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Essere presidente della Regione Siciliana

Gli attacchi, le perplessità e i dubbi su cosa potrà realmente fare il governo Crocetta

02 novembre 2012

Botta e risposta al veleno fra Daniela Santanché e Rosario Crocetta, ieri sera ospiti di Servizio pubblico, il programma di Michele Santoro, in onda su La7. L'ex sottosegretaria, miliziana di Berlusconi, ha sollevato il caso del vice questore Malafarina, eletto nel listino del Presidente. "Può negare di essere stato protagonista di una indagine condotta da Malafarina?", ha domandato la Santanché.
Rosario Crocetta ha ricostruito la vicenda. Ha raccontato di avere incontrato in una libreria un boss e di averlo convinto a collaborare con la magistratura, cosa che è puntualmente avvenuta. Grazie al "pentito", ha aggiunto Crocetta, sono stati arrestati cinquanta mafiosi nella città di Gela. "L'ex commissario di Gela, Malafarina, non conosceva le mie intenzioni - ha proseguito Crocetta -, e ha informato la magistratura con una lettera dei miei incontri con il boss pentito. Quando il funzionario è venuto a conoscenza dei fatti, c'è stato un chiarimento". "La nostra collaborazione - ha ancora detto Crocetta - è stata preziosa per estirpare la mafia dalla città di Gela. Sono stati assicurati alla giustizia 850 mafiosi nel corso degli anni".

L'altra contestazione mossa da Daniela Santanché a Rosario Crocetta ha riguardato l'esito del voto che non permette al governatore di avere una maggioranza nell'Assemblea regionale siciliana. "Lei farà come Raffaele Lombardo", ha affermato la Santanchè, "L'ingovernabilità trasformerà l'Assemblea in un mercato delle vacche".
"Proporrò un patto al Parlamento, perché si possa uscire dalla crisi in Sicilia ed affrontare i nodi cruciali dell'emergenza ", ha risposto Crocetta. "Proporrò norme rigide che impediscano commistioni e che facciano pulizia. Chiunque sia sottoposto a giudizio o condannato per reati di mafia, corruzione, estorsione non dovrà essere candidato a nulla. La regola interesserà anche i dirigenti, i consulenti e quanti ricevono incarichi dalla Regione. Proporrò una white list per gli imprenditori che si oppongono ai tentativi di estorsione, una cabina di regia sugli appalti ed una riduzione degli stipendi dei parlamentari".
Michele Santoro ha chiesto a Crocetta, a questo punto, che cosa farà nel caso in cui le sue proposte non fossero accolte. "Darò il tempo necessario al Parlamento perché questo percorso possa essere scelto" ha risposto il governatore. "Se dovessi convincermi che il Parlamento regionale sta dall'altra parte, si ritorna al voto, non c'è alternativa".

Parlando, invece, a Radio vaticana, un eminente personaggio siciliano si è detto dubbioso sul successo che il governo Crocetta potrà avere nell’Isola. Il cardinale di Palermo, Paolo Romeo, ha infatti detto: "Ora noi, qui in Sicilia saremo governati da chi è andato al governo col 10% dell'elettorato. Ora in un momento di crisi così grave credo che sia impensabile poter governare col 10%, perché si ha bisogno di una partecipazione ampia". "Oggi sempre più quando c'è da spartire, tutti sono disponibili ma quando c'è da fare dei sacrifici tutti si chiamano fuori. Ma se tutti non facciamo dei sacrifici la realtà della quale ci lamentiamo non cambierà mai".
"C'è un degrado della vita civica e della vita sociale sempre più pronunciato. C'è una scollatura tra paese politico e paese reale molto preoccupante - ha spiegato il cardinale - L'astensionismo che si è registrato qui è un fenomeno altamente preoccupante perché non dobbiamo dimenticare che i nostri padri per darci una democrazia, per dare la voce al popolo hanno sacrificato la propria vita. Noi quindi non possiamo chiuderci nelle nostre case e guardare dalla finestra ciò che accade nel nostro territorio". "Trovo dunque un tradimento dei sacrifici dei nostri padri - ha aggiunto Romeo - il voler pensare: io ho un giocattolo che è la democrazia, se voglio giocarci ci gioco, altrimenti no. Questo è un fenomeno gravissimo perché siamo dei rinunciatari che ci chiudiamo nelle nostre visioni e lasciamo che a decidere siano altri, che a prendere le redini della società siano altri".
Secondo il porporato, "un altro fenomeno gravissimo è che noi parliamo di società civile, ma la società civile deve essere una società civile che prenda in mano i destini e il futuro dei propri figli, della propria terra, e questo non accade. Non si può dire: perché non vedo niente allora io lascio giocare gli altri. Questo è un tradimento del senso della coscienza civica". "In queste ore ho sentito sbandierare che ora c'è un antimafia a presidente della Regione. Ma il presidente della Regione non è il procuratore antimafia, quello lo deve fare il procuratore antimafia, mentre il presidente della Regione se vuole combattere la mafia deve far funzionare gli uffici della Regione. Perché se non funzionano c'è sempre chi, corrompendo, li farà funzionare come vuole lui".

Il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ha voluto subito commentare le dichiarazioni dell'arcivescovo di Palermo: "Le parole del cardinale Paolo Romeo sono al centro del mio programma per realizzare in Sicilia quella che ritengo la rivoluzione della dignità e che consiste innanzi tutto nella lotta agli sprechi e alle ingiustizie sociali. Su queste questioni, interverremo fin dal primo giorno della mia proclamazione".

[Informazioni tratte da SiciliaInformazioni.com, ANSA, Lasiciliaweb.it]

 

 

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02 novembre 2012
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