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Entro marzo sarà varata la riforma del lavoro

Ancora un incontro tra il ministro Fornero e le parti sociali. Il governo ora negozia, ma sull'art. 18 la Cgil è irremovibile

16 febbraio 2012

"Nessun aut aut del governo sulla riforma del mercato del lavoro. Non è un prendere o lasciare. Ma deve essere chiaro che il tema del riordino dei contratti e delle flessibilità in entrata è subordinato al tema della flessibilità in uscita". Queste le parole del ministro Elsa Fornero in apertura del tavolo di ieri con la parti sociali a palazzo Chigi . Ma l'articolo 18, propone la Professoressa, "affrontiamolo per ultimo".
La trattativa è cominciata da 'apprendistato' e 'ordinamento dei contratti'. Il ministro avrebbe poi apprezzato, secondo fonti presenti all'incontro, il fatto che "le parti sociali parlino con una unica voce: è una innovazione di non poco conto". "Quindi cominciamo da oggi a parlare dell'ordinamento dei contratti, di apprendistato, che è lo strumento per fare una formazione professionale seria, di politiche attive, di servizi per il lavoro e di ammortizzatori", ha proseguito Fornero, aggiungendo "lasceremo per ultimo il tema della flessibilità in uscita su cui voi non avete trovato un punto di convergenza".
Per il ministro Fornero "l'apprendistato deve diventare la forma tipica di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro". E ci sarà tolleranza zero da parte del governo "su l'uso improprio" dell'apprendistato: "dobbiamo essere - ha detto - severissimi". Fornero ha quindi rassicurato su "nessun aut aut" del governo sul mercato del lavoro. "Non è un prendere o lasciare - ha detto alle parti sociali - questa che vi ho illustrato è la filosofia del governo". Ma deve essere chiaro, ha detto ancora, che il tema del riordino dei contratti e delle flessibilità in entrata "è subordinato al tema della flessibilità in uscita".
Il ministro ha infine annunciato che la trattativa tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro proseguirà da lunedì prossimo, 20 febbraio, al ministero del Lavoro, con all'ordine del giorno 'politiche attive del lavoro' e 'ammortizzatori sociali'.

Il commento della leader della Cgil dopo l'incontro a Palazzo Chigi.  - "Abbiamo riconfermato che per noi non c'è un tema che si chiama articolo 18". A puntualizzarlo il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "Ovviamente, il governo ha detto, e questo lo sapevamo, che una volta trattato l'ingresso al lavoro, una volta discusso degli ammortizzatori, delle politiche attive, occorrerà affrontare anche il tema flessibilità in uscita, l'articolo 18. Sappiamo che questo tema c'è, e noi abbiamo riconfermato che per noi non c'è un tema che si chiama articolo 18", ha detto. Si possono discutere, ha spiegato, i tempi del processo del lavoro ma, ha chiarito, "non c'è uno scambio con qualcos'altro".
"Rispetto alla questione della flessibilità in uscita, noi non abbiamo nessuna riagione per cambiare opinione e alontanarci dalle cose che abbiamo detto", ha ribadito. "Nella metodologia della trattativa - ha aggiunto il leader del sindacato - è una questione che si decide insieme". L'articolo 18 "è un principio di civiltà". Per Camusso, ieri c'è stata una "discussione positiva" sulla precarietà, perché "si stabilisce che si deve discutere di ingresso e non di uscita". Né preoccupa il sindacato il fatto che il ministro abbia legato l'accordo sulla contrattazione all'esame delle norme sulla flessibilità in uscita. "Fornero ha detto una cosa che si dice in qualunque trattativa e cioè che nell'ambito di un negoziato tutto si tiene, non ho mai visto nessun confronto che non partisse con questa premessa. Una trattativa può fare un accordo, un mezzo accordo o non farlo. Siamo dunque alla pura metodologia", ha detto ancora. Per Susanna Camusso, comunque, "il negoziato per ora parte con il piede giusto". "La novità vera è che fino ad ora il governo faceva elenco e ci diceva che sarebbe andato avanti mentre oggi ci ha detto di avere queste idee e di negoziare", ha rimarcato sottolienando che questo è il "punto di evoluzione" del confronto tra governo e parti sociali. "Poi quando si entra nel merito le opinioni possono essere variegate, ma, se vogliamo individuare un punto di evoluzione, è proprio questo", ha detto rispondendo a una domanda su un diverso atteggiamento del governo che non avrebbe posto aut aut nel confronto.

