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Elezioni nazionali: le linee guida della Chiesa

Le raccomandazioni del card. Bagnasco: "Cattolici non disertate il voto"

23 gennaio 2013

"La presenza di esponenti cattolici in schieramenti differenti dovrà accompagnarsi a una concreta convergenza sulle questioni eticamente sensibili, perché non si possono affrontare problemi come la crisi del mondo del lavoro, le disuguaglianze sociali, la questione ambientale, mettendo tra parentesi i valori di partenza, come il rispetto per la vita, il sostegno alla famiglia, la libertà di educazione".
Lo sottolinea il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, in un'intervista a Famiglia Cristiana.

Il richiamo di Bagnasco ai politici è in stretto rapporto con quello che definisce una "grave urgenza del nostro Paese", ovvero la mancanza di lavoro. "Se si pensa ai giovani che sono in larga misura condannati a questa situazione - sottolinea l'arcivescovo di Genova - si capisce che la fragilità dei legami è dovuta pure a questo stato di cose. La Chiesa fa tutto ciò che può inventandosi anche canali nuovi di aiuto, ma è ovviamente troppo poco rispetto ai bisogni. Se non si riuscirà a trovare una risposta concreta a questa emergenza il rischio è di sacrificare intere generazioni". Il cardinale, sull'emergenza lavoro, avverte: "è questo un banco di prova su cui la politica dopo le elezioni sarà costretta a cimentarsi. Circola spesso l'immagine di un Paese disamorato, privo di prospettive, quasi in attesa dell'ineluttabile. La crisi economica e sociale - dice - è però il sintomo drammatico di uno spaesamento più profondo. L'effetto è un ripiegamento sul privato e una fuga nella demagogia che allontana la possibilità di un cambiamento. Ma a un cattolico quest'atmosfera di disimpegno non è consentita e partecipare con il voto è già un modo concreto per non disertare la scena pubblica".

Bagnasco nell'intervista mette, inoltre, in chiaro che "la Chiesa, le tasse finora le ha pagate, contrariamente a ciò che si dice e si scrive". Dice senza giri di parole: "Evadere le tasse è peccato. Quanto all'Imu, la vera distinzione da salvaguardare è quella tra realtà non profit e realtà commerciali. Chi svolge un'attività a sfondo sociale è giusto che sia riconosciuto in questa sua funzione e venga dunque esentato. Al contrario, per le attività che hanno una finalità lucrativa, è giusto prevedere una tassazione. Non esiste alcuna legge 'ad Ecclesiam'".
Servono politiche "adeguate". In Italia ''è vistosa, specie a confronto con altri Paesi europei, l'assenza di politiche familiari adeguate e durature", sottolinea il presidente della Cei. Sulle unioni omosessuali, dice che "gli attacchi alla famiglia non sono, in primo luogo, una questione religiosa. Sottrarre ai figli la possibilità di avere un papà e una mamma vuol dire manipolare l'elementare forma di ingresso nel mondo". Sugli immigrati, "l'auspicio - dice - è che si arrivi presto a una chiarificazione della loro condizione". [Adnkronos/Ign]

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23 gennaio 2013
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