Espiazione
Joe Wright riporta con sapienza e correttezza l'oramai classica prosa di Ian McEwan
Noi vi segnaliamo...
ESPIAZIONE
di Joe Wright
Inghilterra, 1935, è il giorno più caldo dell'anno. Briony Tallis e la sua famiglia conducono una vita agiata, all'interno della loro enorme villa gotico-vittoriana. Nel corso di un lungo weekend in cui la famiglia si riunisce sotto lo stesso tetto, il caldo asfissiante e le emozioni a lungo represse concorrono a creare un clima di minaccia e pericolo. Briony è una scrittrice alle prime armi, dotata di una vivida immaginazione. Attraverso una serie di catastrofici fraintendimenti, la ragazza accusa Robbie Turner, il figlio della governante nonché amante di sua sorella Cecilia, di un crimine che in realtà non ha mai commesso. Questa accusa distruggerà Robbie e il suo amore con Cecilia, alterando tragicamente il corso della vita di ognuno di loro.
Tit. Orig. Atonement
Anno 2007
Nazione Gran Bretagna
Distribuzione UIP
Durata 117'
Regia Joe Wright
Sceneggiatura Christopher Hampton
Tratto dal romanzo di Ian McEwan
Con James McAvoy, Keira Knightley, Vanessa Redgrave, Romola Garai, Saoirse Ronan, Brenda Blethyn
Genere Drammatico
La critica
''Atonement ('Espiazione') di Joe Wright è una buona trasposizione dell'omonimo romanzo di Ian McEwan, con una regia professionale, un'ottima prova d'attori e una sceneggiatura ambiziosa. (...) Lo scopo evidente è quello di interrompere la credibilità di chi guarda per costringerlo a tornare sempre sui suoi passi, a 'credere' un po' meno a quello che vede. Certo, perché l'effetto riesca bisogna forse essere un Karel Reisz (ricordate 'La donna del tenente francese'?). Wright è qualche spanna più sotto e nelle (troppo) lunghe scene di guerra il suo respiro si fa più affannoso. E il film più legnoso. Ma è anche vero che dopo l'esangue 'Orgoglio e pregiudizio', Wright trova qui una misura non disprezzabile e soprattutto indovina una direzione d'attori di grande livello, con l'acuto finale di una Vanessa Redgrave emozionante fino alla commozione.''
Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera'
''Il film fedele, corretto e ben fatto non ha molto di particolarmente nuovo ma si vede con piacere: la bravura artigianale è notevole ed il senso di colpa che domina la storia è espresso bene.''
Lietta Tornabuoni, 'La Stampa'
''Pensa e ripensa Zright non ha tenuto insieme la 'storia' che, da sempre, è l'asse di un racconto cinematografico. 'Atonement' non è un film di guerra, la meditazione su una dolorosa sconfitta. Non è neppure un film psicologico dato che le crudeltà della bambina che scrive di avventure della sorella inesistenti (o diversamente interpretabili) e si ravvede quando la frittata si è bruciata ed è capitato il peggio del peggio (...) alla lunga non reggono. Non è neppure una o cento storie d'amore con liti, scontri, promesse e riconciliazioni. E' un film 'così': probabilmente non meritava di inaugurare la 63ma Mostra d'arte cinematografica di Venezia.''
Francesco Bolzoni, 'Avvenire'
''Una struttura narrativa serrata: in tre tempi e in tre luoghi diversi, pronta a seguire, anche con rapidissimi ritorni all'indietro, le varie tappe dell'amore tra Cecilia e Robby e quelle di Briony, ormai diciottenne, diventata anche lei crocerossina per cominciare a espiare. Su questa struttura la regia di Joe Wright ha operato in modo addirittura travolgente nella prima parte, quella della colpa di Briony e delle sue funeste conseguenze. Ritmi ansiosi, immagini secche nonostante la cornice mondana in una bella villa. Gli affanni dosati con fortissime tensioni, musiche prima liriche, il "bel canto italiano", poi quasi funebri. Meno felice, forse, il seguito, ma basterebbe un lungo piano sequenza come pagina di guerra per lodare il regista. Cecilia è Keira Knightley (c'era già in 'Orgoglio e pregiudizio'), Briony invecchiata alla fine è la grande Vanessa Redgrave: riassume il dramma e lo sublima.''
Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo'
''Troppa trama per un film solo. Il copione di Christopher Hampton fa i salti mortali e si inventa mille complicazioni spesso inutili, la regia esibizionista di Wright non lo salva dalla banalità. Il film è ben recitato (avete mai visto un inglese recitare male?) ma è il tipico prodotto british da esportazione, come lo Shakespare fatto a Stratford-on-Avon. Una bella tenuta psicologica nella prima mezz'ora (comunque scopiazzata da 'Messaggero d'amore' di Losey e da tutte le lady Chatterley della storia) non giustifica il tono magniloquente e macchiettistico delle scene di guerra. 'Espiazione' è un film da 6 meno meno basato su temi e idee che miravano, come minimo, al 10 e lode. McEwan ne parla bene, ma è produttore esecutivo e lo deve fare per contratto: in realtà - a parte 'Il giardino di cemento' di Andrew Birkin - è l'ennesimo film non all'altezza dei suoi libri, e prima o poi qualcuno dovrà chiedersi il perché.''
Alberto Crespi, 'l'Unità'
''Lussureggiante e un po' leccato nel primo movimento, quando la macchina da presa bracca e registra i primi, impalpabili sussulti e l'attrazione-repulsione ispirati dal sesso attraverso gli occhi febbricitanti di Briony, 'Espiazione' vola alto sull'inferno della guerra, sintetizzata da un memorabile piano-sequenza tra macerie fumanti, lacere truppe e lamenti di feriti oltre che dall'umanizzazione di tutti i protagonisti strappati per sempre al vizio della ricchezza. I1 tocco 'very british' dell'intrattenimento si giova, naturalmente, dell'impeccabile professionismo degli interpreti, dal virile McAvoy alla sensibile Romola Garay (Briony diciottenne) e alla Knightley, ancora più intensa (e anoressica) di come ha conquistato il cuore dei teenagers in 'Sognando Beckham' e la serie dei 'Pirati dei Caraibi'.''
Valerio Caprara, 'Il Mattino'
''Com'è 'Espiazione'? Diretto dal trentaseienne e già premiatissimo londinese Joe Wright (sue le regie di 'Orgoglio e pregiudizio', di popolari serie tv e dell'ultimo spot 'Coco Mademoiselle' per Chanel), il film ha il passo tradizionale che aspira al classico col virtuosismo stilistico del giovane talento che esibisce la sua bravura, come nel lungo dolente piano sequenza sulla spiaggia di Dunkerque (fine maggio-inizio giugno 1940), con l'evacuazione di decine di migliaia di soldati britannici sconfitti dall'esercito di Hitler. Un paesaggio apocalittico di giostre in disarmo, di fantasmi in divisa, di cavalli uccisi dagli ufficiali, di uomini disperatamente in attesa di imbarcarsi, raccontato da Wright senza mai concedere una pausa di montaggio alla macchina da presa che si muove fluida fra cotanto disastro, reso perciò quasi 'bello'. Lontani i tempi in cui Godard, Chabrol e Pontecorvo litigavano sull'essenza morale di una carrellata cinematografica, oggi la guerra sullo schermo rischia di prestarsi al manierismo. Nondimeno, anzi proprio per questo suo afflato ad elaborare qualsiasi trauma o lutto nell'affresco immaginifico, 'Espiazione' potrebbe piacere molto al pubblico e - vedrete - conquistare l'anno prossimo la sua dote di premi Oscar.''
Oscar Jarussi, 'La Gazzetta del Mezzogiorno'
''In realtà, di 'Espiazione' basterebbe dire che è un bel fumettone d'amore, di quelli ben realizzati in cui il regista ha saputo puntare sui sentimenti, senza sparare ai personaggi e ai loro singoli percorsi. Del resto, Joe Wright era supportato da un best seller del calibro di 'Atonement' di Ian McEwan, storia "all british" di un amore tra due giovani (...) Tralasciata la tensione autopunitiva del romanzo, Wright punta tutto sull'amore ostacolato dal destino, facendosi forza di una buona fotografia, di un uso serrato del ritmo e delle facce pulite della fresca diva Keira Knightley (protagonista con Wright già in 'Orgoglio e Pregiudizio' e come lì, ben poco espressiva) e del giovane di belle speranze James McAvoy, che regge il film praticamente da solo. Gli effetti sono tutti scontati, ma non per questo meno irresistibili. Si piange quasi dall'inizio alla fine e si esce soddisfatti oltre che velocemente dimentichi.''
Roberta Ronconi, 'Liberazione'