Ecco le nuove regole della Formazione siciliana
Via libera dalla Giunta Crocetta: albo unico degli operatori, requisiti più rigorosi per l'accreditamento.
Lo stop alla compravendita degli enti e al passaggio di interi pacchetti di Formazione pagati dalla Regione tra una sigla e un'altra. L'obbligo per gli stessi enti di avere almeno il 51 per cento del fatturato derivante da attività di formazione e di verificare il "tasso di successo progettuale", cioè quante persone trovano poi un lavoro. E, ancora, albo unico con gli assunti prima del 2008 e un elenco speciale per quelli entrati nel settore dopo: i primi avranno garanzie certe, i secondi no.
Ecco le linee guida del governo Crocetta, messe nero su bianco nella delibera di giunta approvata giovedì scorso, per il piano della nuova Formazione professionale: una "rivoluzione" che scatterà dalla pubblicazione di un nuovo bando che riguarderà i corsi del 2014, visto che comunque per il 2013 è stato scelto di rinnovare ancora per un anno il vecchio Avviso 20, anche se con vincoli più stringenti.
"Il mio obiettivo è quello di ridisegnare la Formazione, e la delibera è un primo passo. Poi avvieremo subito un tavolo di confronto con sindacati ed enti per il nuovo bando, dopo aver trovato già un accordo sul rifinanziamento solo per un altro anno ancora del vecchio Avviso 20", dice l'assessore Nelli Scilabra, che sui possibili esuberi che potrebbero scattare dopo il taglio dei fondi da 280 a 220 milioni di euro per questa seconda annualità dell'Avviso 20 avverte: "Dobbiamo dare garanzie anzitutto a chi è stato assunto prima del 2008, la creazione dell'albo unico farà comunque chiarezza sugli esuberi ed entro venerdì gli enti mi consegneranno tutti i dati per avere un quadro preciso. Che sia chiaro però un punto: secondo i nostri calcoli, i 220 milioni bastano a coprire tutti, ma dal prossimo avviso le regole cambieranno". Gli assunti con contratti a tempo o a progetto dopo il 2008 sono circa 5 mila che, al momento, non sanno se saranno richiamati o meno a lavoro.
Di certo c'è che la Scilabra lavora al nuovo piano e nella delibera di giunta approvata la scorsa settimana si fissano già alcuni paletti che cambiano le regole del gioco. I primi vincoli riguardano l'accreditamento. "Sarà innalzata la percentuale di attività dedicata alla Formazione professionale in relazione al giro di affari complessivo dell'ente - si legge nella delibera - con un volume d'affari inerente al settore non inferiore al 51 per cento, gli enti dovranno avere la disponibilità esclusiva e continuativa dei locali, rendendo noti i proprietari degli immobili eventualmente in affitto". Quello degli affitti è un tema molto caldo: si teme che, grazie all'utilizzo dei fondi della Regione, diversi patron degli enti abbiano fatto affari d'oro affittando agli stessi enti beni di proprietà di familiari o persone a loro vicine.
Sempre in tema di accreditamento, la delibera prevede anche "la presentazione di documentate procedure di rilevazione degli esiti occupazionali" dei corsi e "l'introduzione del tasso di successo progettuale". Una parte importante della delibera riguarda poi il passaggio di proprietà negli enti: un mercato in questi anni molto animato, basti pensare ai passaggi di proprietà dello Ial Cisl e dell'Enfap Uil a cordate di imprenditori vicini al Pd e alle aree di Papania-Genovese e di Giuseppe Lupo. "Sarà impossibile trasferire attività formative ed è in ogni caso vietata la cessione sotto qualsiasi forma, diretta o indiretta, di corsi di formazione e relativi finanziamenti da un ente gestore ad altri". Con questa norma sarebbe stato impossibile, ad esempio, il passaggio dallo Ial Cisl allo Ial dei nuovi imprenditori con il mantenimento del medesimo finanziamento regionale, pari a circa 21 milioni di euro.
Intanto, proprio sul fronte dello Ial, dopo la revoca dell'accreditamento si fa sempre più insistente il pressing di area Pd per cercare di rimettere a regime l'ente per l'avvio dei corsi della seconda annualità dell'Avviso 20 e per partecipare al nuovo bando. La partita è ancora aperta.