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E' tempo di bilanci sulla stagione turistica in Sicilia

Un intervento di Pietro Busetta, economista

07 settembre 2001
Un intervento di Pietro Busetta, economista
e presidente della Fondazione Curella, un osservatorio economico sulla Sicilia.


Se il turismo siciliano fattura 3500 miliardi l'anno e il fatturato complessivo di tutte le attività imprenditoriali dell'Isola è di circa 120 mila miliardi, il conto è semplice: siamo al 3% , ma è una cifra ridicola, una riprova del fatto che finora con il turismo ci abbiamo giocato.

Oggi è un movimento globale inarrestabile, non siamo più al turista che arriva, si ferma in una pensioncina, non si muove e magari si fa i ragazzini di Taormina come avveniva in passato. Tutto il mondo si muove e noi abbiamo solo 12 milioni di presenze ufficiali. Ma si può e si deve arrivare almeno a 50 milioni.
Non sono cifre chimeriche, pensiamo solo al fatto che il Veneto ne fa 70 milioni, perché ha Venezia che è una vetrina mondiale. Anche Cancun, in Messico, ha 120 milioni di presenze annue. Certo anche lì ci sono i monumenti Maya.

Ma la Sicilia ha i Templi di Agrigento che da soli meritano un viaggio, e poi c'è tutto il resto da Siracusa a Piazza Armerina a Selinunte. Abbiamo anche un patrimonio di coste e di mare ancora pulito e libero.
Secondo me, il nuovo assessore al Turismo deve cominciare a fare un progetto, perché fino a oggi siamo andati avanti con interventi singoli. Tra l'altro la Sicilia ha necessità di potenziare il sistema aeroportuale.

Non è pensabile che si possa fare turismo ad Agrigento senza un aeroporto a Piano Romano, vicino Licata, non è pensabile che si possa fare turismo in provincia di Ragusa senza un aeroporto a Comiso.

E non si venga a dire che nuovi aeroporti non sono economicamente validi perché hanno pochi arrivi. Se si cominciasse a fare un discorso serio i passeggeri ci sarebbero. Se già Lampedusa riesce ad avere 60 voli settimanali e Pantelleria ne ha solo otto, se questa disparità c'è dipende molto dalle capacità imprenditoriali, dalle Istituzioni e comunità locali.

In Sicilia il turismo porta un l'indotto importantissimo. Se la Sicilia offrirà, oltre ai suoi monumenti, anche spiagge e mare puliti, una buona cucina, prodotti locali, artigianato artistico, e meno artistico per la massa, tutto questo costituisce un moltiplicatore delle entrate turistiche e fa sì che i nostri ragazzi, invece di emigrare a Torino o a Magonza, possano lavorare nella loro terra.

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07 settembre 2001
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