Il commento del leader della Cisl - Bene la proposta del governo di lasciare per ultimo la discussione dell'articolo 18, ma quando arriverà il momento "spero nella ragionevolezza di imprenditori, governo e forze politiche, e dello stesso sindacato". Così il leader Cisl, Raffaele Bonanni. Una ragionevolezza necessaria, per Bonanni, "perché sappiamo, il governo l'ha detto, che alla fine si affronterà questo tema". E se "noi ci poniamo con l'attegiamento di chi non vuole discutere su niente otterremo solo il fatto che alla fine ci penserà il governo, come già fatto sulle pensioni a cui ha pensato senza nessuno filtro", ha aggiunto, ribadendo l'apprezzamento per la decisione dell'esecutivo: "Non vogliamo discutere, se non alla fine, di flessibilità in uscita, di art. 18, perché se mettiamo avanti questa discussione ci perdiamo in altre chiacchere". "Siccome siamo interessati alla riforma non vogliamo dunque inquinare la discussione. Ma alla fine sappiamo che c'è questo tema e spero in una ragionevolezza del mondo imprenditoriale, del governo, delle forze politiche, e che il sindacato sia all'altezza", ha proseguito, ribadendo come sia "più importante trovare soluzioni che trovare storie". "Inutile prenderci in giro, sappiamo che il governo interverrà, sta a noi trovare soluzioni ma non nel corso di questa tranche di confronto". Sul nodo delle partite Iva, "il governo deve confermare la sua impostazione originaria e un segnale forte", ha detto e ha aggiunto: "Prima si voleva tagliare la testa, ora sembra che non si voglia fare più questo". E indietreggiare, ha avvertito Bonanni, "sarebbe miope e sbagliato". "Il problema - ha sottolineato Bonanni- è che le flessibilità non possono essere pagate poco, non possono essere poco contribuite. Se sono poco tassate, diventano luogo della flessibilità malata. Questo è un punto non di poco conto". Sulla questione delle partite Iva, "ci sono pressioni sul governo, ci sono lobby in azione", ha detto il leader Cisl, per cui "queste forme di lavoro devono essere revisionate nel senso che non possono mai somigliare al lavoro dipendente e devono costare come costano i lavoratori dipendenti". Per questo, ha chiesto Bonanni, "il governo deve confermare la sua impostazione originaria, deve dare un segnale forte". Quanto all'attenzione del governo sull'apprendistato come canale di ingresso al mondo per lavoro "è un fatto molto importante", ammette, che fa piazza pulita "di tutta quella letteratura deviata degli ultimi mesi". E per le imprese piccole e piccolissime restano gli ammortizzatori sociali attuali, ma già da ora occorre organizzare un sistema assicurativo "in modo da avere una copertuara totale nei confornti dei lavoratori discriminati". Per quanto riguarda la cig, ha spiegato Bonanni, "stiamo al discorso fatto l'altra volta: i lavoratori che oggi usufruiscono della cassa integrazione in deroga, riconducibili ad aziende piccolissime e piccole", per ora e fino alla fine della crisi restano i mezzi attuali. Ma occorre "organizzare da adesso qualcosa" per quando la crisi sarà finita, "uno strumento assicurativo". "Ci muoveremo dentro la struttura delle vecchie cig pur revisionandole", ha detto infine Bonanni, che saranno strumenti "di tutela ma che spingono anche per il ritorno presto al lavoro".

Il commento del leader della Uil - "Abbiamo iniziato non solo formalmente ma anche sostanzialmente la trattativa sulla riforma del mercato del lavoro". A riferirlo il leader della Uil, Luigi Angeletti. L'incontro ha segnato "l'inizio concreto della trattativa", ha sottolineato, e questo è l'"aspetto positivo". "In queste due ore - spiega Angeletti - abbiamo affronato vari aspetti specifici, dal part time alle partite Iva, ai collaboratori. Nella discussione sono emerse una serie di problematicità relative a queste modalità di ingresso, soprattutto da parte delle imprese. Non a caso adesso hanno chiesto incontro diretto con il ministro su questi temi".

