E' stato battezzato ''Empedocle'' l'immenso vulcano sottomarino formatosi milioni di anni fa in Sicilia
Scoperto durante le esplorazioni per chiarire i misteri dell'Isola Ferdinandea
di Franco Foresta Martin (Corriere.it, 21 giugno 2006)
La Sicilia scopre di avere un immenso vulcano sottomarino, ancora attivo, grande alla base quanto l'Etna. E' stato battezzato ''Empedocle'', dal nome del filosofo e naturalista greco che si gettò a capofitto nel cratere dell'Etna per svelare il segreto della sua incessante attività eruttiva, e si trova di fronte a Sciacca, a una trentina di chilometri dalla costa meridionale siciliana.
La scoperta è stata fatta nel corso di una crociera oceanografica nata col proposito di fare un documentario scientifico-divulgativo su quel che resta dell'Isola Ferdinandea, la mitica ''isola che non c'è più'', emersa proprio di fronte a Sciacca nel giugno del 1831, e inabissatasi pochi mesi dopo, mentre era ancora in corso una vivace disputa sul suo possesso fra il Regno delle due Sicilie, l'Inghilterra e la Francia.
''Il nostro intento era quello di effettuare riprese e campionamenti con tecnologie avanzate, per verificare, navigando a bordo della nave oceanografica 'Universitatis' messa a disposizione dal Conisma, il Consorzio interuniversitario per lo studio delle scienze del mare, lo stato dell'Isola Ferdinandea, oggi ridotta a un banco vulcanico sottomarino che si spinge fino a 6-7 metri sotto il livello del mare e che ancora risulta molto attivo sotto il profilo delle emissioni di gas'', spiega il professor Giovanni Lanzafame, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sezione di Catania (Ingv Ct). ''Grazie a rilievi condotti con un sonar multifascio e con 'rov', un mezzo robotizzato, abbiamo potuto estendere le nostre indagini su un'area molto ampia e renderci conto che la Ferdinandea e altri vicini banchi sottomarini chiamati coi nomi di 'Terribile' e 'Nerita', non sono altro che i coni accessori di un più vasto apparato vulcanico a forma di ferro di cavallo che misura alla base ben 25 x 30 km, e che quindi è paragonabile per dimensioni all'Etna, anche se è più basso, in quanto si solleva solo per circa 500 metri dal fondo del mare''. A conclusione della campagna oceanografica i ricercatori hanno fissato su una parete rocciosa di Empedocle una targa commemorativa che ricorda il filosofo della Magna Grecia.
La formazione del vulcano Empedocle risale, secondo gli studiosi dell'Ingv, a svariati milioni di anni fa, quando a causa della collisione fra Africa e Europa, si sono aperte profonde fratture che hanno dato vita al Canale di Sicilia, provocando l'ascesa di magmi profondi e la formazione di diversi vulcani sottomarini. ''L'idea di un più vasto apparato vulcanico sottomarino in questa zona si era già affacciata, come ipotesi di lavoro, ma le prospezioni sottomarine svolte nell'ambito di questa campagna la rendono più concreta e ci sollecitano a ulteriori ricerche per meglio conoscere il vulcanismo attivo, anche se non pericoloso, del Canale di Sicilia'', ha commentato con soddisfazione il professor Enzo Boschi, presidente dell’Ingv. E' notevole pure il fatto che la ricerca coordinata dal professor Lanzafame risulta da una vasta collaborazione che vede coinvolti, con notevole impegno, vari soggetti privati e pubblici come, il consorzio interuniversitario per lo studio delle Scienze del Mare Conisma, diversi atenei, la casa di produzione di documentari GA&A e Mediaset.