Emilio Isgrò firma il visual di Taobuk 2022
Una cancellatura del grande artista interpreta il concept della XII edizione
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Dubitare per procedere nella ricerca. Un grande punto interrogativo, su un testo cancellato in cui resta leggibile solo la parola verità, è l'affascinante visual firmato da Emilio Isgrò per la XII edizione di Taobuk, festival letterario internazionale.
"Ho piantato - sono le parole dell'artista - un grosso punto interrogativo sulla parola verità: non per negare che questa esista da qualche parte, ma piuttosto per ribadire che in un mondo di turbolenze essa non può che coincidere con quella autenticità umana capace di contraddirsi e ricostruirsi continuamente".
L'opera pone visivamente la questione dell'indeterminatezza e del dubbio che muove la conoscenza in ogni ambito, letterario, scientifico e artistico, cioè il fil rouge del festival di quest'anno.
ph Istituto Treccani
Il maestro siciliano è noto per avere "cancellato" testi inviolabili come "I Promessi Sposi" o la "Costituzione". Attraverso tale atto creativo Isgrò non oscura la parola, ma ne sottolinea la potenza, il valore conoscitivo, la capacità di trasmettere il pensiero. Il suo genio occupa un posto di primo piano nello scenario inquieto contemporaneo: interroga per rispondere, cancella per affermare, preferisce l'autentico al vero.
Il logo non esprime sfiducia nel raggiungimento dell'obiettivo, dunque, piuttosto la tensione necessaria per procedere verso la meta.
"Bisogna allora - continua il maestro - alimentare innanzitutto la consapevolezza che dobbiamo conoscere noi stessi, almeno quanto basta per stare in rapporto con gli altri uomini senza ingannarli. La verità dell'uomo è in primis ciò che lui è, non ciò che vuole si dica oppure gli altri dicano di lui. Essa si può raggiungere soprattutto attraverso l'arte, che è capace di sanare in sé tutte le contraddizioni umane".