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Emergenza rifiuti in Sicilia: un disastro annunciato

Secondo Gaetano Pecorella, l'unica salvezza si chiama ''termovalorizzatori''

18 settembre 2009

"Per realizzare i termovalorizzatori in tempo è necessaria la dichiarazione dello stato di emergenza e il commissariamento. Altrimenti, senza l'accorciamento delle procedure, si potrebbe verificare una vera situazione di crisi".
Queste le parole profferite dal presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella, al termine delle audizioni che si sono tenute nei giorni scorsi con il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, il presidente dell'Agenzia regionale per
le acque e i rifiuti (Arra)
, Felice Crosta, e gli assessori regionali alla presidenta e al Territorio e Ambiente, Gaetano Armao e Mario Milone.
"Dopo il fallimento delle gare d'appalto e la svolta della Regione verso un nuovo piano rifiuti - ha detto ancora Pecorella - bisogna capire quanti e quali termovalorizzatori verranno realizzati. In verità gli assessori regionali non hanno chiarito questo punto, che tuttavia è di carattere politico e pertanto non entra negli interessi della commissione. Quello che è certo è che le discariche, proprio per le direttive europee, non potranno più essere costruite o ampliate. l'unica strada è quindi quella dei termovalorizzatori non si può prescindere e la Sicilia non può fare altrimenti".
Anche il sindaco ha prospettato alla commissione la necessità di realizzare al più presto i termovalorizzatori. "Inoltre, Cammarata - ha spiegato Pecorella - ha posto il problema della mancata concertazione della Regione con gli enti locali prima della decisione di cambiare il piano rifiuti. Del nuovo piano, comunque, sappiamo solo che verranno ridotti gli Ato da 27 a 10 e che ci sarà la gestione integrata dello smaltimento della spazzatura. Crosta ci ha detto che il vecchio piano potrà essere in gran parte mantenuto, anche per la parte che riguarda la raccolta differenziata".

Sembra, dunque, ormai tramonata l’ipotesi dei quattro grandi termovalorizzatori e, a questo punto, potrebbero cambiare sia i siti che la dimensione degli impianti. Pecorella ha pure sostenuto che Cosa nostra non sarebbe molto interessata a inserirsi nello smaltimento illecito dei rifiuti. "Ci è stata rappresentata la presenza di fenomenoi mafiosi – ha detto – ma non in una misura particolarmente consistente, almeno non quanto in Campania o in Calabria, dove c’è un interesse conomico più elevato. In Sicilia – ha concluso - evidentemente Cosa nostra tende ad investire su altro che sui rifiuti, qui la presenza è più sporadica che organica".

Assente agli incontri il presidente della Regione Raffaele Lomabrdo. "Abbiamo insistito per incontrare il governatore Raffaele Lombardo perché quelle sulla gestione dei rifiuti sono scelte politiche di altissimo profilo. Non vogliamo fare polemiche, ma la commissione si è trattenuta a Palermo per tre giorni e Lombardo non è riuscito ad incontrarci...". Così Pecorella ha commentato l'assenza di Lombardo alle audizioni palermitane.
"Ho fatto presente, per iscritto, al presidente Pecorella, con il rispetto che è d’obbligo per l’impegno e la competenza profusi dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, la mia impossibilità ad essere presente all’audizione della commissione stessa, programmata a Palermo". E’ stata la precisazione del presidente Lombardo, al disappunto manifestato da Pecorella. "Sono certo - ha proseguito Lombardo - che gli assessori Armao e Milone, hanno illustrato al presidente ed ai componenti della commissione la condizione dei rifiuti in Sicilia, alla luce della situazione finanziaria ereditata e dell’annullamento della gara, in sede europea, per la costruzione dei termovalorizzatori".

"Non siamo assolutamente d'accordo sulla dichiarazione dello stato di emergenza in Sicilia. E' proprio per avere dato i poteri straordinari al commissario per l'emergenza sui rifiuti, l'allora governatore Totò Cuffaro, che ci troviamo in questa situazione di emergenza da dieci anni. Sembra un gioco di parole, ma purtroppo non lo é". Questa la presa di posizione di  Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia. "L'unico modo per uscire nell'immediato dall'emergenza, non ci stancheremo mai di dirlo - ha aggiunto -, è quello di spingere la raccolta differenziata, che potrebbe portare a buoni risultati anche nel giro di sei mesi. Non abbiamo bisogno di un commissario straordinario, ma di un nuovo Piano che sia condiviso e realizzabile per uscire finalmente fuori da questa grave situazione"

[Informazioni tratte da Ansa.it]

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18 settembre 2009
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