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Era solo questione di tempo... E' stato decimato il clan dei Lo Piccolo. Fermato anche l'altro figlio del boss

16 gennaio 2008
Era solo questione di tempo. Dopo la loro cattura, avvenuta il 5 novembre scorso, e il ritrovamento dei ''documenti'' contenenti “tutto l'universo mafioso, dal 2000 ai giorni nostri”, tutto il ''mondo'' che gravitava attorno a Salvatore e Sandro Lo Piccolo poteva avere solo un destino.
Trentanove tra capi e affiliati dell'organizzazione mafiosa dei boss Lo Piccolo sono stati catturati nella notte in un'operazione della polizia a Palermo, che è stata chiamata "Addio pizzo". Le accuse contestate, a vario titolo, sono di associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi da fuoco.
Tra gli arrestati le persone che, secondo le indagini, avevano favorito in questi ultimi anni la latitanza dei Lo Piccolo, e l'altro figlio del boss Salvatore, il 33enne Calogero, che sarebbe stato il reggente del mandamento mafioso subito dopo l'arresto del padre e del fratello Sandro. I riferimenti a Calogero Lo Piccolo sono contenuti in moltissimi 'pizzini' trovati al capomafia al momento dell'arresto. Sorvegliato speciale, Calogero Lo Piccolo era uscito dal carcere lo scorso anno e secondo gli investigatori avrebbe gestito l'estorsione nella zona di San Lorenzo ed era "pienamente inserito nel contesto mafioso".


L'inchiesta deriva proprio dall'esame dei pizzini trovati ai Lo Piccolo. Le indicazioni contenute nelle lettere sono state riscontrate anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Francesco Franzese e Antonino Nuccio, oltre che dalle intercettazioni ambientali.
Gli elementi raccolti dagli investigatori hanno anche consentito di identificare i nuovi vertici operativi dei mandamenti mafiosi di San Lorenzo e Porta Nuova e delle famiglie di Partanna, Cruillas e Altarello che sarebbero in mano ai rampolli di esponenti mafiosi già arrestati in precedenti operazioni di polizia.

Fra le persone che hanno favorito la latitanza di Salvatore Lo Piccolo c'è, secondo gli inquirenti, anche un dipendente della Gesip Spa, la società mista partecipata dal Comune di Palermo per la gestione e la manutenzione degli impianti pubblici. Il dipendente Gesip, in diverse occasioni, avrebbe favorito il capomafia latitante, tenendo contatti anche con altri indagati coinvolti nell'indagine per la cattura dei Lo Piccolo.
Nel corso dell'attività investigativa sono stati tra l'altro identificati i mandanti dell'attentato che alla fine dello scorso agosto incenerì il grosso deposito di vernici e ferramenta dell'imprenditore Rodolfo Guajana. Individuati anche tutti i commercianti e gli imprenditori che venivano taglieggiati dai Lo Piccolo.

L'indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Morvillo e dai sostituti Domenico Gozzo, Gaetano Paci, Francesco Del Bene e Anna Maria Picozzi.

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16 gennaio 2008
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