro labbra e a prendere tutto quel che dicono come oro colato (oddio, qualche volta è pure successo). Fuori dal nostro Paese invece, quando qualcuno sente delle affermazioni proferite da un nostro politico, quindi da un rappresentante della nostra Nazione, può credere stia sentendo una cosa seria, un qualcosa che corrisponde a verità, ed è invece facile che cada nell'errore e nel momento in cui scopre che ciò che ha ascoltato non è l'esatta verità, può rimanerci male e offendersi.

E' un po' quello che è successo a Bono Vox, leader degli U2, che si è sentito ''un po' sfruttato'' dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che nella sua brochure elettorale, inviata nelle case degli italiani, ha scritto che la star è stata grata al presidente per l'azione del governo verso i paesi poveri.
''Tragicamente, negli ultimi anni sotto questo governo l'Italia è diventata l'ultima della classe tra le 22 nazioni più ricche del mondo, per la spesa pro capite a favore del Terzo Mondo'', ha scritto Bono in una lettera pubblicata ieri dal Corriere della Sera.
''Per quanto lusingato possa sentirmi nel comparire nella sua brochure, mi sento anche un po' sfruttato'', ha scritto il cantante.

Alle pagine 78 e 79 del magazine pubblicitario del premier, candidato alle elezioni politiche del 9 e 10 aprile, si legge che Bono ha espresso la gratitudine al presidente del Consiglio per l'azione promossa dal governo italiano verso i paesi poveri.
Nella sua lettera Bono ricorda che l'Europa ha promesso di aumentare gli aiuti ai paesi poveri fino allo 0,5% del pil entro il 2010 e allo 0,7% entro il 2015.
''Se l'impegno è reale e la Sua firma attendibile, allora il mondo vuole capire come l'Italia intende raggiungere questo obiettivo'', ha proseguito la star degli U2 nella lettera, rivolgendosi direttamente a Berlusconi.
''Per ora Lei non ha offerto nessun chiarimento, anche se fortunatamente c'è ancora tempo'', conclude Bono, dicendo di attendersi una risposta dal premier.


La lettera di Bono a Silvio Berlusconi

Mr Berlusconi, per quanto lusingato possa sentirmi nel comparire nella Sua brochure, mi sento anche un po' sfruttato. Le scrivo per cercare di precisare la posizione mia e del Suo governo riguardo i Paesi più poveri e quello che tutti noi potremmo ancora fare per aiutarli. A pagina 79 sono ritratto al telefono mentre mi congratulo con Lei per ''le attività promosse dal Governo italiano in aiuto dei Paesi poveri''.
Ricordo una nostra conversazione in cui Lei si impegnava a sostenere e a implementare le decisioni del G8 per la cancellazione del debito dei Paesi che necessitavano di quel denaro per la salute e l'istruzione dei loro cittadini più bisognosi. La campagna per la cancellazione del debito, lanciata da Giovanni Paolo II unitamente ad altri, è stata uno dei grandi movimenti degli ultimi 50 anni e sono felice di poter constatare che, malgrado tutte le carenze nella realizzazione, circa 290 milioni di persone ora hanno una speranza. Il denaro proveniente dalla cancellazione del debito sta già portando grandi cambiamenti: in Uganda il numero di bambini che frequentano la scuola è quasi triplicato; in Tanzania è raddoppiato e in Mozambico milioni di bambini sono stati vaccinati.
La cancellazione del debito, tuttavia, non risolve i problemi di quel miliardo di persone che vivono con un dollaro al giorno. È solo un inizio. Per sradicare veramente la povertà estrema è necessario un approccio più completo su più fronti. È necessario intervenire sugli squilibri commerciali; occorre garantire l'accesso a farmaci meno costosi per combattere l'Aids, la più grave crisi sanitaria degli ultimi 600 anni (6500 decessi e 9000 nuovi casi al giorno in Africa). La malaria, malattia mortale causata dalla puntura di zanzara (in Africa 3000 decessi al giorno, soprattutto bambini), è oggi un problema di facile soluzione. Nella regione del Lubombo, in Africa meridionale, gli aiuti del Global Fund, a sostegno delle misure governative locali, riscuotono successo nella lotta contro questa malattia. Ora occorre estendere iniziative di questo genere all'intero continente.
Queste persone muoiono per il motivo più stupido, Signor Presidente. Muoiono per mancanza di denaro. Tragicamente, negli ultimi anni sotto questo governo, l'Italia è diventata l'ultima della classe tra le 22 nazioni più ricche del mondo, per la spesa pro capite a favore del Terzo Mondo. So che gli italiani non gradiscono arrivare ultimi. E di certo non piace nemmeno a Lei, Signor Presidente. Questa non è l'Italia che conosco e che amo. Gli italiani sono il popolo più generoso che io abbia mai conosciuto; come pubblico, come amici, sanno essere calorosi e generosi come nessun altro. C'è un accordo, firmato al G8 a Gleneagles, in Scozia, che stabilisce un'inversione di rotta in questo mare di indifferenza (non parlo solo dell' indifferenza dell'Italia, ma di quella del mondo intero): l'Europa ha promesso di aumentare gli aiuti ai Paesi poveri fino allo 0,5% del Pil entro il 2010 e allo 0,7% entro il 2015, cioè meno di 1 centesimo per ogni euro, in dieci anni. Per l'Italia significherebbe più che raddoppiare l'attuale entità degli aiuti entro il 2010. In questo modo milioni di vite saranno salve. La Sua firma, accanto a quelle di Chirac, Blair e Bush appare su quel comunicato dello scorso anno.
Se l'impegno è reale e la Sua firma attendibile, allora il mondo vuole capire come l'Italia intende raggiungere questo obiettivo. Sarei profondamente onorato di vedere il mio nome nel manifesto di un leader con programmi chiari per mantenere le sue promesse fatte ai Paesi più poveri. Per ora Lei non ha offerto nessun chiarimento, anche se fortunatamente c'è ancora tempo. In mancanza di programmi chiari, queste restano promesse vane. E mentre per me questo è solo un dispiacere, per le persone che io e tanti altri sosteniamo, è una questione di vita o di morte. In attesa di una Sua cortese risposta,

Bono Vox
(traduzione a cura dell'Università Iulm)



- ''Berlusconi in aiuto dei Paesi poveri... esotici'' di Giulia Alliani (www.osservatoriosullalegalita.org)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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04 aprile 2006
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