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E' tempo di crisi anche per gli immigrati

Rapporto Censis-Ocse: in Italia assunzioni in calo, sfratti e discriminazioni in aumento

23 settembre 2009

Meno assunzioni, meno 'rimesse' di denaro verso i Paesi di provenienza, più sfratti e meno acquisti di immobili: la crisi economica fa sentire i propri effetti negativi anche sulle condizioni di vita e di lavoro degli immigrati che vivono in Italia. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto 'International Migration Outlook' che ogni anno il Censis realizza per l'Ocse.

Rapporto Ocse-Censis "International Migration Outlook"
ANCHE PER GLI IMMIGRATI E' TEMPO DI CRISI

Gli effetti negativi della crisi si stanno ripercuotendo anche sulle condizioni di vita e di lavoro degli immigrati che vivono in Italia. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto "International Migration Outlook", che ogni anno il Censis realizza per l’Ocse in qualità di corrispondente per l’Italia, in cui vengono raccolti e analizzati i principali dati disponibili sul fenomeno migratorio.

Per quanto riguarda l’offerta di lavoro, le imprese italiane hanno ridimensionato le previsioni di assunzione di personale immigrato: 92.500 nuove assunzioni per il 2009, contro le 171.900 che erano state previste per il 2008.
E la casa è diventata per gli immigrati un problema sempre più pressante: si registra un aumento degli sfratti per morosità a causa dell’aumento del canone o della perdita del lavoro (soprattutto al Nord, dove le famiglie immigrate rappresentano il 22% del totale delle famiglie sfrattate). Allo stesso tempo si è fermata la corsa al mattone degli immigrati: tra il 2007 e il 2008 gli acquisti di immobili da parte di immigrati sono diminuiti del 23,7% interrompendo un ciclo di crescita che durava da quattro anni.
Gli effetti della crisi si sono fatti sentire anche sulle rimesse: diminuisce del 10% la cifra pro capite che gli immigrati inviano mensilmente in patria (155 euro nel 2008 a fronte dei 171 del 2007) e rallenta il ritmo di crescita dell’ammontare complessivo delle rimesse (6,4 miliardi di euro nel 2008).

Le difficoltà legate alla crisi avvertite dagli italiani possono aver determinato anche un calo del livello di tolleranza nei confronti degli immigrati, come dimostra l’aumento degli episodi di discriminazione, il 22,1% dei quali subiti in ambito lavorativo: il 32,1% delle denunce riguarda la fase di accesso al mercato del lavoro, il 23,2% le condizioni lavorative, il 19,6% azioni di mobbing.

Il Rapporto tratteggia un fenomeno migratorio in continua crescita, con un aumento degli immigrati regolarmente residenti in Italia del 16,8% nel 2008, ovvero 493.729 individui in più rispetto all’anno precedente, per un totale di 3.432.651 presenze.
Si consolida anche il processo di stabilizzazione degli immigrati. Al 1° gennaio 2008 erano 1.684.906 le famiglie con almeno un componente straniero, pari al 6,9% del totale. Un terzo dei permessi di soggiorno rilasciati nel 2008 (pari a 680.225) è stato motivato da ricongiungimenti familiari. Sono stati 28.932 i matrimoni con almeno un coniuge straniero celebrati nel nostro Paese (pari all’11,6% del totale), un numero più che raddoppiato negli ultimi dieci anni (nel 1997 erano stati 13.490).
Il livello di fecondità delle donne straniere (2,5 figli per donna) è doppio rispetto a quello delle italiane (1,3 figli per donna). Gli stranieri residenti nati in Italia sono 457.345 (il 13,3% del totale). I nati da genitori stranieri sono 64.049 (l’11,4% del totale dei nati in Italia) e 760.733 sono i minori stranieri residenti nel nostro Paese (pari a più del 20% del totale degli immigrati e ad oltre il 7% dei minori residenti). Negli ultimi cinque anni gli alunni stranieri presenti nelle scuole italiane sono cresciuti del 139,4% (per un totale, nell’anno scolastico 2007-2008, di 574.133 alunni stranieri nelle scuole di ogni ordine e grado, pari al 6,4% del totale).

Nel 2008 il numero dei rapporti di lavoro di stranieri registrati presso l’Inail è arrivato a 3.266.395 (+41,9% in quattro anni).
Nel 42% dei casi si tratta di donne, divenute ormai indispensabili al nostro sistema di welfare. Infatti, il 71,6% delle colf e delle badanti che lavorano in Italia (pari complessivamente a circa un milione e mezzo) sono di origine immigrata.

Questi sono alcuni dati del Rapporto Ocse-Censis "International Migration Outlook" presentati ieri al Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) da Carla Collicelli, Vice Direttore del Censis, e Georges Lemaître, Divisione delle migrazioni internazionali dell’Ocse, e discussi da Antonio Marzano, Presidente del Cnel, Giorgio Alessandrini, Presidente vicario dell’Organismo nazionale di coordinamento per le politiche d’integrazione sociale degli stranieri, Jonathan Chaloff, dell’Ocse, Giuseppe Silveri, Direttore Generale Immigrazione del Ministero del Lavoro, alla presenza del Ministro dell’Interno Roberto Maroni.

 

 

 

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23 settembre 2009
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