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ECOMAFIA 2008

In Italia, contro l'ambiente, vengono commessi circa tre reati ogni ora

05 giugno 2008

I reati contro l'ambiente sono aumentati (+27,3%), così come le persone denunciate, i sequestri effettuati e i clan della criominalità organizzata che sempre con maggior fervore si interessano di guadagni interconnessi con lo smaltimento dei rifiuti e l'edilizia abusiva: nel 2007 nel nostro Paese, purtroppo, le cifre legate all'illegalità ambientale sono cresciute in maniera preoccupante.
La denuncia arriva dall'annuale rapporto di Legambiente sulla criminalità ambientale "ECOMAFIA 2008", presentato ieri a Roma.
La crescita dell'illegalità ambientale riguarda in particolare gli incendi boschivi dolosi e gli illeciti accertati nei cicli del cemento e dei rifiuti. Come dire: riesce a scomparire nel nulla una montagna di rifiuti speciali alta poco meno di 2.000 metri, e l'anno scorso sono stati 83 i reati contro l'ambiente perpetrati ogni giorno, oltre tre reati ogni ora.

Cosa nostra, sottolinea il Rapporto, è entrata a pieno titolo nella gestione del ciclo dei rifiuti ed emerge la "multifunzionalità" del clan camorristico dei Casalesi, capace di spaziare dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dall'agricoltura al racket degli animali. I clan dell'ecomafia salgono a 239 (36 in più rispetto allo scorso anno) e il loro giro d'affari stimato per il 2007 si attesta sui 18 miliardi e 400 milioni di euro (quasi un quinto del business totale annuo delle mafie) pur contraendosi rispetto all'anno precedente di circa 4,4 miliardi di euro.
La Campania occupa stabilmente il primo posto nella classifica dell'illegalità ambientale, seguita dalla Calabria. In queste due regioni si concentra il 30% degli illeciti registrati in tutta Italia. Come dire che Camorra e 'Ndragheta sono vere e proprie multinazionali del crimine ambientale. Al terzo posto si trova la Puglia e il foggiano si conferma una terra dove si scaricano illegalmente nei terreni agricoli i rifiuti prodotti dal Centro nord, scorie sempre più spesso spacciate per compost. Al quarto posto troviamo il Lazio e seguito dalla Sicilia. La prima regione del Nord come numero di infrazioni è la Liguria.
C'è poi anche una "dimensione globale dell'ecomafia" alla quale nel rapporto è dedicata un'ampia sezione: dall'Italia escono rifiuti verso Hong Kong, la Tunisia, il Pakistan, il Senegal, la Cina, ed entrano rifiuti dalla Croazia, dalla Serbia, dall'Albania.
"Le ecomafie gestiscono nel nostro Paese una vero e proprio sistema eco-criminale, estremamente flessibile e diversificato, al quale dobbiamo contrapporne uno legale ed eco-sostenibile - ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente -. E dobbiamo saperlo difendere con strumenti adeguati. Per questo, come ogni anno, rilanciamo la proposta di introdurre i delitti contro l'ambiente nel nostro Codice penale, per punire in maniera congrua chi avvelena l'aria che respiriamo, inquina l'acqua, saccheggia il territorio, minaccia la nostra salute, penalizza le imprese pulite. Esistono già proposte di legge ampiamente condivise e un quadro di riferimento comunitario sostanzialmente definito. Servono la volontà politica e il tempo per farlo, due condizioni che ci auguriamo siano soddisfatte in questa legislatura. E' urgente, inoltre, reistituire la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e reintrodurre il fondo per la demolizione degli ecomostri".

Gli illeciti accertati dalle forze dell'ordine nel corso del 2007 sono 30.124, il 27,3% in più rispetto al 2006; le persone denunciate 22.069, con un incremento del 9,7%; i sequestri effettuati 9.074 (+19% rispetto al 2006).
I reati accertati dalle forze dell'ordine nel 2007 per violazione alla normativa sui rifiuti sono oltre 4.800, il 36% dei quali commessi nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa.
Per illegalità nel ciclo dei rifiuti è sempre in testa la Campania (12,7% delle infrazioni accertate), "dove lo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, spesso di provenienza extraregionale, si è sommato - sottolinea il Rapporto - alla catastrofica gestione commissariale di quelli urbani".
Un balzo in avanti colloca, invece, il Veneto al secondo posto, era sesto lo scorso anno, con il 9,6% delle infrazioni accertate, confermando lo spostamento verso Nord del baricentro di questi traffici, non solo come zona di procacciamento degli scarti industriali smaltiti illegalmente nelle regioni centrali e meridionali d'Italia ma anche come sito finale.
Il fatturato dell'ecomafia indica, però, un'inversione di tendenza: diminuisce il giro d'affari relativo sia alla gestione illecita dei rifiuti, sia all'abusivismo edilizio (meno 1,4 miliardi di euro nel primo caso; circa 136 milioni di euro in meno per il mattone illegale). "Una contrazione attribuibile all'efficacia dell'attività di prevenzione e repressione messa in campo dalle forze dell'ordine, in particolare dal comando tutela ambiente dei Carabinieri e dal Corpo forestale", si legge nel Rapporto.

Per l'abusivismo edilizio, le stime del Cresme (Centro ricerche economiche, sociali di mercato per l'edilizia e il territorio) parlano per il 2007 di 28.000 case costruite illegalmente contro le 30.000 del 2006 e le 32.000 del 2005. L'impegno a non promulgare mai più condoni edilizi, insieme a qualche demolizione in più, ha ridotto la pressione del mattone selvaggio.
Come accennavamo all'inizio, tra le diverse tipologie di reato, aumentano in particolare gli incendi boschivi: 225mila ettari di boschi e foreste andati in fumo, 18 persone uccise dalle fiamme, 7 milioni e mezzo di tonnellate di Co2 rilasciate nell'aria sono il bilancio degli oltre 10mila incendi dell'estate scorsa nel nostro Paese, quasi sempre di natura dolosa.
Anche l'agricoltura, in tutte le sue filiere, è diventata da tempo una delle frontiere per lo sviluppo dei traffici illeciti. Sono numerosi i casi di estorsione e si torna a parlare di abigeato, il furto di bestiame, che alimenta oggi una filiera illegale, di macellazione e commercio di carni prive di controlli sanitari.
Sul fronte dell'archeomafia, invece, calano leggermente i furti: dai 1212 casi del 2006 si passa ai 1085 del 2007, con una flessione del 10,5%. Si registrano inoltre importanti risultati nell'attività di repressione dei traffici illeciti di opere d'arte. Il Lazio, con 166 furti subiti, supera il Piemonte, tradizionalmente in pole position per numero di furti al patrimonio culturale.
Rimane stabile il mercato del racket degli animali, stimato dalla Lav nel 2007 sui 3 miliardi di euro circa, tra corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, traffici di fauna esotica e protetta, macellazione clandestina.

- La classifica dell'illegalità ambientale in Italia nel 2007 (pdf)

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05 giugno 2008
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