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ENZO FRAGALÀ È MORTO

Dopo tre giorni in coma profondo l'avvocato Fragalà è morto all'ospedale Civico di Palermo

26 febbraio 2010

L'AVVOCATO ENZO FRAGALÀ, MASSACRATO A BASTONATE MARTEDÌ SCORSO, È MORTO DOPO ESSERE RIMASTO TRE GIORNI IN COMA NELL'OSPEDALE CIVICO DI PALERMO. LO CONFERMANO I CARABINIERI. IL PENALISTA ED EX PARLAMENTARE, CHE ERA ANCHE CONSIGLIERE COMUNALE DEL PDL, ERA STATO AGGREDITO DA UN UOMO DAVANTI AL SUO STUDIO LEGALE IN PIAZZA VITTORIO EMANUELE ORLANDO, DI FRONTE AL PALAZZO DI GIUSTIZIA.

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È sempre in coma profondo l'avvocato palermitano Enzo Fragalà, il noto penalista brutalmente aggredito a bastonate martedì sera davanti al suo studio legale a pochi passi dal Palazzo di giustizia di Palermo. L'ex deputato di An, che martedì notte è stato sottoposto a un delicato intervento alla testa per fermare una vasta emorragia e ieri ha subito  un nuovo intervento neurochirurgico, ha trascorso la terza notte nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Civico di Palermo. In giornata sarà emesso un nuovo bollettino medico dalla direzione sanitaria. L’ultimo diramato ieri non lasciava molto spazio all’ottimismo. Fragalà non peggiora. Ma resta in coma profondo. "Le condizioni neurologiche permangono gravi, seppure in assenza di variazioni peggiorative". Il primario della seconda rianimazione, Romano Tetamo, si è poi fermato a parlare con i giornalisti e si è concesso una battuta: "Speranze per l’avvocato? Viste le condizioni, il fatto che stiamo qui a parlarne è già positivo".
Intanto questa mattina verranno sospese tutte le udienze al Tribunale di Palermo per l'assemblea straordinaria convocata dagli avvocati penalisti di Palermo per esprimere la solidarietà della categoria all'avvocato.

E proseguono le indagini dei carabinieri del Reparto operativo di Palermo, coordinati dal pm Antonino Di Matteo, che hanno continuato ad ascoltare i tre testimoni oculari, i colleghi di studio e i parenti.
La pista seguita e più accreditata rimane quella professionale. Gli inquirenti stanno controllando i più recenti fascicoli processuali seguiti da Fragalà prima dell'aggressione di martedì. Sono diverse le ipotesi, tra queste ce n'è una che riguarda un processo per sfruttamento della prostituzione. L'ultima arringa di Fragalà riguardava un processo su una baby-prostituta che avrebbe partecipato a festini palermitani.
Altri due casi sui quali stanno concentrando l'attezione gli investigatori  riguardano la faida tra due famiglie del Palermitano - i D'Amore e i Lo Forte, questi ultimi vicini alla cosca di Vicari - e quelli del processo ai cosiddetti amanti diabolici accusati dell'assassinio del marito della donna. Lui, Francesco Marotta è stato condannato a 16 anni in abbreviato ed è libero, mentre l'ex amante, Elena Smeraldi, è ancora sotto processo. Dai racconti dei colleghi di studio della vittima é emerso che nel corso del processo per la faida, che ha avuto alterne vicende, tra le quali un annullamento in Cassazione a vantaggio dei clienti di Fragalà c'era una particolare tensione tra le parti. Nessuna minaccia, però, sarebbe giunta al legale.
Già da domani i carabinieri potrebbero interrogare le parti delle cause "più calde", mentre nessun contributo investigativo è giunto dalle immagini delle videocamere a circuito chiuso piazzate all'esterno dei negozi della zona dell'agguato. Infatti sull'aggressore ancora non si è riusciti ad avere un identikit completo. Si sa soltanto che è un uomo molto alto e robusto, ma durante l'aggressione aveva il volto coperto dal casco.

Il procuratore di Palermo Francesco Messineo non nasconde le ovvie difficoltà con le quali gli inquirenti sono alle prese: "Non abbiamo ancora, purtroppo alcuna certezza su quanto è accaduto, ma pare indubbio che l’aggressione sia legata al lavoro svolto dall’avvocato".
Gli investigatori, quindi, come già detto, stanno esaminando gli ultimi capitoli dell’attività professionale di Fragalà. Ricordiamo che il legale è anche consigliere comunale ma la sua azione politica negli ultimi tempi non era molto attiva e i colleghi del consiglio non ricordano che Fragalà abbia mostrato interesse per qualcosa in particolare. Fragalà continuava invece a esercitare la sua professione di avvocato con passione. Era stato legale di parte civile nel processo per l’omicidio di Pietro D’Amore, ucciso nel 2007 nell’ambito della faida di Lercara Friddi (Pa) e aveva ottenuto una provvisionale di 200 mila euro per la moglie e i figli della vittima dopo la condanna degli imputati. Fragalà ha seguito anche il caso del sindaco di San Giuseppe Jato, Giuseppe Siviglia, che era stato condannato nei due gradi di giudizio per aver ferito un rapinatore e che poi era stato assolto in Cassazione.
L’attività dell’avvocato era ad ampio spettro: difendeva imputati di corruzione, di omicidio, di mafia, ma anche medici che proponevano cause per mobbing o industriali che querelavano giornali per diffamazione. Fragalà è legale della società Villa Heloise, dei costruttori Rappa, che ha un contenzioso col comune di Palermo per ottenere il pagamento della pigione degli ultimi undici anni e della manutenzione per un edificio in via Brigata Aosta requisito dalla giunta municipale per far fronte all’emergenza dei senza casa. Il Comune ha chiesto agli inquilini circa 25 mila euro, per abitazione, di arretrati. Una vicenda avvitata su se stessa che riguarda 75 famiglie.
Circa 8 anni fa il nome di Fragalà, che era capogruppo di An in commissione Giustizia alla Camera, venne scritto in un’informativa del Sisde perché il deputato-avvocato con altri politici poteva essere nel mirino di Cosa nostra perché non avrebbe favorito una legislazione favorevole ai boss. Lui replicò dicendo di "essere un garantista contrario al regime 41 bis dell’ordinamento penitenizario". Fragalà rifiutò la scorta.
Su una cosa gli inquirenti concordano: quella di martedì sera è stata una vera e propria spedizione omicida. Fragalà è stato sorpreso di spalle, colpito con un bastone in testa e sul torace fino a cadere in una pozza di sangue. Ma l'aggressore ha continuato ad infierire sul penalsita anche dopo. E il sicario sarebbe riuscito nel suo intento senza l’arrivo di alcuni passanti.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, LiveSicilia.it, Gds.it]

 

 

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26 febbraio 2010
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