Ecco come la ricerca universitaria aiuta le imprese in Sicilia
''Progetto Innova'': la ricerca universitaria nelle imprese della provincia di Palermo
Con la consegna delle relazioni scientifiche sulle diverse attività di ricerca svolte all'interno di aziende che operano nel comprensorio dell'Alto Belice Corleonese, si è concluso il "Progetto Innova", finanziato dalla Regione Siciliana ("Misura 3.13" del P.O.R Sicilia 200-2006) e promosso dalla società Alto Belice Corleonese, dall'Università di Palermo, dall'Associazione Sintesi e dal Ministero del Lavoro. Le attività erano state avviate il 16 marzo del 2006.
Dal 2006 ad oggi sono state realizzate una serie di attività - a costo zero per le aziende - riguardanti analisi, studio e ricerche sui territori dove operano, la formazione di "Agenti di innovazione" (giovani laureati in grado di assistere le aziende, le associazioni di categoria e gli Enti locali), l'attuazione di "Borse di ricerca" e una serie di seminari informativi e di orientamento nel campo della ricerca e dell'innovazione, con particolare riferimento ai finanziamenti in favore della ricerca, gli investimenti per l'adeguamento e la certificazione nel campo della qualità e dell'ambiente, le soluzioni informatiche innovative per la gestione, la produzione, la comunicazione e il marketing.
Assai interessanti gli obiettivi raggiunti.
Qui di seguito segnaliamo alcune tra le più importanti attività di ricerca
1. Interventi agronomici e strategie di gestione per prevenire la presenza di ocratossina nelle uve prodotte nel comprensorio dell'Alto Belice Corleonese.
Questa ricerca è stata condotta da Paolo Cannella presso la Cantina Sociale Alto Belice di San Cipirello. L'obiettivo era capire se c'è una relazione tra gli interventi agronomici del vigneto ed il contenuto in ocratossina nel vino, e quale degli interventi agronomici è più efficace nel contenimento del contenuto di ocratossina.
2. Monitoraggio nel tempo della conservazione del vino imbottigliato attraverso la valutazione delle sue caratteristiche chimico-fisiche, organolettiche e tradizionali.
Questa ricerca è stata condotta da Fulvia Randazzo presso la Casa Vinicola Calatrasi per gli aspetti tecnologici, mentre per quelli nutrizionali presso la sezione di Fisiologia e Nutrizione Umana del Dipartimento di Medicina dell'Università di Palermo.
Il tappo si sughero naturale rappresenta ancora oggi, dopo secoli di utilizzo, il materiale prescelto per realizzare sistemi di chiusura ottimali. Da un punto di vista aromatico il tappo di sughero si rivela migliore del tappo sintetico poiché permette al vino di completare il suo affinamento in bottiglia. Al contrario, il tappo sintetico o a vite, ha un'azione di sigillo che conserva intatte le proprietà chimiche del vino ma impedisce che la sua componente aromatica possa raggiungere la maturità. I tappi sintetici si rivelano valide chiusure alternative per la conservazione del vino di "pronta beva"; è preferibile il tappo di sughero per i vini di alta qualità e destinati ad una lunga maturazione per micro-ossigenazione.
3. Attività di "vinoterapy".
L'attività di ricerca è stata condotta da Camilla Cuffaro presso l'Azienda vitivinicola Pollara.
Si è cercato di approfondire le conoscenze delle qualità organolettiche dell'uva, ed in particolare di quelle parti di uva che non vengono interamente utilizzate, soprattutto i polifenoli provenienti dalle uve bianche, al fine di realizzare un laboratorio farmaceutico destinato alla preparazione di prodotti per la cosiddetta "vinoterapy".
4. Sviluppo di metodi adatti alla caratterizzazione qualitativa di 3 cultivar siciliane: "Nocellara del Belice", "Biancolilla", "Cerasuola", maggiormente diffuse per la produzione di oliva.
Questa ricerca è stata svolta da Giorgio Volpe ed ha accertato che, a parità di condizioni di gestione colturale e sistema di estrazione dell'olio, le migliori performance qualitative si sono ottenute, sia nel 2006 che nel 2007. da oli ricavati da olive raccolte in pre-maturazione e successivamente frigo-conservate a 8° in vasche di acciaio inox.
5. Metodi e tecniche utilizzate nel campo della doratura.
L'attività di ricerca è stata effettuata da Valentino Faraci. L'obiettivo della ricerca è stato quello di trovare una nuova tecnica di reintegrazione della doratura, sostituendo la foglia d'oro o la selezione cromatica, utilizzando le polveri dei metalli.
6. Ottimizzazione dell'acqua in agricoltura facendo ricorso anche ad acqua salmastra.
La ricerca è stata svolta da Antonino Manale. E' stata verificata la tolleranza di alcune varietà da tappeto erboso allo stress salino, ricorrendo a trattamenti con sostanze di origine naturale come la glicinbetaina ed il chiosano per la riduzione dello stress nelle piante.
7. Monitorare la fotosintesi delle piante di olivo di due Cultivar della Dop Val di Mazara: Cerasuola e Nocellara messe al confronto al fine di rilevarne il diverso comportamento di resistenza allo stress idrico.
Dai dati rilevati si evince che la Nocellara del Belice ha presentato valori di potenziali maggiormente negativi della Cerasuola ed una minore attività fotosintetica per i mesi di luglio ed agosto, mentre la situazione si è riequilibrata a settembre quando le differenze tra i dati non sono risultate statisticamente significative.