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ECOMAFIA 2009

Dall'annuale rapporto di Legambiente su ''storia e numeri della criminalità ambientale'', i record negativi siciliani

11 gennaio 2010

Due boss della mala reggina costruiscono una scuola barando sulla qualità del calcestruzzo. Durante una conversazione telefonica, uno dei due suggerisce di mettere meno cemento e più sabbia nell’impasto; l’altro gli risponde scocciato che in questo modo la pompa idraulica rischia di bruciarsi. Né l’uno né l’altro vengono sfiorati dalla preoccupazione che in questo modo la scuola rischia di crollare...
Ecomafia 2009, l'annuale rapporto realizzato dall'Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente, quest'anno presentato a Catania, racconta storie come queste e rilegge un anno intero attraverso i numeri e i fatti della criminalità ambientale: traffici illeciti di rifiuti, abusivismo edilizio e appalti truccati, racket degli animali, archeomafia, agromafia, incendi boschivi e così via. Con una certezza: l’ecomafia non conosce crisi, anzi è sempre in forma smagliante.
I numeri sono quelli ufficiali delle forze dell’ordine. Le storie, invece, danno senso, luogo, nome e faccia a quei numeri. Ci sono le vittime e i carnefici, le guardie e i ladri. Ben 25.776 ecoreati accertati, cioè quasi 71 al giorno, 3 ogni ora. Più del 48% si è consumato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, il resto si spalma democraticamente su tutto il territorio nazionale.
Il 2008 è stato l’anno dei record per le inchieste contro i trafficanti di rifiuti, ben 25. Con un fatturato che supera i 7 miliardi di euro, soldi sporchi accumulati avvelenando l’ambiente e i cittadini. La montagna di scorie industriali gestite illegalmente dalla "Rifiuti Spa" in un solo anno ha raggiunto la vetta di 3.100 metri, quasi quanto l’Etna. Non è mai stata così alta. Anche l’abusivismo edilizio non conosce tregua: 28 mila nuove case illegali e un’infinità di reati urbanistici, soprattutto nelle aree di maggior pregio. E poi il saccheggio del patrimonio culturale, boschivo, idrico, agricolo e faunistico.
Il perché sta tutto in un numero: 20,5 miliardi di euro. È l’incasso totale dell’ecomafia. Alla faccia della crisi economica.

I RECORD DELLA VERGOGNA - La Sicilia è terza nella classifica delle regioni con il più alto tasso di illegalità ambientali. A precederla sono solo Campania e Calabria. E' questo il dato, allarmante e vergognoso, che emerge dal rapporto.
Dei 25.776 reati ambientali accertati in Italia nel 2008, 2.788 sono stati realizzati in Sicilia, il 10,8% del dato nazionale. Nell'Isola sono state denunciate 1.782 persone, altre 7 arrestate e sono stati disposti 843 sequestri da procure e forze dell'ordine. La provincia in assoluto più colpita è Palermo, seguita da Messina e Catania.
L'edilizia abusiva è in Sicilia la prima emergenza ambientale, con 724 infrazioni (il 9,7% di tutta Italia), 864 denunce e 288 sequestri di cantieri. In questo settore il primato è di Catania con 167 illeciti e 426 persone denunciate. Nel ciclo dei rifiuti sono 248 le infrazioni, pari al 6,3% nazionale, e Palermo è la provincia che soffre di più, seguita da Messina e Trapani.
Purtroppo, anche negli anni passati la Sicilia è stata nei primi posti della classifica sull'illegalità ambientale. La presentazione del rapporto, che si è tenuta sabato scorso a Catania nell’Aula delle conferenze del Tribunale, è stata anche l'occasione per Legambiente di ribadire la richiesta di approvare rapidamente la nuova legge sui reati ambientali. Una delle iniziative che fa parte della campagna itinerante "No Ecomafia Tour". L'associazione ambientalista, infatti, da anni chiede un supporto legislativo più esigente che coadiuvi il lavoro di Magistrati e forze dell’ordine. E’ necessaria una maggiore severità verso i reati ambientali, attraverso la loro introduzione nel codice penale. "Fondamentale è il mantenimento dell'utilizzo delle intercettazioni nelle indagini - ha sottolineato Antonio Pergolizzi, coordinatore dell'Osservatorio ambiente e legalità - se la legge sulle intercettazioni venisse applicata, infatti, non esisterebbero più quasi tutte le inchieste che sono state raccolte in questo rapporto".

Alla presentazione del rapporto a Catania hanno partecipato Mimmo Fontata, presidente Legambiente Sicilia, Antonio Pergolizzi, coordinatore nazionale Osservatorio ambiente e legalità, Enrico Fontana, coautore del Rapporto Ecomafia 2009, Onofrio Lo Re, procuratore aggiunto Procura della Repubblica di Catania, Ivan Lo Bello, presidente Confindustria Sicilia, Dario Montana di Libera Catania, Tiziano Granata, responsabile regionale Osservatorio ambiente e legalità, Renato De Pietro, presidente Legambiente Catania. Anche il Procuratore Capo della Repubblica, Vincenzo D’Agata, è intervenuto alla presentazione. Erano presenti anche diversi esponenti delle Forze dell’Ordine, il Commissario dell’Ente Parco dell’Etna, Ettore Foti. Assenti, nonostante invitati, rappresentanti della Provincia regionale di Catania e dell'Amministrazione Comunale di Catania.

- Classifica dell'illegalità ambientale in sicilia (doc.)

- Estratto del Rapporto Ecomafia sulla Sicilia (pdf)

- "La mafia nel carrello"
inchiesta di Laura Biffi (La nuova ecologia - pdf)

 

 

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11 gennaio 2010
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