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Fabrizio De Andrè. La mostra

Dopo Genova, Nuoro e Roma, a undici anni dalla sua scomparsa, arriva a Palermo la mostra sul grande Faber

24 giugno 2010


LA MOSTRA È STATA PROROGATA FINO AL 24 OTTOBRE 2010

"Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi, ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi..."

Era l'8 novembre del 1997. Fabrizio De Andrè incantò il pubblico siciliano portando sul palco del teatro Al Massimo di Palermo il tour dal titolo "Mi innamoravo di tutto", un concerto che rimase memorabile.
Fu l'ultima volta del cantautore genovese a Palermo.
Sono trascorsi tredici anni da quella sera e undici dalla sua scomparsa, adesso, dopo Genova, Nuoro e Roma, anche Palermo vuole rendere omaggio ad uno degli artisti più completi del Novecento con l'istallazione
nel suggestivo spazio dell'Ex deposito locomotive Sant'Erasmo di "Fabrizio De Andrè. La mostra".

Organizzata in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De Andrè e curata da Vittorio Bo, Guido Harari, Vincenzo Mollica e Pepi Morgia, la mostra si presenta come un vero e proprio viaggio multimediale nella musica, nelle parole e nella vita di Faber. Megaschermi, installazioni video e speciali postazioni interattive permettono non solo di esplorare e approfondire le sue tematiche, quali l’amore e le donne, la guerra, l’anarchia, la libertà, gli ultimi, e naturalmente Genova, ma anche di ricostruire il mosaico della sua vita attraverso videointerviste allo stesso Fabrizio e testimonianze della moglie Dori Ghezzi e dei suoi più stretti collaboratori e amici.
Attraverso sale ricche di suggestioni visive e acustiche, tra fotografie, manoscritti, libri annotati e oggetti unici, grazie alla sofisticata tecnologia ideata e realizzata da Studio Azzurro, il visitatore interagisce con le immagini e i suoni e può comporre, all’interno della vita e dell'opera del poeta e cantautore, il proprio personale percorso emozionale.

Attraverso la narrazione virtuale, multimediale e interattiva viene proposta al pubblico un'esperienza emozionale, attraverso cui ognuno potrà mettersi in relazione con l'universo di "Faber". Il racconto e la rappresentazione visiva, testuale e musicale si offrono dense di suggestioni ed emozioni e il pubblico, potrà di volta in volta scegliere quale immagine di "Faber" sviluppare per sé, in relazione con il proprio vissuto.
La mostra affronta i grandi temi della poetica di De André: la società del benessere e il boom economico degli anni '60, gli emarginati e i vinti, la libertà, l'anarchia e l'etica, gli scrittori e gli chansonniers, le donne e l'amore, la ricerca musicale e linguistica, l'attualità nella cronaca, i luoghi rappresentativi della sua vita; tutto ci trasmette la sua capacità di parlare al singolo ma di essere nel contempo universale, riconosciuto e amato dalle persone di ogni genere e età.

"Se t'inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli / in quell'aria spessa carica di sale, gonfia d'odori, / lì ci troverai i ladri, gli assassini e il tipo strano, / quello che ha venduto per tremila lire sua madre a nano..."



LA POETICA (Sala degli schermi)
- Accolgono il visitatore sei schermi trasparenti allineati in prospettiva ottica (100x200cm ciascuno) che raccontano altrettanti temi: Genova, l'amore, la guerra, la morte, l'anarchia, gli ultimi. Il visitatore può approfondirli seguendo i manoscritti di alcune canzoni, illustrati da filmati d'attualità, fotografie e videointerviste a Fabrizio.

LA MUSICA (Sala della musica) - Un percorso interattivo racconta la produzione discografica di Fabrizio. Una serie di piccoli pannelli, che riproducono le copertine dei principali dischi di studio, possono essere scelti e posizionati su appositi tavoli multimediali, attivando una serie di proiezioni. Il visitatore potrà così "incontrare" Fabrizio, i suoi amici e collaboratori, il critico Riccardo Bertoncelli che, con i loro contributi, inquadreranno il periodo storico e il clima sociale in cui quel disco è stato prodotto, i meccanismi della scrittura e della registrazione, etc. Tutto completato da contributi video tratti da apparizioni televisive e concerti.

I PERSONAGGI (Sala dei tarocchi) - Qui il visitatore "incontra" i personaggi delle canzoni di Fabrizio. Vicino ai tarocchi originali, creati da Pepi Morgia per la scenografia della tournée de "Le nuvole", sono posizionati tre schermi della stessa forma e dimensione. Sono tarocchi virtuali dentro cui appaiono trentuno personaggi: il Miché, Nina, il matto, Geordie, Piero, Marinella, Teresa, Bocca di rosa, l'ottico, il bombarolo, Angiolina, Sally, Carlo Martello, Andrea, Prinçesa, il gorilla, il giudice, il suonatore Jones, Jamina, i rom di "Khorakhané", il pescatore, Franziska, Suzanne, Maddalena, Tito, Nancy, Sinan Capudan Pascià, il fannullone, le prostitute di "A dumenega" e la Morte. Su due lavagne touch-screen si potrà scegliere il proprio personaggio preferito e creare un tarocco personalizzato optando tra una gamma di immagini e di segni grafici e anche aggiungendo un testo. Collegandosi poi al sito della mostra (www.fabriziodeandrelamostra.com) si potrà personalizzare ancora di più il proprio tarocco. Questi tarocchi personalizzati verranno poi proiettati in loop su una parete dell'ambiente.

