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Famiglia cristiana e... incazzata

Cosa succede se a fare opposizione al Governo è il giornale più ''moderato'' d'Italia?

16 agosto 2008

Negli ultimi anni il problema principale della politica italiana è stato quello di non avere nei partiti politici, nelle coalizioni politiche, e anche nei singoli uomini politici un'espressione forte di volontà coesa e unitaria. Problema che si era fatto vedere già col governo Berlusconi di qualche anno fa, nonostante la sua durata quinquennale, ma che col governo di centrosinistra, in carica per poco più, poco meno di due anni, si è mostrato nella sua più totale drammaticità.
Un governo, per governare, ha bisogno di un reggente incrontrastato, un capo che si lasciare libero di operare senza nessuno che esprima dubbi, neanche minimi, sulle sue scelte che dovranno essere quelle decisive: "Si fa così perché lo ha detto il capo e basta!"
A loro volta, gli uomini che compongono quel governo devono essere liberi di mettere in atto i loro disegni di comando, siano essi quelli palesemente descritti durante la campagna elettorale, sia tutto il carico di sfumature, postille, emendamenti, correzioni e sottintesi più o meno nascosti che, molto semplicemente, verranno imposti alla popolazione messa davanti al fatto compiuto. Alla popolazione, però, si dovrà sempre dire: "Non preoccupatevi gente, lasciate fare a noi. Sappiamo benissimo quel'è la cosa giusta per tutti voi."
Insomma, l'importante è apparire un governo unito, una corazzata di comando che marcia avanti senza dare troppe concessioni, un carroarmato governativo determinato e solido. Essenziale, infine, è che passi l'idea che i disaccordi interni ad una compagine di governo creano solo ed esclusivamente il caos (il che questo è vero, in parte) e che chiunque vuole far passare per vera democrazia una particolare vivacità, creata dalla sostanziale diversità, all'interno di una coalizione di governo sta dicendo il falso.

Diciamo che la recente esperienza passata con l'ultimo governo Prodi, all'interno del quale sembrava esistessero solo pareri contrari e forze contrapposte, darebbe ragione, anzi sottoscriverebbe tutte le prese di posizione sopra descritte. Per dirla in breve, e facendo particolare riferimento ad uno dei partiti che della passata colazione governativa ha fatto parte, Rifondazione comunista, non si può essere partito di "lotta e di governo". Insomma, si sarebbe dovuto capire fin da subito che l'enorme programma scritto nel 2005 da persone munite di cilicio, da gente che al posto delle mani hanno falce e martello e da "ex" di qualsiasi estrazione, non sarebbe stato altro che un enorme libro dei sogni irrealizzabili, una sterminata enciclopedia dell'impossibile.
Inoltre, gli sbagli fatti da quei tanti che si sono ritrovati, forzatamente, sotto l'ombrello del centrosinistra, si sono dimostrati ancora più gravi nel momento in cui si è appurata l'incapacità di questi di fare anche opposizione, o meglio, l'opposizione che da loro è nata è un'opposizione tutta interna che ha portato ad una sistematica disgregazione di una vera alternativa a Berlusconi.

Detto questo, in mancanza di una vero, concreto e condiviso coro di voci opposte alla roboante corazzata berlusconiana, qualcuno doveva pur alzare la testa e mostrare coraggiosamente il petto di fronte alle cose che l'attuale governo sta facendo e che non piacciono, e questo qualcuno si chiama Famiglia cristiana. Ebbene sì, a nostro parere, l'unica realtà che fino ad ora ha lanciato contro il governo Berlusconi parole di vera opposizione è stata il settimanale dei Paolini, più di Grillo e dei grillini, più Di Pietro e dei dipietrini. L'unica voce nella quale si è veramente sentito lo sdegno e la contrarietà verso alcune delle politiche di questo governo è arrivata da quella che, nell'immaginario collettivo, dovrebbe essere il giornale più "innocuo" d'Italia.
Ecco quanto scritto nei giorni scorsi dall'editorialista di Famiglia cristiana, Beppe Del Colle, alla luce delle misure varate dall'esecutivo in tema di sicurezza: "Il nostro auspicio è che non si riveli mai vero il sospetto - emerso dal rapporto dell'organizzazione Esprit - che stia rinascendo da noi sotto altre forme il fascismo". "Abbiamo definito 'indecente' la proposta del ministro Maroni sui bambini rom - ha scritto Del Colle nel suo editoriale - perché da un lato basta censirli, aiutarli a integrarsi con la società civile in cui vivono marginalizzati, ma dall'altro bisogna evitargli la vergogna di vedersi marcati per tutta la vita come membri di un gruppo etnico, considerato in potenza tutto esposto alla criminalità. Se ne sono accorti in tutta Europa, dove resta vivo l'orrore della discriminazione sociale delle minoranze: quella foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss è venuta alla memoria come un simbolo. Per questo il Parlamento di Strasburgo e il Consiglio europeo hanno protestato".

