Egitto, terrore e morte
Al Cairo è un massacro. Polizia contro i manifestanti pro Morsi: 300 i morti
AGGIORNAMENTO - I Fratelli Musulmani hanno chiesto alla popolazione di scendere in piazza "contro il massacro" e manifestanti si stanno organizzando a Suez, ad Alessandria, a Minya e ad Assiut. E per tutta risposta le autorità statali hanno dichiarato "lo stato d'emergenza dalle 14 ora di Greenwich" (le 16 in Italia) e "per la durata di un mese". E annunciato il coprifuoco che entrerà dalle 19 di oggi e durerà fino alle 6 del mattino. Il provvedimento riguarderà tutti i governatorati egiziani, compreso Il Cairo, Giza e Alessandria. Nel pomeriggio il vicepresidente El Baradei rassegna le dimissioni.
La Casa Bianca, intanto, si è detta fortemente contraria allo stato di emergenza dichiarato dal govenro egiziano e ha chiesto ai militari il rispetto dei diritti umani. "Gli Stati Uniti, nel bocciare il ricorso alla violenza e allo stato d'emergenza, continueranno a mantenere colloqui con le autorità del Cairo allo scopo di arrivare a una transizione pacifica verso un governo democraticamente eletto e il rispetto dei diritti umani. Questo processo è l'obiettivo degli Usa". ha dichiarato il vice portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, in un briefing a Marthàs Vineyard, dove Obama sta trascorrendo una settimana di vacanza.
"Sono oltre 200 i martiri" rimasti uccisi nelle operazioni di sgombero delle piazze di Rabaa al-Adawiya e al-Nahda al Cairo, dove si erano radunati i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi. Lo denuncia Ahmad Aref, portavoce Fratelli Musulmani, in un'intervista ad Aki-Adnkronos International.
Secondo Aref, raggiunto a piazza Rabaa al-Adawiya, "negli ospedali da campo allestiti dalla Fratellanza giacciono 180 corpi e molti altri ancora sono senza vita nel perimetro della piazza". Il portavoce dei Fratelli Musulmani ha quindi sostenuto che "nonostante il massacro, che deve essere fermato, siamo intenzionati a continuare con le manifestazioni". Aref ha infine smentito che i manifestanti pro Morsi fossero armati, malgrado il ministero dell'Interno abbia annunciato l'arresto di 150 "uomini armati" nel corso delle operazioni di sgombero.
Su Twitter la Fratellanza aveva parlato di più di 2000 feriti. Secondo quanto riportato, il numero delle vittime "aumenta ogni minuto" a causa della "brutalità dell'esercito golpista". Il portavoce della Fratellanza ha quindi denunciato la presenza di "cecchini che sparano contro i dimostranti nel mezzo di piazza Rabaa al-Adawiya", al Cairo, e che "le ambulanze non possono accedervi per soccorrere i feriti".
Tra i morti, che per la tv satellitare 'Al Jazeera' dovrebbero essere circa 300, ci sarebbero anche una giornalista e un fotoreporter. Nel raccontarlo, l'inviato dell'emittente qatariota al Cairo ha spiegato che all'ospedale da campo sarebbero stati trasferiti anche 800 feriti.
Mentre per Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione medici stranieri in Italia) e Comai (Comunità del mondo arabo in Italia), in base a quanto appreso da fonti mediche egiziane, i morti sarebbero più di 50 e circa 600 i feriti. E il ministero della Salute parla invece di almeno 10 morti e 98 feriti il bilancio delle operazioni di sgombero. Lo ha riferito il responsabile per le emergenze del ministero della Salute egiziano, Mohamed Sultan, citato dal quotidiano governativo 'al-Ahram'.
I Fratelli Musulmani hanno fatto appello ai propri sostenitori a scendere in piazza per fermare il "massacro". Nel riferirlo, 'al-Arabiya' ha annunciato che gli attivisti della Fratellanza hanno iniziato una marcia dalla moschea Salam verso piazza Rabaa. La tv araba ha riferito, inoltre, che piazza al-Nahda, dove era stato organizzato l'altro sit-in pro Morsi, è ora sotto il "completo controllo" degli agenti.
Ma se i Fratelli Musulmani parlando di esercito, le autorità egiziane ad interim ne hanno smentito il coinvolgimento. Fonti hanno sostenuto che "l'incarico di disperdere i manifestanti è stato affidato solo ed esclusivamente alle forze di polizia", affermando che "l'Esercito non ha partecipato gli scontri" durante le operazioni di sgombero, ma comunque "approva" l'intervento del ministero dell'Interno. Le forze armate - hanno sottolineato le fonti - stanno garantendo la sicurezza di siti vitali e sede di ambasciate nel perimetro dei raduni".
Le forze di sicurezza egiziane hanno rinvenuto armi e munizioni nel corso delle operazioni per disperdere i sit-in e arrestato anche vari leader dei Fratelli Musulmani tra cui l'ex segretario generale del braccio politico della Fratellanza, Mohammed al-Beltagy.
In seguito ai disordini, l'ambasciata Usa al Cairo chiuderà al pubblico, come comunica una nota diffusa in mattinata nella quale si spiega che decisione è stata presa "a causa della situazione di incertezza legata agli eventi nelle piazze al-Nahda e Rabaa al-Adawiya".