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Eragastolo per Mario Alessi

E' arrivata la sentenza del processo per il sequestro e l'omicidio del piccolo Tommy

28 maggio 2008

La Corte d'assise di Parma, dopo circa 5 ore e mezzo di camera di consiglio, ha condannato all'ergastolo Mario Alessi per il sequestro e l'omicidio del piccolo Tommaso Onofri avvenuto nel marzo del 2006 a Casalbaroncolo. La corte ha anche condannato a 30 anni di carcere la compagna di Alessi, Antonella Conserva. La pena comminata è in linea con la richiesta avanzata dal pm.

La sentenza è arrivata al termine di una giornata drammatica, segnata dalle dichiarazioni in aula degli imputati.
"Io ho partecipato al rapimento, ma sulla morte di Tommaso mi sento la coscienza pulita. Ho fatto io il sequestro ma non ho ucciso io il piccolo Tommy. Io mi sono assunto le mie responsabilità, ho detto sempre la verità che è stata sempre ignorata. Fin dal primo giorno il pubblico ministero mi disse 'ti porterò in Corte d'assise'. Ci sono ancora fuori dei criminali come me, mentre mia moglie era all'oscuro di tutto". A dirlo, in una dichiarazione spontanea, il muratore siciliano Mario Alessi, imputato per il sequestro e l'omicidio del piccolo Tommaso Onofri, avvenuto il 2 marzo del 2006 a Casalbaroncolo.
Alessi ha chiesto di poter parlare a conclusione delle repliche della sua difesa e di quella della compagna Antonella Conserva che, secondo l'accusa, è responsabile del sequestro e della morte dell'ostaggio come conseguenza non voluta. Alessi è intervenuto subito dopo la dichiarazione spontanea della Conserva.

Quindi la richiesta di perdono. "Alla signora Paola chiedo scusa e perdono", ha detto Alessi rivolgendosi direttamente alla mamma del bambino. Ma Paola Pellinghelli non è riuscita ad ascoltare e si è alzata di scatto uscendo fuori dall'aula. Immobile il papà di Tommy, Paolo Onofri.
A quel punto il presidente del tribunale Eleonora Fiengo lo ha interrotto, invitandolo, se voleva rivolgersi ai familiari, a scrivere una lettera, ma non ad usare l'aula di giustizia.

Alessi ha poi confermato il memoriale presentato alla Corte nello scorso maggio, chiamando nuovamente chiamato in causa il fratello di Salvatore Raimondi, Giacomo, accusandolo di aver partecipato al primo tentativo di sequestro. Poi ha chiamato in causa anche Pasquale Barbera, il capomastro assolto con rito abbreviato. "E' stato lui la mente delle informazioni sulla famiglia Onofri; l'ultima che mi ha detto è stata che Onofri era al corrente del tentativo di sequestrare la moglie".

Nei confronti di Alessi, dunque, la massima pena alla quale si aggiunge l'isolamento diurno per la continuazione tra tutti i reati il più grave dei quali è il delitto.
Alessi è stato altresì giudicato decaduto della patria potestà, mentre la compagna Antonella Conserva è stata sospesa della stessa per tutti gli anni della reclusione.
Entrambi sono tenuti a pagare in solido le spese processuali oltre ai risarcimenti alle parti civili che ammontano a 300mila euro per ciascun componente della famiglia Onofri, 4 persone compresi i genitori Paolo Onofri e Paola Pellinghelli. Ai due zii del piccolo Tommy, 100 mila euro ciascuno.
Riesce a stento a parlare Paola Pellinghelli: "Me lo dovevano. Una sentenza esemplare. Mi sento vuota, ma molto sollevata". "E' la fine di un percorso che la parola fine non la vedrà mai", sostiene Paolo Onofri in lacrime.
Il pm della Dda di Bologna Lucia Musti, che insieme a Silverio Piro ha rappresentato l'accusa, spiega che "sono state accolte in pieno le richieste dell'accusa''. ''Confesso che se Antonella Conserva fosse stata condannata a 20 anni, sarebbe stato un processo perso", ha detto Musti, sottolinenando di aver "sempre avuto Tommaso dentro di me".
Il pubblico presente, assai numeroso e proveniente da diverse parti d'Italia, non è riuscito a trattenere un applauso liberatorio.

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28 maggio 2008
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