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E' stato solo un errore... quello sulle intercettazioni sarà un ddl...

Berlusconi ha spiegato: ''Nessun decreto legge... solo un mero errore''

12 giugno 2008

La stretta annunciata dal governo sulle intercettazioni telefoniche approderà venerdì al Consiglio dei ministri fissato per le 9,00 a Palazzo Chigi. Il premier Silvio Berlusconi ha spiegato ieri che il provvedimento sarà un disegno di legge e non un decreto legge come segnalato nell'ordine del giorno per un "mero errore materiale". "Il sottosegretario Letta - ha spiegato il presidente del Consiglio - mi ha comunicato al telefono che nell'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo il provvedimento in materia di intercettazioni telefoniche è stato definito decreto legge per un mero errore materiale. Pertanto il primo punto all'ordine del giorno è: disegno di legge recante norme in materia di intercettazioni telefoniche".
"E' un disegno di legge - ha proseguito Berlusconi - atteso da quasi tutti i cittadini, una democrazia non è più tale se non c'è la libertà e non è rispettato il diritto alla privacy. C'è stata una degenerazione nell'utilizzo di questo sistema di indagine, non è vero che siano l'unico mezzo di indagine possibile, in questo disegno di legge verrà prevista la possibilità di effettuare le intercettazioni soltanto per le indagini che riguardino reati con pene che vadano dai 10 anni in su. In questo seguiamo la regola europea che è in vigore ad esempio nella democraticissima e vicina Austria". "Non credo - ha poi aggiunto il premier - che, dato che questa è una situazione che si protrae da diverso tempo, sarebbe stato pacifico individuare in questo provvedimento le caratteristiche di necessità e urgenza che devono essere necessarie per poter fare un decreto legge".

Ieri in serata, Angelino Alfano, ministro della Giustizia, parlando durante la trasmissione 'Matrix' ha spiegato che l'esecutivo sta "lavorando al testo sulle intercettazioni che fra 48 ore andrà in Cdm; per me è possibile introdurre il reato di corruzione tra i reati nella lista che rientrano nel tetto minimo dei 10 anni". Alfano ha sottolineato quindi che "si sta lavorando per trovare una soluzione introducendo anche il reato di corruzione". Inoltre, ha aggiunto, "la giacenza del contenuto delle intercettazioni in un archivio riservato deve essere breve e limitata, poi devono essere distrutte".
"E' una novità assoluta. A questo punto vediamo cosa c'è scritto, anch'io sono curioso di vederlo...", aveva detto Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia della Lega, oggi sottosegretario alle Infrastrutture, commentando quella che sembrava la decisione dell'esecutivo di affrontare il problema per decreto.
Prontamente si era levato il muro dell'opposizione. Con in primis il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro che criticava la scelta dell'esucutivo e con l'Adnkronos spiegava: "Perché tutta questa urgenza? E' evidente, perché c'è qualche indagine o qualche intercettazione da fermare prima che sia troppo tardi. Questo è il modello usato da Berlusconi in questi casi, come è accaduto nel '94 contro le indagini di Milano e nel 2001 con le leggi ad personam". "Mi auguro che il capo dello Stato - ha tagliato corto Di Pietro - che dice e sta sempre attento sulle ragioni di un decreto, così come in passato ha rimandato al nostro governo alcuni provvedimenti, si comporti di conseguenza anche ora".
Pollice verso anche dal Pd. In una nota, l'Ufficio stampa del Partito democratico ha sottolineato: "Il presidente Napolitano ha nei giorni scorsi sottolineato la necessità della ricerca di una soluzione condivisa in una materia delicata come quella delle intercettazioni telefoniche. La notizia di oggi che il governo intende mandare in consiglio dei ministri un decreto legge sulla materia si muove nella direzione opposta ed è una idea inaccettabile. Sulla questione il Partito democratico ha ribadito la posizione, già espressa con chiarezza nel programma elettorale, che prevede insieme alla possibilità per i magistrati di effettuare intercettazioni anche il divieto della loro pubblicazione".

Il presidente della Camera Gianfranco Fini, ha sottolineato: "Non ho alcuna difficoltà a dire che per quanto riguarda la Camera dei Deputati ma credo anche il Senato, c'è la volontà da parte di tutti di discutere di una questione che come ha detto il capo dello Stato è certamente attuale: discuterne senza pregiudiziali".

Fonte: Adnkronos

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12 giugno 2008
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