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Etica e politica per governare in Sicilia. La lista ''Uniti per la Sicilia'' stila una ''carta dei principi''

No alla candidatura di chi è indagato, rinviato a giudizio o condannato per mafia

26 ottobre 2005

No alla candidatura nelle liste di ''Uniti per la Sicilia'' dei transfughi della Casa delle Libertà e di chi è indagato, rinviato a giudizio o condannato per mafia, corruzione, estorsione, usura, sfruttamento del lavoro nero, reati ambientali.
Il veto arriva dalla ''carta dei principi'' approvata dai segretari regionali del Pdci, Prc, Sdi, Verdi, Italia dei Valori e Primavera siciliana, nel corso di una riunione che si è svolta la scorsa settimana a palazzo dei Normanni. Assieme alla 'carta dei principi' i cosiddetti 'partiti minori' del centrosinistra hanno costituito la lista ''Uniti per la Sicilia'', con la quale correranno per le prossime elezioni regionali.

La carta, oltre a tratteggiare l'attuale situazione poltico-istituzionale della Sicilia, ''Regione che vive una profonda crisi democratica'', pone alcuni principi per la scelta delle candidature alle prossime elezioni regionali.
''Non servono - si legge nel documento - generici patti etici o protocolli di legalità trasversali, né falsi unanimismi: vogliamo fare vivere discriminanti politiche, morali, di comportamenti individuali e collettivi''.
Per i partiti che hanno dato vita ad ''Uniti per la Sicilia'' ''la selezione delle classi dirigenti è la prima condizione per affermare un processo di trasparenza nella politica e nel rapporto tra cittadini ed eletti''.
La ''carta'' stigmatizza la vicenda che riguarda il presidente della Regione Salvatore Cuffaro, sotto processo per favoreggiamento di Cosa nostra. ''Si tratta di un caso - scrivono i segretari - che nasce e matura dentro una filosofia ed una pratica del potere in un processo di privatizzazione della politica e delle istituzioni''.
Il documento ribadisce, infine, ''l'importanza della coerenza antimafia'' nell'azione della nuova forza politica, una forza politica in grado di ''contribuire alla nascita di un nuovo governo della regione riconosciuto come suo irriducibile nemico dalla mafia, dai suoi uomini, dai suoi interessi''.

Intanto nei giorni scorsi la lista ''Uniti per la Sicilia'' ha offerto la candidatura per le primarie (che si svolgeranno il prossimo 20 novembre) per l'elezione alla Presidenza della Regione al vicepresidente nazionale dell'associazione 'Libera', Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo Borsellino morto nella strage di via D'Amelio.
Rita Borsellino ha fatto sapere di ''stare valutando'' l'offerta e che farà conoscere la sua risposta entro breve tempo.

L'assessore regionale al Turismo, Fabio Granata (An), commentando la decisione dei partiti minori dell'Unione ha detto: ''Chiedo a Rita Borsellino, donna che apprezzo per il suo impegno civile e culturale, di rinunciare alla candidatura perché il suo cognome è patrimonio di tutti e dividere i siciliani sul nome di Borsellino non è una bella operazione''.

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26 ottobre 2005
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