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Errori medici, maglia nera alla Sicilia

Nell'isola il 20 % dei 570 casi registrati in Italia. Di questi, ben 84 eventi hanno fatto registrare il decesso del paziente

17 maggio 2014

Sono 117 le denunce per i presunti errori medici che provengono dalla Sicilia, cioè quasi il 20% dei 570 casi registrati in tutta Italia e di questi ben 84 volte si tratta di eventi che hanno fatto registrare il decesso del paziente. Questi sono i dati che l'Osservatorio dei diritti del Malato, di cui Manfredi Zammataro è il segretario regionale, ha presentato in un dossier sulla malasanità denominato "La sanità in Sicilia: un malato da curare". Un momento di profonda riflessione anche per fare il punto sullo stato dei servizi sanitari in Sicilia: l’Osservatorio ha illustrato tra l’altro anche i numeri del fenomeno della "malpractice medica" nell'Isola.

ATTESE - Drammatica la situazione di Catania e provincia, dove ad esempio per una mammografia a Giarre si aspetta fino a 488 giorni, cioè oltre un anno e quattro mesi, mentre ad Acireale per un esame ecografico all’addome l’attesa tocca i 269 giorni. Per eseguire un’ecografia alla tiroide o paratiroide ad Acireale si aspettano 434 giorni. La situazione non migliora per la sezione cardiologica. Per un ecodoppler cardiaco a Catania si attendono 307 giorni, mentre per un’ecografia cardiaca al punto ospedaliero di Acireale sono necessari 245 giorni. Tragica la situazione per l’odontoiatria: a Catania solo dopo 1466 giorni, cioè 4 anni è possibile effettuare una visita per i denti. Va un po’ meglio per le visita ortopediche: in Città nel poliambulatori di Librino - San Giorgio per essere visitati si aspetta 200 giorni.

I CASI - Tra i casi più eclatanti registrati nella città etnea, quello del figlio che ha scoperto solo dopo dieci giorni che il padre era morto in ospedale o ancora il paziente dimesso dopo una visita all'ospedale Cannizzaro e morto appena rientrato in casa, un infarto scambiato per bronchite a Militello Val di Catania, la morte a distanza di quindici giorni di madre e figlia neonata al Garibaldi Nesima, ma anche il doloroso decesso di un neonato per infezione all’Ospedale Santo Bambino. Un sistema, quello sanitario, pieno di contraddizioni, dai tagli dei posti letto ai pazienti che stazionano dalle 24 alle 72 ore in barella nelle corsie degli ospedali, in attesa di essere trasferiti in altre strutture, dagli ospedali fatiscenti alla carenza di macchinari. Tutti questi fattori, insieme a tanti altri disservizi alimentano fenomeni di malasanità che spesso sfociano in decessi di pazienti. Morti causate da incuria, disattenzione ed errori dei medici, cure sbagliate, ma anche una cattiva gestione e organizzazione dei servizi sanitari.

SALUTE PREGIUDICATA - Ai decessi avvenuti in corsia per sbagli umani, sono da aggiungere i casi in cui, per l’errore di un anestesista o di un chirurgo, viene seriamente pregiudicata la salute del paziente. Una realtà sempre più presente che, spesso, si traduce nel disagio del malato in primis e nei costi economici e sociali elevati, dopo. La stima dei casi di malasanità sembra quindi diffondersi a macchia d’olio, con punte che raggiungono l’inverosimile nelle regioni del Sud Italia. I casi più gravi si registrano in Campania, Calabria, Basilicata, Abruzzo e in Sicilia, appunto. Una regione che in tal senso fa registrare tristi primati, con cifre di errori commessi da medici da bollettino di guerra. Sull’Isola si susseguono omissioni, imprudenze, ma anche casi di negligenza: tranne che per qualche rara eccezione diventa per il paziente sempre più difficile fidarsi di chi lo ha in cura.

MAGLIA NERA SICILIA - Quello della Sicilia è un "caso", che fa registrare inadeguatezza del comparto medico e finanziario, mancanza di chiarezza sulle politiche di assunzione e reclutamento del personale, incremento della mobilità interregionale, rideterminazione delle dotazioni organiche, sistemi di emergenza inadeguati, mancanza di assistenza territoriale residenziale e domiciliare, lunghe liste di attesa per poter accedere a prestazioni sanitarie per effettuare esami diagnostici a volte anche salvavita. I dati fotografano una realtà agghiacciante per l’Isola che è, infatti, la prima regione d’Italia per denunce per errori medici. Da una elaborazione del Censis su Indagine Qog "The Quality of Government Institute" University of Gothenburg, realizzata considerando 172 Regioni di 18 Paesi Europei, la Sicilia ha raggiunto la 159esima posizione nell’ambito della qualità della sanità pubblica e dell’attribuzione di un trattamento equo nei servizi sanitari pubblici. [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]

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17 maggio 2014
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