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Euro che vanno, Euro che vengono... In Sicilia, soprattutto, Euro che vanno... ma tanti, tanti, tanti

30 giugno 2007

Se da un lato in Sicilia dalla Comunità europea e dalla Stato arriveranno più di 10 miliardi di euro, dall'altro lato l'Isola è stata capace di spendere circa 7 miliardi (il 54% dell'intera spesa regionale) solo per la sanità. Una spesa abnorme alla quale si deve aggiungere quella per mandare avanti il vero e proprio esercito di dipendenti che ''lavorano'' per la Regione.
Ma andiamo per ordine ad illustrare queste due facce della stessa ''medaglia Sicilia''.

I miliardi che arrivano dall'Ue - Nella seduta dell'Assemblea regionale siciliana che si è tenuta l'altro ieri il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, ha illustrato i dati sulla programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2007/2013 nell'Isola. ''Le risorse comunitarie e nazionali che saranno attivate nel nostro territorio ammontano complessivamente a 10,146 miliardi di euro, di cui 6,540 miliardi per il programma operativo Fesr, circa 1,5 miliardi per il programma operativo Fse e 2,106 miliardi per il programma operativo del fondo europeo agricolo di sviluppo rurale. Non è ancora definita la dotazione del Fondo europeo pesca''. Questo significa che ancora altri fondi dovrebbero arrivare.
''Le premesse del nuovo ciclo di programmazione - ha aggiunto - sono contenute nella riforma della politica di coesione, il cui obiettivo principale è quello di ridurre la disparità tra le diverse regioni dell'Unione per carenze strutturali in fattori chiave della competitività, quali, ad esempio, la mancanza di capacità innovativa delle imprese o il basso livello di capitale ambientale''. Cuffaro ha spiegato che ''il consiglio Europeo, nel luglio del 2006, ha stabilito le risorse per i diversi obiettivi per la politica di coesione, assegnando all'Italia per l'obiettivo convergenza (Sicilia, Campania, Puglia e Calabria), comprese le quote per la Basilicata e la Sardegna (in regime transitorio), l'ammontare di euro 18.819.646.405. In seguito, dopo un lungo negoziato con le altre regioni italiane dello stesso obiettivo è stato stabilito che alla Regione siciliana venissero destinate risorse pari al 32% del totale, mentre alle altre regioni sono state assegnate rispettivamente alla Calabria il 14,29%, alla Campania il 29,57%, alla Puglia il 24,14 %''.
Gli obiettivi del programma operativo riguardano il miglioramento dei trasporti, con una dotazione finanziaria pari a 801.101.624,75 euro, la promozione e la diffusione delle fonti rinnovabili di energia, la valorizzare dei beni e delle attività culturali e lo sviluppo del turismo.

Sanità Sicilia: perché si spende tanto? -  Dal rendiconto finanziario della Regione siciliana per l'esercizio finanziario del 2006 presentato ieri, sono emersi due punti critici: la sanità che costa tanto, e il numero troppo elevato dei dipendenti regionali.
Per la sanità la Sicilia spende circa sette miliardi e mezzo di euro, cioè il 54 % dell'intera spesa regionale: una cifra enorme che rivela i caratteri di una gestione quasi fuori controllo. E' stato questo il parere espresso con toni severi dal vice procuratore generale Giovanni Coppola nella sua requisitoria. In rapporto con il numero dei residenti, ha sottolineato Coppola, ''si arriva all'incredibile conclusione che a ciascun siciliano, neonati compresi, l'assistenza sanitaria costa 1.514 euro all'anno''. Per una famiglia normale di quattro persone si impegnano dunque oltre seimila euro.
Perchè si spende tanto? Dalla requisitoria emerge che le risorse vengono impiegate in primo luogo per pagare 51.347 dipendenti delle Asl (36 mila e 167 del ruolo sanitario, 9.150 del ruolo tecnico, 107 del ruolo professionale e 5.923 del ruolo amministrativo). E da questo conto sono esclusi i dipendenti dei Policlinici universitari. Ma vanno aggiunti 3.009 autisti per 270 ambulanze (undici per ambulanza), gestiti dalla Croce Rossa ma pagati dalla Regione. E perciò va calcolata una spesa ulteriore di 68 milioni per il personale e di cinque milioni circa per il parco mezzi.

Secondo il vice procuratore generale, una tale lievitazione dei costi è da ricondurre al ''proliferare di convenzionamenti esterni'', che interessano laboratori, case di cura ed emodialisi e che hanno raggiunto la cifra di 1.536, ossia trenta per ogni centomila abitanti (sono appena sei in Lombardia). In questo modo la spesa è arrivata a 124 milioni di euro a cui si aggiungono ''spese non sempre giustificate per consulenti esterni ed esperti'': sono 212 e costano quattro milioni e 300 mila euro. E sempre in tema di sanità va considerata anche l'enorme spesa farmaceutica: un miliardo e 300 milioni, che costituisce il 17,6 per cento dell'intero fondo sanitario.
La Regione siciliana, inoltre, ha un numero elevato di dipendenti. Alla fine del 2006 i dipendenti erano 14.245 dei quali ben 2.150 sono dirigenti (otto di prima fascia, 119 di seconda e 2.023 di terza). Ma, come se non bastasse, la Regione si è fatta carico di molti altri ''esterni''. Il numero più alto - 4.715 - è quello che comprende istruttori, collaboratori e operatori. Poi ci sono altre 1.775 unità che vengono utilizzate in vari ambiti, dalla catalogazione alla protezione civile, alla Resais, una società che gestisce il personale di enti e aziende in esubero. E infine vanno considerati quattro dirigenti generali e 42 dirigenti. In tal modo il personale dipendente, interno ed esterno, della Regione sfiora la cifra record di 20 mila unità. La Regione diventa così il principale e più ambito datore di lavoro della Sicilia.

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30 giugno 2007
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