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Escono dalla porta, entrano dalla finestra...

La Regione Sicilia ripesca, per un importante incarico, l'uomo che fu assessore per un solo giorno

19 settembre 2014

Lo scorso aprile Antonio Fiumefreddo è stato assessore ai Beni culturali della Regione Siciliana per un solo giorno. Poi le dimissioni precedute da una lettera al presidente della Regione Rosario Crocetta che iniziava così: "Caro Presidente, la violenza degli attacchi subiti in questi giorni, con il ricorso spregiudicato alla calunnia in un crescendo irrefrenabile di aggressioni, non mi stupisce giacché so bene che combattere Cosa Nostra se mette a repentaglio la nostra vita, insieme e prima di tutto attenta alla nostra reputazione così da confondere ogni cosa; è un metodo vecchio ma sempre in uso. Quel tipo di belva, che è il mafioso, inizia con l'adulazione dei suoi nemici ma quando si accorge di non avere presa ed allora passa ad infangare ed isolare, infine, se tutto è vano, uccide". (LEGGI)

Con questa missiva e la conseguente risposta di ringraziamento da parte del governatore si chiudeve quello che nel giro di pochissime ore divenne "caso Fiumefreddo", scoppiato all’indomani della sua entrata nel Crocetta Bis per alcuni affari poco chiari riguardanti la sua guida del Teatro Bellini di Catania e un appalto a una società di una famiglia mafiosa.
Siccome, però, a volte ritornano o, come recita il titolo dell’articolo, alcuni escono dalla porta e rientrano dalla finestra, l'avvocato Antonio Fiumefreddo, uscito dal portone centrale di Palazzo dei Normanni, nel palazzo c’è rientrato nominato al vertice di 'Sicilia patrimonio immobiliare'.
Fiumefreddo è stato indicato dall'assemblea dei soci della Spi, la società che, tra mille dubbi e contenziosi ha avuto il compito di gestire il patrimonio immobiliare della Sicilia, come nuovo presidente del collegio dei revisori. Una delle più classiche nomine di sottogoverno.
"La missione è quella di mettere ordine a una società che ha un contenzioso con la Regione e che sulla carta avrebbe potenzialità enormi. Bisogna fare sì che sia trasparente la gestione del patrimonio immobiliare. Questa è la parola d'ordine che ho dal presidente Crocetta e in questo senso mi muoverò immediatamente", ha dichiarato Fiumefreddo.

Per chiarezza e usufruendo di una rapida lista compilata dal quotidiano online Live Sicilia, dobbiamo dire che per l’avvocato penalista catanese, nonché tra i fondatori della testata Sudpress, i rapporti con le istituzioni politiche e amministrative non si fermano soltanto a quell’unico giorno in cui fu nominato assesssore regionale. Fiumefreddo infatti è stato: sovrintendente del teatro Bellini di Catania nominato da Raffaele Lombardo; assessore alla Cultura nella giunta Scapagnini al Comune di Catania  (poi però si è candidato sindaco proprio contro il medico personale di Berlusconi - e con il sostegno di Marco Forzese, deputato Drs); presidente della Ast Servizi, liquidatore dell'ex consorzio Asi di Catania e componente dell'organo di vigilanza della Sac, società che gestisce l'aeroporto di Catania, tutto ciò nell’era rivoluzionaria di Crocetta che, alla fine, lo avrebbe voluto assessore.

Ovviamente si aspettano (e si avranno) reazioni, in un momento nel quale il governatore non gode di tanti attestati di simpatia. Non è un buon momento quest’ultimo per Crocetta e il suo governo e in campo "per scuoterlo dal torpore" - come se non bastasse tutto il resto - è pronta a scendere anche la Cisl. A questo scopo il sindacato annuncia infatti che nei prossimi giorni promuoverà "provincia per provincia, in Sicilia, assemblee, manifestazioni, iniziative sociali".
Il sindacato giudica "insopportabile, insostenibile, indifendibile lo spettacolo offerto, di risse e scontri di potere. Ancora una volta - si legge in una nota - prevale l’irresponsabilità di una classe dirigente che, senza pudore, perde il proprio tempo in lotte interne per la gestione girando le spalle alle vere emergenze che soffocano l’Isola: l’emergenza economica, quella sociale e del lavoro e quella amministrativa. E la storia, di declino, degenerazione e fallimento, si trascina in totale continuità dal 2009". "In gioco - sottolinea la Cisl - sono il presente, il futuro e la credibilità della Sicilia. Per questo tutte le energie, le azioni e l’impegno vanno concentrati per creare nuovo lavoro e dare ossigeno a ogni forma possibile di crescita".

"Noi non intendiamo assistere passivamente al vergognoso e irresponsabile declino della nostra terra", afferma la Cisl, secondo cui "sono necessarie scelte coraggiose in grado di richiamare investimenti produttivi. Pertanto, c’è bisogno di una forte pressione e mobilitazione: dal mondo del lavoro a quello delle imprese e delle professioni, dal sociale alla cultura agli Enti locali disponibili a imprimere una svolta". "Governo e politica vogliono litigare, dividersi e ricomporsi su presunti patti? Bene - commenta il segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava -, abbiano almeno il buon senso di farlo per dare soluzioni alle emergenze economica, sociale e del lavoro, e amministrativa. Il governo Crocetta ha fallito. E ha fallito per gli stessi motivi per i quali fallì l’esecutivo Lombardo: non aver assunto queste emergenze come priorità della propria azione politica e istituzionale".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it, Corriere del Mezzogiorno]

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19 settembre 2014
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