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E' stato arrestato il reggente del clan catanese dei Santapaola, latitante da cinque anni

Umberto Di Fazio era stato inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità

24 ottobre 2005

Il latitante Umberto Di Fazio, considerato il reggente del clan Santapaola, uno degli uomini di spicco di Cosa Nostra nella Sicilia orientale e ricercato da cinque anni, è stato arrestato in provincia di Enna. All'operazione ha contribuito anche il Sismi. Nei confronti di Di Fazio era pendente da diversi anni un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, estorsione e omicidio, emessa dal gip di Catania.

Di Fazio, inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità, è stato arrestato sabato scorso, dai carabinieri del Comando Provinciale di Catania in un paesino in provincia di Enna, dentro un appartamento di suoi familiari, in una campagna di Agira.
Alla fine dell'operazione i carabinieri hanno arrestato anche tre suoi presunti fiancheggiatori: un suo cugino, Giuseppe Di Fazio di 43 anni e altri due suoi amici, Giuseppe Giannetto di 43 e l'imprenditore Michele Stivala di 25 anni. Sono stati tutti indagati per favoreggiamento personale.
Di Fazio stamani è stato trasferito in un cella del carcere di massima sicurezza di Bicocca, a Catania.
I suoi legali e i magistrati della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania che seguono il caso non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione per gli interrogatori, che il Giudice per le indagini preliminari non ha fissato.

Il 28 gennaio 2002 erano state diramate le sue ricerche in campo internazionale per l'arresto a fini estradizionali. Nei suoi confronti era pendente da cinque anni un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa emessa dal gip di Catania. E' stato condannato all'ergastolo per un omicidio di mafia in secondo grado, la contro la sentenza è pendente un ricorso in Cassazione.
Il nome di Umberto Di Fazio compare in uno dei ''pizzini'' provenienti dal capo dei capi di Cosa nostra, Bernardo Provenzano, e trovato a Nino Giuffrè: era la richiesta del gruppo La Rocca di avere l'autorizzazione a poterlo uccidere per contrasti sorti nella gestione degli appalti pubblici e delle estorsioni alle ditte incaricate dei lavori nel Catanese. L'ultima volta che gli investigatori lo vedono, prima della cattura, è il 13 febbraio del 2000, quando il boss, ancora non ricercato, è fermato a un controllo dai carabinieri che lo trovano assieme a un consigliere provinciale di Catania che dice di ''essere soltanto un suo amico''.

''Grandissima soddisfazione per la brillante operazione'' è stata espressa dal ministro alla Difesa, Antonio Martino.
''Congratulazioni ai carabinieri che sono riusciti ad assicurare alla giustizia un pericolosissimo latitante componente della famiglia mafiosa di Catania'' sono arrivate anche dal procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso.
Il presidente del Copaco Enzo Bianco ha chiamato ''personalmente il ministro dell'Interno e il comandante generale dell'Arma per complimentarsi con loro''. ''La cattura - ha osserva Bianco - è un duro colpo alla mafia che arriva dopo quello inferto nei giorni scorsi dalla Squadra mobile di Catania''.

La scalata di Umberto Di Fazio ai vertici di Cosa nostra
E' il 3 dicembre del 1994 la prima volta che Umberto Di Fazio finisce in carcere. Ad arrestarlo sono i carabinieri della compagnia di Acireale che lo bloccano a Pedara in compagnia di Santo Battaglia. Nell'auto i militari scoprono una bottiglia che contiene liquido infiammabile: è un ulteriore sospetto sul fatto che Di Fazio sia specializzato nelle estorsioni, reato il quale la procura aveva già chiesto e ottenuto un mandato di arresto. Il boss nel frattempo viene giudicato nel processo stralcio 'Orsa Maggiore', il primo grande atto d' accusa della Direzione distrettuale antimafia della procura di Catania contro la famiglia Santapaola.
Saranno i pm Amedeo Bertone e Nicolò Marino a chiedere alla prima sezione della Corte d'assise la condanna la sua condanna a 16 anni per mafia ed estorsioni. Tra le grandi estorsioni compiute dal clan c'è pure quella al centro di distribuzione Sigros di Piano Tavola, a Misterbianco. Al termine del processo Di Fazio sarà condannato a 8 anni: è il 21 dicembre del 1996. Solo una settimana prima.

Il 13 dicembre il suo nome era stato fatto in aula dal pentito Maurizio Avola che lo accusava di avere fatto parte del commando mafioso che il 27 giugno del 1992 aveva assassinato l'ispettore di polizia, capo della sezione antiracket della squadra mobile, Giovanni Lizzio. Avola lo indica sicario assieme a Filippo Branciforti, Vincenzo Santapaola e Maurizo Zuccaio. Mandanti sarebbero stati il capomafia Benedetto Santapaola, Aldo Ercolano e Calogero Campanella detto 'Carletto'.
Il primo giugno del 1999 Di Fazio torna in carcere: ad arrestarlo questa volta è la polizia che lo sorprende in casa mentre stava imballando i mobili per cambiare città. Gli agenti della mobile gli notificano un provvedimento di fermo di pg - poi convalidato dal gip Alessandra Chierego - per il duplice omicidio di Lorenzo Marengo e Francesco Celano, trucidati sulle strade di Palagonia il 23 luglio del 1992, perché ritenuti inseriti nel clan Pillera-Cappello, rivale di Santapaola in quella zona per i traffici illegali dello spaccio di droga e delle estorsioni. Ad accusare Di Fazio di avere fatto parte del gruppo di fuoco del duplice omicidio erano stati i pentiti Giuseppe Pulvirenti e Filippo Malvagia.

Le accuse nei confronti di Di Fazio però non reggono il tribunale della libertà che esattamente 14 giorni dopo, il 15 giugno del 1999 annulla l'ordinanza di custodia cautelare e il boss torna libero. I giudici del riesame ritengono 'de relato' le accuse sostenute dai due collaboratori di giustizia. In primo grado il boss viene assolto, ma in appello la sentenza è capovolta con la condanna all'ergastolo. Il suo nome torna nuovamente agli onori della cronaca in occasione dell'operazione 'Orione' contro 110 presunti appartamenti del clan Santapaola. Dalle carte dell'inchiesta emerge fuori che il 13 febbraio del 2000 Di Fazio si incontra in auto con un consigliere provinciale con il quale parla a lungo di politica. Il 16 aprile a Catania vi saranno le elezioni comunali per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale.

Il 12 febbraio del 2003 ancora un ordine di arresto per Umberto di Fazio che dall'aprile del 2000 è 'ufficialmente' latitante: con l'operazione 'Fiducia' al reggente della cosca ècontestato ancora una volta il reato di estorsione compiuta ai danni dei commercianti di Misterbianco. La scorsa estate l'ultima ordinanza di custodia cautelare nell'ambito dell'operazione Dionisio dei carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros).
Umberto Di Fazio negli anni della sua latitanza è stato uno dei protagonista della guerra di mafia tra i gruppi criminali del Villaggio Sant'Agata che lui ha guidato per anni e quello di Monte Po. Nel corso di questa faida interno diversi sono stati i delitti compiuti e non meno le inimicizie che il boss ha maturato, a tal punto che qualcuno ha chiesto licenza di ucciderlo al boss dei boss Provenzano. [La Sicilia]

 

 

 

 

 

 

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24 ottobre 2005
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