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E' stato ratificato a Palermo il primo ''Codice di condotta antipizzo'' tra imprese e consumatori

04 aprile 2008

E' stato ratificato a Palermo il primo "Codice di condotta antipizzo". I pubblici esercenti della Fipe si impegnano così a osservare una serie di regole in materia di qualità, dell'alimentazione e del servizio, e sottoscrivono l'obbligo di non pagare il pizzo.
Si tratta del primo "patto sociale" tra imprese e consumatori  approvato in Italia dopo il varo del nuovo Codice del consumo, introdotto lo scorso agosto, strumento che consente a qualsiasi cittadino di denunciare all'Antitrust l'impresa che non mantiene gli impegni assunti, dall'offrire cibi freschi al non cedere al ricatto dei boss.

L'iniziativa è stata presentata ieri mattina alla facoltà di Scienze politiche di Palermo da Alessandro Palmigiano, responsabile del dipartimento palermitano della Fondazione Rosselli e direttore del Centre for international development (Cid), dal preside della facoltà Antonello Miranda, dall'assessore allo Sviluppo economico Felice Bruscia, dal presidente di Adiconsum Sicilia Benedetto Romano e dal presidente provinciale della Fipe Gigi Mangia.
"Si tratta della prima applicazione in Italia - ha spiegato Alessandro Palmigiano - della disciplina del Codice del consumo, introdotta dal decreto legislativo 146 del 2 agosto 2007 (articolo 27-bis), che attua in Italia la direttiva europea relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno, favorendo la creazione di codici di condotta alle quali le imprese si sottopongono volontariamente per migliorare la propria trasparenza e correttezza sul mercato. La principale novità rispetto al passato è che qualsiasi cittadino più denunciare all'Antitrust il soggetto che non abbia mantenuto quanto sottoscritto. Abbiamo ritenuto significativo che a Palermo, all'articolo 1 del Codice, ci fosse l'impegno a operare nel pieno rispetto della legalità, a non pagare il pizzo alla mafia o ad altre organizzazioni malavitose".

La presentazione del Codice, redatto dal Cid, è stato il prologo dell'iniziativa che fa di Palermo, oggi e domani, la capitale in materia di tutela dei consumatori: oggi si inaugura la terza edizione del Seminario sulla tutela dei consumatori organizzato dalla Fondazione Rosselli e dal Centro interdipartimentale di Studi europei e comparatistici dell'Università di Palermo, con la collaborazione dello studio legale Palmigiano, che vede  i maggiori esperti italiani parlare dei nuovi strumenti in mano ai cittadini per far valere i propri diritti: dalle class action (le cause collettive) ai Codici di condotta come quello presentato ieri mattina. Domani, sabato 5 aprile, alla Camera di Commercio, avvocati, magistrati, presidenti di grandi società, docenti universitari, rappresentanti delle associazioni di consumatori, dibatteranno sulle nuove opportunità offerte in termini di tutela del cittadino e presenteranno in anteprima i contenuti di cause vinte che aprono nuovi scenari sui temi del trasporto aereo, dei rapporti con le banche, della lentezza della giustizia.

Il Codice di condotta ''antipizzo'' vara il programma ''Io ho un codice di condotta'', inserito all'interno del programma generale della Regione siciliana intitolato ''La Sicilia informa i consumatori''. Ognuno per sua parte, i sottoscrittori del protocollo d'intesa alla base del Codice assumono i propri impegni: il Cid ha redatto il codice di condotta e vigilerà - su delega dell'Università - sulla sua applicazione, favorendo all'occorrenza pratiche di conciliazione tra il cittadino e l'impresa che non abbia mantenuto il suo impegno; l'assessorato si impegna a informare dell'iniziativa chiunque intenda avviare un'attività di ristorazione; la Fipe a raccogliere le adesioni degli associati (hanno già aderito i primi 14 ristoratori); la facoltà di Scienze politiche a fornire supporto per seminari e gruppi di studio sul tema; Adiconsum Sicilia, infine, a curare la campagna di informazione per i consumatori.

[Informazioni tratte da Repubblica.it e www.vita.it]

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04 aprile 2008
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