Agli esponenti del Popolo della libertà che hanno accusato il settimanale cattolico di essere una rivista cattocomunista o criptocomunisti, Famiglia  cristiana ha replicato: "Critichiamo l'attuale governo, come abbiamo fatto con tutti i governi, anche democristiani, quando ci sembrava giusto e cristiano farlo". Poi, rispondendo al sottosegretario Carlo Giovanardi, che del settimanale ha detto: "La maggior parte dei suoi articoli sono faziosi, usano un linguaggio degno dei centri sociali, come il Manifesto e Liberazione. Contesto il diritto di quel settimanale a essere venduto in chiesa e nelle parrocchie. Non rappresenta la vera dottrina della Chiesa e i cattolici se ne sono accorti. Insomma, si è convertito in un organo cattocomunista", Del Colle ha detto: "No, onorevole. Non siamo cattocomunisti. Tantomeno 'criptocomunisti', come dichiarato dal loquacissimo Gasparri e da altri politici (Rotondi, Bertolini, Quagliariello), senza argomenti". "Secondo Giovanardi non rappresentiamo la 'vera dottrina della chiesa'. Nessuna autorità religiosa ci ha rimproverato nulla del genere. E lui non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale. Siamo stati, siamo e saremo sempre in prima linea su tutti i temi eticamente 'irrinunciabili': divorzio, aborto, procreazione assistita, eutanasia, 'Dico', diritti della famiglia; abbiamo condannato l'inserimento dei radicali nelle liste del Pd. E ora basta".

Non si è fatta attendere la controrisposta di Giovanardi: "Di fascista oggi in Italia ci sono soltanto i toni da manganellatore che 'Famiglia cristiana' consente di usare a Beppe Del Colle. Per fortuna gli argomenti usati e le immagini evocate si squalificano da sole, mentre rimane il rammarico che un settimanale che entra in tutte le Parrocchie italiane tenti di coinvolgere una parte del mondo cattolico in una campagna connotata da pregiudizi e livore ideologico senza precedenti".
                     
Alla luce di una tale situazione e fiutando l'aria di torrida tempesta che spazza questo scorcio d'estate, il Vaticano ha creduto bene di correre ai ripari...
"Famiglia Cristiana è una testata importante della realtà cattolica italiana, ma non ha titolo per esprimere le posizioni della Santa Sede né della Conferenza Episcopale Italiana. La sua linea rientra nella responsabilità della sua direzione".
Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana è intervenuto così sulla polemica tra il settimanale dei paolino e il governo. Parole che hanno soddisfatto il capogruppo dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri. "Una sconfessione di questa portata - ha detto - vale mille volte di più di una vittoria processuale degli insulti subiti"
A difendere il settimanale "che ama il linguaggio della verità" è stato Giorgio Merlo (Pd), membro della commissione Vigilanza Rai. "Chi osa criticare l'azione del governo di destra - ha detto - è bollato come comunista, cripto comunista o protocomunista. Una reazione indegna e volgare per chi vuol essere campione ed esempio di principi liberali e democratici". Ma a scendere in campo è stato anche il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero per esprimere "piena solidarietà al direttore di Famiglia cristiana, don Antonio Sciortino e al settimanale cattolico" che, ha aggiunto, "mi ha più volte ed aspramente criticato quando ero ministro", ma che ha avuto il merito di "mettere nero su bianco quella che è un'evidenza, più che un giudizio, e cioè che il ritorno del fascismo è, nell'Italia di oggi, un rischio reale".

"Non ci siamo mai sognati di rappresentare ufficialmente la Santa Sede, che ha un suo organo di stampa che è l''Osservatore Romano', né la Cei, che ha l''Avvenire'. Detto questo non leggo la dichiarazione di padre Lombardi come una sconfessione, nè come una presa di distanza". Questa, infine, la replica del direttore di Famiglia cristiana, alle dichiarazioni di Padre Federico Lombardi.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

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16 agosto 2008
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