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Emergenza a Palermo: cinque auto circolanti su dieci non sono catalizzate

Emergenza inquinamento urbano e auto circolanti nei primi otto comuni italiani

06 maggio 2004

Tra i grandi comuni italiani, Palermo è seconda soltanto a Napoli per l’incidenza delle autovetture non catalizzate sul parco circolante nel comune. A Palermo la quota delle autovetture immatricolate prima del 1993 e quindi nella quasi totalità dei casi non catalizzate è infatti pari al 46,54% contro il 61,50% di Napoli.
Decisamente migliore ma comunque preoccupante la situazione delle altre maggiori città italiane, dove la quota delle non catalizzate è pari al 29,40% a Bologna, al 29,89% a Firenze, al 30,65% a Genova, al 33,40% a Torino, al 34,01% a Milano e al 34,30 a Roma.
Questi dati emergono da un’analisi condotta dall’ufficio studi di LeasePlan Italia, azienda specializzata nel noleggio a lungo termine, sui dati dell'Automobil Club Italia (Aci).

Le situazioni di Palermo e di Napoli sono decisamente allarmanti ma la quota delle auto non catalizzate è comunque elevata in tutte le grandi città e complessivamente nell’intero Paese. La questione è molto seria ed ha pesanti ripercussioni sugli standard ambientali, perché le auto non catalizzate, immatricolate prima del 1993, hanno generalmente emissioni inquinanti superiori di oltre dieci volte a quelle di una vettura immatricolata nel 2004.
Il quadro appare ancora più preoccupante se si considera che, come ha recentemente riconosciuto il Ministro per l’Ambiente, i blocchi del traffico sono sostanzialmente inefficaci.

Secondo la ricerca di LeasePlan Italia, nuove misure per accelerare la sostituzione del parco circolante potrebbero contribuire a rendere meno preoccupante la situazione dell’inquinamento. La soluzione più efficace è comunque il potenziamento del trasporto pubblico, per il quale occorrerebbe però un forte impegno da parte delle aziende di trasporto locale per rinnovare e potenziare il loro parco autoveicoli che attualmente è costituito da autobus vecchi e fortemente inquinanti.

Come è noto, questa via non è attualmente percorribile in quanto le aziende locali di trasporto non dispongono dei fondi necessari per realizzare un programma di investimenti adeguato. Come sta avvenendo per le flotte pubbliche di autovetture e di veicoli commerciali, la soluzione del problema potrebbe venire dal noleggio a lungo termine. Con questa formula, sulla base anche di precise indicazioni contenute nella direttiva Prodi del 27 febbraio 1998 e nelle successive leggi finanziarie, le flotte pubbliche stanno rinnovando il loro parco sostituendo i loro veicoli in proprietà con mezzi nuovi forniti dalle società di noleggio, che, a fronte di un canone annuo predeterminato, mettono a disposizione, oltre al veicolo, anche tutti i beni e servizi necessari per utilizzarlo.

Il noleggio a lungo termine rappresenterebbe quindi la soluzione ideale anche per rinnovare ed ampliare il parco circolante di autobus destinati al trasporto pubblico. Vi è però un impedimento normativo. Il Codice della strada vieta attualmente il noleggio di autobus con più di nove posti. Da due anni si attende che questo divieto venga eliminato, ma nonostante che il Governo sia stato delegato a riformare il Codice della strada, inspiegabilmente il divieto non è stato ancora rimosso. Si auspica che ciò avvenga in occasione delle prossime modifiche che verranno apportate al Codice per completare l’esercizio della delega conferita al Governo.

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06 maggio 2004
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