Ecco come un Patrimonio dell'Umanità rischia di chiudere
Siracusa rischia di chiudere i siti turistici perché la Regione blocca i fondi
I siti turistici di Siracusa, Patrimonio Unesco dell’Umanità, rischiano di lasciare davanti i cancelli sbarrati migliaia di turisti e visitatori.
"La situazione del nostro patrimonio rischia di vanificare gli sforzi compiuti fino a qui per valorizzarlo e promuoverlo - sottolinea l'assessore comunale al Turismo e Beni culturali, Francesco Italia - Il problema è duplice: da un lato la mancanza dei custodi regionali e dall'altro il mancato versamento di circa un milione e settecento mila euro provenienti dai fondi dello sbigliettamento relativo alla seconda metà del 2014 e per il 2015. Fondi vincolati e destinati a manutenzione e valorizzazione attualmente bloccati dalla burocrazia regionale a cui non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare".
"La nostra provincia ha dimostrato un trend crescente di visitatori - conclude l’assessore Italia - e dunque è necessario non solo parlare di risorse non corrisposte, ma ripensare interamente un sistema di gestione regionale inefficiente, anacronistico che rischia di annichilire gli sforzi di un territorio assieme agli investimenti e le legittime ambizioni di chi punta e ha puntato sul turismo culturale e sulla crescita".
A rischio chiusura ci sono il castello Eurialo, le latomie di Santa Venera (aperte grazie alla collaborazione dei custodi messi a disposizione dal Comune di Siracusa), l'area dell'Anfiteatro Romano (appena restaurata e riaperta) e il castello Maniace (che già ha orari molto ridotti). E ancora l'ipogeo in piazza Duomo (affidato dalla Soprintendenza a un'associazione) e il tempio di Zeus, l'area di piazza della Vittoria, il Ginnasio Romano e una serie di aree archeologiche chiuse.
Intanto l’associazione Guide Turistiche di Siracusa si è proposta per assicurare l’apertura del Castello Eurialo con il coinvolgimento dei volontari. Ultimamente, infatti, la Sovrintendenza di Siracusa ha dovuto optare per la chiusura dell’Eurialo per mantenere e garantire l’apertura del parco archeologico della Neapolis. La soluzione avanzata dalle guide è un’apertura tre giorni a settimana per tre o sei mesi. Ma non mancano le difficoltà burocratiche, come il ricorso - che pare inevitabile - ad un bando europeo. [Fonte: Travelnostop Sicilia]