Il commento del leader dell'Ugl - "Non siamo pronti a discutere" dell'articolo 18. "Per noi è fondamentale" e la sua revisione "secondo noi non crea alcun posto di lavoro in più". Lo afferma il segretario dell'Ugl, Giovanni Centrella, al termine dell'incontro che si è tenuto a palazzo Chigi. La "trattativa" iniziata, secondo Centrella, "deve vederci uniti sulle cose che ci uniscono, da lì bisogna partire, non sulle cose che possono dividerci". "Siamo pronti a discutere per trovare una soluzione" su alcuni capitoli fondamentali come: gli strumenti per far ripartire l'occupazione, l'apprendistato e le cattive tipologie contrattuali. Per quanto riguarda il tema caldo dei licenziamenti, "il punto fondamentale - secondo il segretario - non è l'articolo 18 ma quanto dura una vertenza: dopo 6-7 anni non si crea solo un danno per il lavoratore ma anche per l'azienda". Parte una trattativa che "dovrebbe portare a una soluzione condivisa. Non vorremmo dare l'alibi" per fare agire "il governo da solo, come ha fatto per le pensioni, creando poi una serie di problematiche".

Il commento del presidente di Rete Imprese Italia - L'incontro tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro è stato "positivo: abbiamo avviato un confronto anche con il governo, ci saranno ulteriori incontri con il ministro per approfondire" i temi fondamentali anche tra ministro e imprese. Lo ha affermato il presidente di Rete Imprese Italia, Marco Venturi, al termine dell'incontro che si è tenuto a palazzo Chigi. "Quindi - ha precisato - ci saranno anche incontri separati per chiarire alcune questioni serie, credo che possa aiutare nella costruzione dell'accordo sul lavoro"Da parte delle piccole imprese, ci sono alcuni punti fondamentali che "faranno parte del confronto che prosegue con il governo", ha annunciato Venturi: "Misure per per favorire la buona occupazione, costo del lavoro, flessibilità in uscita". "Incontreremo il ministro Fornero - ha spiegato - e in quellla sede approfondiremo i temi che per le pmi sono fondamentali all'interno di questa trattativa". Sulla flessibilità in uscita, spiega Venturi, "bisogna tener conto che per le pmi fino 15 dipendenti c'è già una flessibilità che a nostro parere non deve essere intaccata". Venturi ha sottolineato comunque che "ci sono dei buoni propositi, rispetto all'incontro con altri; riusciremo a trovare una sintesi". Il presidente della rete delle imprese italiane ha sottolineato ancora le "diversità dei problemi delle piccole imprese, rispetto ad altre tipologie. Ci sono elementi che dobbiamo chiarire".

Il ministro Elsa Fornero, partecipando oggi al convegno 'Donne al vertice per l'azienda di domani', ha confermato che la riforma del mercato del lavoro dovrà essere varata entro marzo. "Sono fiduciosa, stiamo lavorando bene - ha detto Fornero - la riforma sarà varata nei termini che ha indicato il presidente Monti. Ritengo che sarà approvata entro marzo". Ma non può essere fatta senza un confronto. "La riforma delle pensioni è stata molto severa e senza fare un confronto vero con le parti sociali. Non c'era tempo. Era importante dare un segnale serio di credibilità. Ma la riforma del lavoro è diversa, tocca tutte le persone e non si può fare senza confronto", ha poi sottolineato Fornero aggiungendo: "La riforma del lavoro non si può fare dentro una stanza chiusa. C'è la necessità invece della massima apertura verso tutti a 360 gradi per fare un'analisi su tutto quello che non va. Ci sono troppi esclusi dal mondo del lavoro, giovani, donne, anziani e disabili. Dobbiamo rendere migliore domanda e offerta. La riforma dovrà essere incisiva e credibile".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Corriere.it, Labitalia]

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16 febbraio 2012
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