LA VITA (Sala della vita) - Una dettagliata cronologia e nuovi "sguardi d'autore", con stampe fotografiche di grande formato. Il visitatore potrà scegliere tra 25 immagini riprodotte su altrettante lastre di plexiglas che potranno essere inserite in apposite cornici su cavalletti, che ricordano in maniera stilizzata i vecchi banchi ottici. Una volta posizionate, le lastre attiveranno una serie di proiezioni di immagini, filmati, videointerviste e altro ancora, legati a un determinato periodo della vita di Fabrizio.

Si potrà esplorare il mondo di "Faber" attraverso le stesure - provvisorie e no - di alcune canzoni, dalla "Canzone del Maggio" a "Creuza de ma", al work in progress de "La domenica delle salme", alla versione spagnola di "Smisurata preghiera" ("Desmedida plegaria" nella preziosa traduzione del poeta colombiano Alvaro Mutis), fino ad un appunto inedito per il disco, mai realizzato, che avrebbe dovuto far seguito ad "Anime salve".
E ancora: i primi bigliettini scritti alla madre Luisa in cui cerca di giustificare e di invocare perdono per le sue mancanze scolastiche, una biografia manoscritta di Fabrizio stilata dalla madre per i giornalisti, alcuni libri e agende disseminati di appunti di lavoro e di citazioni annotate, una sua lettera al poeta Mario Luzi, un'altra lettera, stavolta drammatica, di Fabrizio al padre Giuseppe scritta durante la prigionia sul Supramonte e controfirmata da Dori, il volume annotato delle "Effemeridi" da cui non si separava mai. Tutta la sua discografia ufficiale fin dai primissimi 45giri, accompagnata da svariate chicche tra cui le matrici originali dei dischi Karim, locandine ormai introvabili, elementi grafici e fotografici da cui sono state ricavate le copertine di quei dischi (provini fotografici originali, scatti alternativi, quadri, ecc.).



Alcuni pregevoli "sguardi d'autore", una sorta di piccola galleria di immagini realizzate dai fotografi che hanno seguito più da vicino Fabrizio durante la sua vita, tra cui Luca Greguoli, Mimmo Dabbrescia, Cesare Monti, Guido Harari, Reinhold Kohl e Francesco Leoni.
Molti anche gli oggetti esposti lungo il percorso espositivo, come quelli tratti dalle scenografie originali dei concerti di Fabrizio: la sua postazione originale con microfono, leggìo, casse e una sedia su cui è appoggiata la sua giacca blu; le lampade e i fari della tournée de "Le nuvole", tre delle sue chitarre originali e il suo prezioso mandolino genovese, e infine il pianoforte che campeggiava nel grande salone di Villa Paradiso e in molte sue foto giovanili.
Una mostra che invita il visitatore a scegliere quale immagine di "Faber" sviluppare per sé, in relazione con il proprio vissuto, a personalizzare il proprio percorso, non suddiviso rigidamente per aree tematiche e cronologiche, ma organizzato in modo da rendere il racconto e la rappresentazione visiva, testuale e musicale, densi di suggestioni ed emozioni.

Palermo, rispetto alle tappe precedenti, ha adattato la mostra al luogo. Le sezioni, infatti, da cinque sono diventate sei con la sala del Pianoforte, la più intima, quella dello studio e dell'ispirazione, ma anche quella degli affetti, con le foto che lo ritraggono ancora bambino.
L'altra novità della mostra siciliana è legata all'ampiezza della sala dei Tarocchi. Il visitatore, dopo avere percorso una sorta di tunnel della memoria, attraverso luoghi ovattati, ambienti chiusi e insonorizzati per permettere una migliore fruizione della mostra musicale, si ritrova in una vera e propria agorà. Ed è un vero spettacolo. Il soffitto di Sant'Erasmo è popolato da enormi tarocchi che costellano l'arcata come se fossero delle stelle, ed è qui che i visitatori entrano in contatto con i personaggi inventati e cantati da De Andrè. Tre tarocchi virtuali sono invece posizionati al centro della piazza, un trittico animato, che cambia a seconda della canzone con la quale il visitatore si è messo in relazione. Siamo al centro del percorso: nel cuore della mostra. In questa sala si potrà sostare, discutere, ascoltare, confrontarsi e personalizzare il proprio tarocco.

"Ma se capirai, se li cercherai fino in fondo / se non sono gigli son pur sempre figli, / vittime di questo mondo."

Informazioni: http://www.terzomillennio.info/2010/eventi.htm

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24 giugno 2010
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