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La tassa sui permessi di soggiorno resta, ma la cifra non è stata ancora definita

14 gennaio 2009

Nonostante lo stop del governo, il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha confermato la tassa sui permessi di soggiorno per gli immigrati.
Ad informare della scelta fatta è stato lo stesso ministro, al termine di un incontro con il ministro della Giustizia Angelino Alfano sugli emendamenti al Ddl sicurezza. "Il principio viene affermato così come era stato previsto e votato dalle Commissioni", ha spiegato il ministro dell'Interno. "Si prevede - ha aggiunto Maroni - un contributo che sarà definito con un decreto del ministro dell'Interno e del ministro dell'Economia per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno".
Il prezzo del "contributo", e non tassa, tengono a precisare dal Viminale, oscillera dai 10 ai 400 euro, ma una cifre precisa ancora non è stata definita.

L'emendamento del Carroccio al Ddl sicurezza, sostanzialmente, non è stato modificato (nella versione iniziale prevedeva il pagamento di una cifra di 200 euro per ottenere il permesso di soggiorno e di 50 euro per il rinnovo). "L'emendamento c'è - ha spiegato Maroni -, solo che al posto dei 200 euro per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno si prevede un contributo da definire con decreto". Insomma, la Lega ha insistito nonostante la contrarietà espressa nei giorni scorsi da Berlusconi. E sulla conferma data ieri da Maroni il premier ha subito ribattuto: "Non sono al corrente di novità". "Ho subito detto che ero contrario - ha ribadito - e non c'è stata nessuna marcia indietro". E a chi gli ha chiesto se ne ha parlato con il leader del Carroccio, Berlusconi ha risposto così: "Anche il Senatùr non ha fatto obiezioni particolari al riguardo". Insomma, secondo il premier non c'è nessuno scontro in atto tra Lega e Pdl. "Io e Bossi - ha detto - siamo stati insieme ieri (l'altro ieri per chi legge, ndr) lungamente. I nostri rapporti sono straordinari, veramente straordinari".
Il ministro Maroni ha detto che con Berlusconi è avvenuto un chiarimento giusto ieri sera nel corso di un "cordiale colloquio telefonico". Da quanto si è saputo, è stato chiarito che il contributo sarà cosa diversa rispetto alla cosiddetta tassa di soggiorno. Si tratterà di un contributo, come quello già previsto nella maggior parte dei Paesi europei per il rilascio dei permessi di soggiorno.

Al di là della tassa d'entrata, nel Ddl sicurezza, ha informato ancora Maroni, "resta il reato di immigrazione clandestina punito con un ammenda e con la sanzione accessoria dell'espulsione decisa dal giudice di pace che si somma all'eventuale espulsione ordinata dal questore. E' una possibilità in più di espellere un clandestino". E sempre in tema di sicurezza, ha rivelato che lo stop ai flussi migratori previsto da un emendamento della Lega diventerà un ordine del giorno. Nella sostanza, ha spiegato Maroni, "si raccomanda al governo di fare una verifica sulla necessità di nuovi ingressi di stranieri".
Peraltro, ha continuato Maroni, la crisi economica ha determinato un calo delle richieste di ingresso in Italia per lavoro da parte di extracomunitari. "A fronte dei 150.000 ingressi previsti dal decreto flussi - ha spiegato il ministro - sono arrivate 127.000 domande, 13.000 in meno quindi del tetto stabilito che per qualcuno era troppo severo". Ciò, ha sottolineato il leghista, "dimostra che c'è una riduzione della richiesta: c'è una crisi che determina la perdita di lavoro in primo luogo dei cittadini extracomunitari".
La Lega deve però fare marcia indietro sull'emendamento che prevedeva cure mediche a pagamento per gli immigrati, mentre i medici non avranno l'obbligo di denunciare l'immigrato clandestino che chiede di essere curato.

Adesso, resta da vedere cosa effettivamente succederà oggi in Aula al Senato, dove l'emendamento inizierà il suo iter.

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Corriere.it, La Stampa.it]

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14 gennaio 2009
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