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Esami comprati all'Università di Palermo

In manette tre persone: 1000 euro per una materia in Economia, qualcosa in più ad Architettura e Ingegneria

02 marzo 2012

Un vasto giro di esami universitari falsi è stato scoperto a Palermo dalla Polizia, che alle prime ore dell'alba ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari a carico di due dipendenti dell'Ateneo e di un ex studente. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Riccardo Ricciardi, su richiesta dei sostituti procuratori Sergio Demontis e Amelia Luise, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci.
Le accuse a loro carico sono accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica e falsità ideologica in atto pubblico.

Le indagini, supportate da intercettazioni telefoniche oltre che da acquisizioni documentali, hanno permesso di accertare la falsa attestazione da parte dei dipendenti, tuttora in servizio all'Università, dell'avvenuto superamento da parte di numerosi studenti di esami, in realtà mai sostenuti o non superati con la votazione dichiarata. I due dipendenti, infatti, avevano accesso al sistema informatico Gedas in dotazione all'Ateneo per la registrazione degli esami sostenuti dagli studenti. Dal confronto incrociato tra la documentazione cartacea, acquisita nel corso delle indagini e costituita dai verbali di esame e dagli statini, e quella informatica, infatti, è emersa la divergenza dei dati registrati. In alcuni casi addirittura risultavano esami superati in date che non rientravano nel calendario di esami dell'Università. In tutto sono 200 i casi di falsi esami accertati e numerose sono le persone indagate.

La facoltà maggiormente coinvolta è quella di Economia e commercio, ma, spiegano gli investigatori, casi sono stati riscontrati anche in quelle di Architettura, Giurisprudenza ed Ingegneria.
Ad esempio, un esame alla facoltà di Economia costava 1.000 euro. Qualcosa in più serviva per una materia ad Architettura o a Ingegneria. A tutto pensavano i tre solerti impiegati dell'università di Palermo, addetti alle segreteria studenti della facoltà di Economia, e l'ex studente che avrebbe avuto il compito di avvicinare gli universitari in difficoltà.

L'inchiesta, comunque, è appena all'inizio: gli investigatori della sezione reati contro la pubblica amministrazione della squadra mobile, diretti dal vice questore Silvia Como, stanno esaminando le posizioni di altri studenti. Irregolarità sono già emerse anche alla facoltà di Giurisprudenza.
Il mese scorso, un avviso di garanzia era stato notificato ad Alessandro Alfano, fratello di Angelino, ex ministro della Giustizia e attuale segretario del Pdl, che si è laureato in Economia nel 2009: durante le indagini erano emerse delle irregolarità per tre materie del suo curriculum; nei giorni scorsi, all'Università, sono spuntati i verbali d'esame che non si erano mai trovati e al momento la posizione di Alfano sembra chiarita.
"Riteniamo di avere scoperchiato solo la punta di un iceberg", dice un investigatore, si tratta, infatti, "soltanto di una parte del fenomeno del malaffare che si era consolidato all'interno degli uffici amministrativi dell'ateneo".

Il caso è esploso nel 2010 a seguito dei controlli incrociati attuati dall'università di Palermo all'atto della domanda di laurea: nel fascicolo della studentessa, che aveva anche autocertificato di avere sostenuto quegli esami, non c'erano gli statini cartacei. Il controllo più approfondito rivelò che non esistevano neanche i verbali e che quindi le prove non erano state sostenute.
Gli arrestati di oggi, al termine dell'indagine interna dell'Università avviata a seguito del caso riguardante la studentessa di Economia, furono ritenuti "responsabili, nell'impossibilità di accertare in sede disciplinare quanto realmente accaduto, di grave negligenza nella gestione dell'accesso alla procedura informatica di caricamento, e di omissione di qualsiasi cautela nella custodia dello stesso". Si potè accertare insomma che avevano incustodita la loro postazione con la password che serve al caricamento dei dati. Il 21 settembre 2010 il rettore Lagalla depositò in Procura un dossier al termine di un lungo colloquio con i magistrati.
Il rettore dell'Ateneo, Roberto Lagalla, ha commentato stamane: "Rinnoviamo il nostro rispetto alla magistratura alla quale ribadiamo la disponibilità a tenere aperto qualsiasi canale di collaborazione, impegnati come siamo in un processo di trasparenza e di rifondazione della struttura universitaria".
"Studenti e famiglie devono sapere - ha agggiunto Lagalla - che il sistema di controlli incrociati che adesso abbiamo istituito non consente a nessuno di aggirare le procedure e garantisce massima legittimità e trasparenza. Dopo l'episodio, la squadra addetta alle verifiche delle carriere accademiche degli studenti è stata potenziata. Oltre ai controlli a tappeto su tutti coloro che presentano domanda di laurea, sono partite verifiche retroattive a partire proprio dalla facoltà di Economia".

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

 

 

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02 marzo 2012
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