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E' stato sciolto il ''Rebus''

Nonostante fossero sottoposti al 41 bis continuavano a dirigere la cosca. Cinque arresti nel clan Madonia

17 aprile 2009

Nonostante fossero detenuti al 41 bis, sottoposti al carcere duro, hanno continuato a dirigere il clan mafioso, tramite i colloqui con i congiunti e un fitto scambio di reciproca corrispondenza. Per questo Giuseppe, Antonino e Salvatore Madonia, il cognato di quest'ultimo, Nicolò di Trapani, e Giuseppe Guastella sono stati raggiunti da cinque ordinanze di custodia cautelare, notificate dai carabinieri del Ros di Palermo ed emesse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.

L'inchiesta odierna è il prosieguo dell'operazione "Rebus" che il 25 novembre 2008 aveva portato all'esecuzione di una ordinanza d'arresto nei confronti degli stessi mafiosi del clan di Resuttana-Palermo e di altri indagati e al sequestro di beni per 15 milioni di euro (LEGGI - Guidasicilia del 25/11/08). Adesso è stato accertato che Francesco Madonia, deceduto il 9 marzo 2007, e successivamente gli altri cinque boss hanno continuato a dirigere il clan mafioso. Gli ordini dal carcere duro venivano dati dai boss mafiosi ad Aldo Madonia e Maria Angela Di Trapani, quest'ultima moglie di Salvatore Madonia. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, i due "sono risultati i principali latori delle disposizioni impartite dai congiunti detenuti nonché punto di riferimento dei diversi reggenti succedutisi nella direzione operativa del mandamento". La donna in particolare, figlia di Nicolò Di Trapani, "anche in virtù della tradizione mafiosa della famiglia di origine, ha svolto un'essenziale funzione di raccordo operativo tra il vertice del mandamento in stato di reclusione e i reggenti/sodali in libertà, nonché una puntuale azione nell'attuazione delle direttive ricevute per la gestione del patrimonio occulto, valutato in 15 milioni di euro".

Solo a seguito della decriptazione del linguaggio utilizzato nei colloqui carcerari è stato possibile assodare che i detenuti e Di Trapani per riferirsi ai membri dell'organizzazione, tra i quali l'allora latitante Salvatore Lo Piccolo, utilizzavano i nomi delle consorti o metafore attinenti lo stato di salute per comunicare gli introiti a favore della famiglia. Inoltre, Mariangela di Trapani, sarebbe stata spinta dal coniuge nel tentativo di far ritrattare un collaboratore di giustizia che con le sue dichiarazioni aveva contribuito a inchiodare Salvatore Madonia alle sue responsabilità.

L'indagine ha documentato l'evoluzione del mandamento di Resuttana, cui si sono avvicendati Giovanni Bonanno, Diego Di Trapani e Salvatore Genova, designati da Antonino Madonia, in accordo con Salvatore Lo Piccolo. L'operazione 'Rebus' ha permesso anche di ricostruire il movente dell'omicidio di Bonanno, vittima della lupara bianca nel gennaio 2006, nella spartizione ritenuta iniqua dei proventi, documentando l'intervento nella vicenda di Lo Piccolo. Ultimamente sulla stessa vicenda i magistrati di Palermo hanno ascoltato il collaboratore di giustizia Maurizio Spataro, considerato un esponente di rilievo del clan mafioso di Borgo Vecchio, che ha avuto stretti legami anche con il clan di Resuttana e con i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo (LEGGI - Guidasicilia del 27/03/09).

I provvedimenti di oggi incideranno ulteriormente sul mantenimento del regime del carcere duro per i cinque destinatari delle ordinanze, dopo che il 17 giugno 2008 il Tribunale di Sorveglianza di Roma aveva annullato i decreti del 2 marzo 2007 e del 28 febbraio 2008 di applicazione ad Antonino Madonia del 41 bis, ripristinato il 29 luglio 2008 grazie alle indagini del Ros.

I CINQUE - Antonino Madonia è stato condannato per gli omicidi di Pio La Torre e di Carlo Alberto Dalla Chiesa; Giuseppe Madonia per quello del capitano dei carabinieri Emanuele Basile; Salvatore Madonia per numerosi omicidi tra cui quello dell'agente di polizia Natale Mondo e di Libero Grassi; Nicolò Di Trapani, indicato da più pentiti nel gruppo di fuoco di Leoluca Bagarella, per il delitto dell'agente di Polizia penitenziaria Giuseppe Montalto; Giuseppe Guastella, anch'egli legato a Bagarella, per l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it]

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17 aprile 2009
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